La Dea del Mare

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9 Dicembre 2002

Ci troviamo nell'arcipelago hawaiano 18 anni fa.

Nell'isola più grande, ai piedi del vulcano, vi si trovava una grotta molto capiente e nascosta. In quel luogo si stava tenendo un incantesimo su una bambina neonata al nascosto da tutti. Tale incantesimo emanava luce blu.

Colui che stava applicando questo sortilegio era proprio il padre della bambina. Lo fece perché era l'unico che conosceva il potere di quel libro, perché proprio lui era stato l'ultimo discendente del Dio del Mare.

Doveva trasferire subito i suoi poteri a sua figlia perché qualche scagnozzo del Signore della Notte era alla sua ricerca e siccome era ferito e non era più forte come una volta, doveva fare qualcosa.

Secondo la leggenda il potere si può tramandare di padre in figlio purché dello stesso sangue. Quindi non perse tempo e recitò delle parole magiche hawaiane:

<<Ina a 'ohe nalu, a laila aku i kai, penei e hea ai: Ku mai! Ku mai! Ka nalu
nui mai Kahiki mai, Alo po i pu! Ku mai ka pohuehue, Hu! Kai ko'o Loa>>.

Uscì dal libro una luce blu, che si levò in aria e cominciò a fare giravolte intorno alla caverna. Dopo una manciata di secondi la luce blu entrò dentro il corpo della bambina che per un secondo diventò tutto blu.

Il padre, Kaimana, prese la piccola Selena e iniziò a correre, voleva che lei fosse al sicuro. Andò in una palude, nascosta in una foresta, distante 1000 metri dalla caverna. Consegnò la bambina ad una strega che abitava lì, vecchia amica di battaglia e la salutò per l'ultima volta:

<<Ciao Selena, abbi cura di te e diventa una ragazza forte. Avrei voluto vederti crescere ma papà purtroppo ha altro da fare>>.

La bambina iniziò a piangere ininterrottamente, il padre le diede l'ultimo bacio per tranquillizzarla e andò. Salutò la strega e si allontanò da lì.

Arrivo nella spiaggia deserta. Iniziò a prepararsi. Ormai aveva perso tutti i poteri sul mare ma ne aveva ancora uno, ottenuto dopo tanti anni di meditazione e trasfigurazione. Riusciva a produrre qualsiasi arma in un secondo. Dal palmo delle mani uscirono due spade, lunghe circa 50 centimetri, affilate e un colore metallico tendente al grigio con l'impugnatura circondata da cuoio vegetale.

Era questione di pochi minuti, quindi si sedette e aspettò. Nel frattempo guardava il cielo stellato e sorrideva per la vita intensa che ha passato. Si cominciarono a sentire rumori strani provenienti da Est. Kaimana si alzò, strinse le due spade tra le mani osservò di fronte di lui. Poco dopo qualche secondo spuntarono due aure nere, come il cielo, che si trasfigurarono in due mostri ripugnanti. Avevano la testa e le zampe di una capra, sebbene con corna a forma di ariete, un corpo gonfio e molto possente, ali a forma di pipistrello e una lunga coda. Questi esseri si chiamavano: Orcus

Kaimana li guardò e gli scattò contro. Fu una battaglia molto vivace fin dai primi secondi. Nonostante la loro massa, gli Orcus erano molto veloci e quindi riuscivano a difendersi molto bene dagli attacchi del guerriero hawaiano. Lui non voleva mollare ma si sentiva molto stanco dopo aver perso i suoi poteri e inoltre erano due contro uno. Ricevette una botta nella schiena e cadde a terra. Seguito da un calcio che lo fece rotolare via. Un Orcus lo prese per la gola e continuò a dargli pugni. Poco prima che stesse per svenire, materializzò un bastone di ferro e glielo conficcò nell'occhio sinistro. L'Orcus lanciò Kaimana su una roccia.

Dopo pochi secondi spuntò sua moglie. Lui rimase scioccato e le disse:

<<Che ci fai qua?>>

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