Mi sveglio con la luce del sole che mi batte sul viso, apro leggermente un'occhio per poi richiuderlo per la troppa luce, dopo pochi secondi lo riapro e mi abituo lentamente.
Mi metto seduta guardandomi attorno e vedo che sono su una spiaggia, mi alzo di scatto, alle mie spalle c'è una foresta e difronte a me c'è il mare con un vascello in lontananza, ma dove sono? E come ci sono arrivata qui? Non mi ricordo nulla, mi avvicino al mare e tocco l'acqua: è fredda, dopo poco ho una specie di flashback.... il ragazzino, quello volante era in casa mia, poi sono svenuta, ma ciò non spiega dove cavolo sia....
- allora non sei morto- mi giro di scatto tirando la prima cosa che mi trovo vicina, verso la voce, il ragazzo la schiva facilmente e mi guarda stupito
- una ragazza?- si avvicina lentamente
-si... cos'è non ne hai mai vista una?- guardo male il ragazzo, ma che c'ha addosso questo?
-se devo essere sincero no, andiamo Pan ti vuole vedere-
-Peter? Peter Pan?- lo guardo basita
-si...- mi guarda male, ha l'aria socievole sto pesce lesso....
-ma che droghe usate?, no perché in tutta sincerità sono fantastiche, Peter Pan non esiste, il tuo pusher è decisamente bravo, chissà quanto ti costa-
-ragazzina, parli troppo -
-avrai la mia età baccalà- inizio a camminare velocemente verso la foresta, lo sento imprecare
-ti perderai lì dentro lo sai vero?- mi urla dietro
- non mi interessa, preferisco perdermi che stare con te - gli urlo di rimando
-infatti non devi stare con me, cazzo mi fai imbestialire puoi seguirmi e andare da Pan?- inizia a inseguirmi
-col cazzo- mi fermo e mi giro verso di lui
- non mi hai lasciato scelta- fa per soffiarmi qualcosa ma gli tiro una bastonata in testa facendolo svenire
Inizio a correre finche non sento una voce alle mie spalle
-violenta la ragazza- mi blocco sentendo il sangue gelarmi nelle vene, mi giro ma non vedo nessuno
Alzo la testa e vedo il ragazzino volante accovacciato sul ramo di un albero
-mi hai fatto svenire Felix, non le facevo così violente le ragazze- scende con un salto e cammina verso di me, vorrei correre ma sento i muscoli come se fossero paralizzati
-stai lontano da me robo volante- sputo velenosa
-uhh, comunque ho un nome-
-stronzo ti si addice alla perfezione- prendo coraggio e inizio a camminare, lo sento camminarmi dietro, mi giro di scatto rubandogli la spada e sbattendolo contro un'albero con la spada puntata al collo
- sei impetuosa.... mi piaci- sorride guardandomi da capo a piedi per poi posare i suoi occhi verdi nei miei
-ma tu non piaci a me, dove diavolo sono?- ringhio io
- ma non è evidente?- ghigna lui, avvicino la spada alla sua gola
- dimmi dove sono, maledetto bimbo volante-
-sei sull'isola che non c'è, ed il mio nome è Peter- il ragazzino passa la mano davanti alla spada che scompare facendomi cadere in avanti su di lui che ribalta la situazione e mi mette con le spalle contro l'albero
-Peter Pan- e detto questo vedo tutto buio.
Mi sveglio, apro gli occhi mi trovo in una capanna e sono sdraiata su un letto, o meglio legata, ma è psicopatico sto ragazzo.... mi mordo un braccio per cercare di capire se sto sognando ma sento dolore
-ehm immagino che tu sia affamata, ma arrivare a fare autocannibalismo lo trovo un po' esagerato ........non trovi?- ma lui da dove sbuca? Se fossimo stati in un'altro contesto la sua battuta mi avrebbe fatto ridere, ma in questo non mi fa per nulla ridere, decido di ignorarla
- perché mi hai legata?-
- così non mi uccidi nessun bimbo sperduto e non tenti di uccidere me, anche se non puoi- lo guardo negli occhi per poi abbassare lo sguardo, non posso far finta di nulla, sono veramente sull'isola che non c'è...
