Midoriya sgranò gli occhi, avrebbe voluto arretrare, ma non poteva rompere la riga. Rimase pietrificato, lì al suo posto. Aveva paura di dover rivivere ciò che aveva passato la notte precedente. Sentì il fiato farsi corto e il cuore bussare violentemente contro la cassa toracica.
-no, la prego professore no- guardò con sguardo supplichevole Aizawa, il quale ricambiò lo sguardo per poi rivolgersi all'alunno della classe 1F
"mi dispiace è stato scelto Bakugou come tuo avversario non p..."
"va bene ti accontento Takumi" l'altro professore non diede la possibilità ad Aizawa di terminare la frase. Fece segno al biondo esplosivo di tornare in riga, ma lo studente non si mosse.
"NO, COL CAZZO, SONO STATO SCELTO IO E IO MI BATTO CON QUELLO STRONZO"
"Bakugou modera i termini..." Aizawa sospirò chiudendo appena gli occhi "...Ma comunque sono d'accordo con il mio alunno. Avevi scelto lui, non puoi cambiare a tuo piacimento"
"lo studente della 1A è a mia discrezione, quindi posso farlo. Tu..." indicò Bakugou "...torna al tuo posto e tu..." sorrise ad Izuku "...fatti avanti"
Midoriya scosse la testa, supplicò con gli occhi il proprio professore. Gli tremava il labbro inferiore e le mani iniziarono a sudare.
-Come faccio? Mi scopriranno- si guardò intorno come alla ricerca di aiuto, ma nessuno poteva dargliene in quel momento
"ehi nerd vedi di fargli il culo al posto mio" sentì la voce del suo amico d'infanzia, ma gli arrivò ovattata. Spostò gli occhi supplichevoli da quelli pece di Aizawa a quelli rubino di Katsuki
"ti prego" sussurrò, fu talmente flebile quella preghiera che sopraggiunse al biondo solo tramite il labiale.
Bakugou non sapeva cosa stesse accadendo, perché mai il nerd avesse così tanta paura di affrontare quel bastardo dell'altra scuola, ma non gli importava, in quel momento sentì che la cosa giusta fosse opporsi.
"NO" urlò girandosi verso il professore dell'altra scuola "ci vado io" era deciso a non far combattere Midoriya, non sapeva perché, ma pensava che se il suo compagno di classe si fosse esposto in quel modo sarebbe successo qualcosa di grave.
"non sei tu a decidere" rispose il professore avvicinandosi allo studente. Prese il colletto della tuta di Bakugou e se lo portò vicino al viso. Ne studiò i lineamenti, le iridi erano scarlatte e sembravano luminose come un fuoco vivo, il naso era delicato nonostante si trattasse di un ragazzo così scorbutico e le ciglia lunghe dello stesso colore delle sopracciglia incorniciavano gli occhi. Aveva proprio un bel viso, ma in quel momento era piegato in una smorfia.
"ha paura che possa vincere contro quella nullità del suo alunno?" il biondo non si fece intimorire, sorrise come suo solito e non si liberò della presa
"lascia andare immediatamente il mio studente" Aizawa sembrava furioso, nessuno poteva toccare i suoi alunni, nessuno tranne lui. Si avvicinò al duo, chiuse la mano intorno al polso dell'altro professore e strinse la presa finché questo non mollò il colletto di Bakugou.
"e va bene, puoi batterti tu contro Takumi" si convinse il professore, o forse si fece convincere dallo sguardo diventato color del sangue di Aizawa. Si fece da parte ed aspettò che iniziasse lo scontro tra Bakugou e Takumi.
L'aria intorno si fece rarefatta, il biondo inspirò, ma sentì i polmoni collassare su se stessi. Perché non riusciva a respirare bene? Perché non sentiva più le voci dei suoi compagni di classe che facevano il tifo per lui? Perché? E poi si girò e distolse gli occhi da quelli dell'avversario e si rese conto che non sentiva più nessuno e niente semplicemente perché non c'era più nulla intorno a lui. Tornò a guardare avanti e pure quel viso che lui detestava era sparito.
-merda e ora? Questo sarebbe il suo quirk?- si guardò le mani e diede vita a un'esplosione. Ne sentì il calore e l'impatto, ciò voleva dire che, pur non vedendole, le sue esplosioni da qualche parte c'erano.
Tornò a guardare davanti a sé, ma perse l'equilibrio e si ritrovò sulle ginocchia con il fiatone, si portò le mani al petto e percepì il cuore accelerato sotto le coste.
-cosa significa questo?- provò a riempirsi ancora i polmoni d'aria, ma nulla.
Kacchan
Udì qualcosa o così gli sembrò. Alzò piano la testa tenendosela stretta con le mani. Le dita si aggrappavano disperate alle ciocche bionde dei capelli e le pupille si allargarono alla ricerca di una qualsiasi cosa, qualunque.
Kacchan
Udì ancora quella voce lontana, ma non fu certo della sua esistenza
Kacchan
La sentì di nuovo, chiuse piano gli occhi cercando di concentrarsi su quel richiamo. Sembrava un urlo disperato, sembrava che qualcuno si stesse aggrappando a quella singola parola. Ma perché a lui non veniva in mente di cosa potesse significare? Perché non si ricordava chi nella sua vita si aggrappava disperatamente a quella singola parola? Eppure, lui ne era certo, sapeva sicuramente a chi appartenesse quell'urlo disperato a cui lui sentiva il bisogno con tutto se stesso di rispondere.
"Kacchan" questa volta lo udì sul serio, fu un richiamo distinto. Il suo nome, era il suo nome. Ma non era il nome che veniva usato da chiunque, no, era il suo nome urlato da qualcuno in particolare.
"De..." provò a dire, gli costò molta forza dire quella singola sillaba. Gli bruciò la gola e i polmoni si svuotarono di quella poca aria che era riuscito a prendere. Ma non bastava, doveva finire, doveva a tutti i costi ricambiare quell'urlo, doveva rispondere a quel richiamo. Come aveva fatto per tutta la vita. Lui lo sapeva, a quel Kacchan seguiva un altro nome.
"Dekuuuu" riuscì ad urlare. Si stupì di se stesso, non credeva nemmeno di poter respirare e invece era riuscito addirittura ad urlare. Riaprì gli occhi e tutto intorno a lui stava tornando piano piano alla normalità. Il cemento sotto le sue ginocchia, il rumore del vento che gli spostava i capelli madidi di sudore e una singola persona.
Solo una persona riusciva a vedere, o meglio, stava prendendo forma in quel fumo denso. Aveva i capelli mossi e voluminosi, delle lentiggini sugli zigomi e due occhi che avevano accompagnato la sua infanzia verdi speranza. Quella figura stava urlando con tutta se stessa, si teneva le mani strette al tessuto della maglietta e si sgolava, ma a lui arrivava solo un flebile sussurro, ma lo avrebbe riconosciuto ovunque.
"KACCHAN"
Eccolo lì, il suo nome, lo distinse chiaramente e altre figure presero forma lì intorno a lui finché non apparve l'unica persona che in quel momento voleva vedere. Quando vide quei capelli grigi sfumati di nero e quegli occhi color del fumo si scaraventò contro di lui. Una grande esplosione prese vita dietro Katsuki, gli diede la spinta per arrivare in un decimo di secondo dal suo avversario e una seconda esplosione mandò a terra Takumi che non riuscì più ad alzarsi e quella sensazione di soffocamento svanì del tutto.
Ancora una volta Bakugou si fa avanti per difendere Deku e poi è lo stesso Deku che lo aiuta a liberarsi del quirk dell'avversario...che dire, una grande coppia!!
Se la storia vi sta piacendo fatemelo sapere con un commento o una stellina!
Buon proseguimento di lettura e buon tuffo nelle emozioni^^
STAI LEGGENDO
Lost emotion
FanfictionTratto dal testo: "credi che io sia felice?" Bakugou chiuse per un attimo gli occhi ed inspirò. Aveva bisogno di interrompere quel contatto con lo sguardo di Izuku altrimenti non si sarebbe trattenuto, altrimenti lui non ce l'avrebbe fatta. Ma perch...