-Peter....- lo vedo irrigidirsi al suono del suo nome
-Pan....- mi correggo - sono veramente sull'isola che non c'è, non è vero?- lui annuisce sorridendo malefico
- perché mi hai portata qui?-
-fai troppe domande, qui le domande le faccio io ci siamo capiti?- io annuisco leggermente
Lui prende un coltellino, sento il cuore mancare un battito, prima che inizi a tagliare le corde.
-grazie- mi massaggio i polsi e le caviglie lui si alza in piedi e senza degnarmi di uno sguardo mi butta dei vestiti sul letto
-cambiati- mi ordina per poi uscire dalla capanna.
Prendo i vestiti che consistono in un paio di pantaloni verdi, una specie ti crop top verde scuro, un mantello nero e degli stivali marroni, sono belli come vestiti, apro la porta della capanna e trovo il baccalà che mi punta una lancia alla gola
-ma ciao anche a te stoccafisso- prendo la lancia e gliela spezzo, a mio malgrado vedo che gli spunta un piccolo sorriso
-mi chiamo Felix- si avvicina tendendomi la mano
-Evie- gliela stringo
-andiamo, è ora di cena- iniziamo ad avviarci per il bosco e a parlare un po'
-sai Felix, ti facevo più stupido-
-no tu sei identica a come ti sei presentata, forse solo un po' meno irritante- ridacchia
-tesoruccio lo psicopatico di Peter mi ha rapita, scusa se non ero felice di essere qui e non vi ho accolti dandovi un bacio- sputo ironica, vedo Felix guardare dietro di me
-è dietro di me non è vero?- guardo il ragazzo di fronte a me che annuisce
-psicopatico eh?- sento la sua voce che soffia sul mio collo facendomi rabbrividire
-beh si tu come lo chiami uno che rapisce una ragazza e la porta sull'isola che non c'è?-
-salvatore- mi guarda
-io so tutto di te e della tua famiglia, tu sei una bimba sperduta- mi squadra da testa a piedi e si lecca le labbra
-sarà bello averti qui- fa un sorriso malizioso e si allontana, avviandosi verso un fuoco dove ci sono molti ragazzi, tutti maschi.
Pan si siede su un tronco d'albero caduto e urla
-bimbi sperduti, ascoltate, da oggi avremo una recluta.....- mi indica
E tutti i bimbi sperduti mi guardano per poi spalancare la bocca
-ma è una ragazza!- urla uno
-si, lo è, lei sarà la mamma che non avete avuto.....-
-cosa? Ascolta Farfallino non mi piacciono i bambini..... figurati se faccio da mamma a tutti questi....- Felix accanto a me trattiene una risata, vedo tutti i bambini guardami stupiti e sussurrare
-ma come mai Pan le permette di parlargli così?-
Vedo gli occhi di Peter saettarmi addosso e fulminarmi, si alza di scatto, tira fuori il coltellino e si avvina a grandi passi verso di me io non indietreggio anzi alzo la testa e lo guardo negli occhi
-ora mi hai scocciato ragazzina, devi smetterla di parlarmi in questo modo, adesso sei qui e devi seguire i miei ordini, perché adesso sei proprietà di Pan- mi incide sul braccio una P, vedo il sangue sgorgare dalla ferita e Felix sgranare gli occhi
-e se non lo farai, non mi importa se sei una ragazza, ti ammazzerò senza battere ciglio- dice spostandomi una ciocca di capelli e sussurrandomi all'orecchio
-capito?- mi lecca l'orecchio e gli da un piccolo morso facendomi rabbrividire
-si....Pan- sussurro lui ghigna
-bene-