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La Messa non era ancora cominciata, tutti si scambiavano strette di mano e sguardi tristi, l'eco della parola "condoglianze" rimbombava per tutto l'edificio come l'ululato di un fantasma.

Lovino sentiva le palpebre farsi pesanti mentre aspettava Antonio che consolava una biondina in lacrime sulla sua spalla.

"Il Sole splende e gli uccellini cantano, giornata di merda per un funerale."

Lovino si girò confuso verso l'uomo ora seduto accanto a lui, era albino e la sfumatura tendente al rosso dei suoi occhi era quasi inquietante per Lovi, che non rispose ma si limitò a voltare lo sguardo nuovamente su Antonio e la ragazza.

"Sai quando ero piccolo mi piaceva dire che amavo i funerali così tutti mi credevano quello strambo e fuori dal gruppo." Lo sconosciuto rise leggermente. "Non era vero in realtà, volevo solo delle attenzioni."

"E così tutt'ora a quanto pare" Lovino roteò gli occhi infastidito.

"Giornata storta Feli?" L'albino sorrise divertito.

"Pezzo di idiota ti sembro mio fratello?" Sussurrò Lovino tra i denti, fulminando con lo sguardo l'altro ragazzo.

Non c'era cosa che odiava di più che essere scambiato per Feliciano.

Non avevano nulla in comune oltre all'aspetto fisico.
Lovino sapeva che lui era nulla in confronto al suo piccolo fratellino.

"Feliciano ha un fratello." Lo sconosciuto sbotto sorpreso. "Romolo non mi aveva mai parlato di te. Come ti chiami?"

Lovino non rispose. Certamente suo nonno non aveva parlato di lui con nessuno. Glielo aveva detto molto chiaramente: "Sei morto per me".
E quelle parole, le parole di Romolo stesso, tintinnavo nella testa di Lovino come le perle di una collana che si frantumano sul pavimento.

"Allora? Non mi sembravi muto prima."

Il ragazzo continuava ad insistere e Lovino era molto vicino al colpirlo in faccia davanti a tutta la chiesa.

"Gilbert Maria Beilschmidt, non ci vediamo dalla festa in maschera alla villa di Francis se non sbaglio."

Antonio si era appena seduto al fianco di Lovino, circondandogli la vita con il braccio spingendolo più vicino a sé.

"E forse era meglio continuare a non vedersi, ja?" Gli rispose Gilbert arricciando il naso.

"Non ti ero mancato neanche un po'? Kiku deve averti davvero fatto il lavaggio del cervello." Antonio rise e Lovino potè vedere chiaramente come Gilbert si irrigidì dopo quell'affermazione.

"Non lavoro più per Kiku."

"Hai smesso di fare la puttana? Questo sì che è un colpo di scena."

Lovino guardò stupito l'albino che stava cercando di trovare le parole adatte per rispondere.

Gilbert aprì la bocca ma fu interrotto da un urlo all'entrata della chiesa.

"Tu lo sai che io dovrei essere qui più di tutti loro!"

Tutti i presenti si girarono verso l'entrata dove un ragazzo dai capelli biondi stava urlando in faccia ad una ragazza.

"Sta zitto Jones la polizia non è invitata!"

Gilbert aveva lasciato perdere la questione con Antonio e ora stava facendo il dito medio al poliziotto.

"Non sono qui in veste di poliziotto ma-" Alfred si bloccò passando lo sguardo da Gilbert alla ragazza.

"Oh davvero? Allora in che veste sei qui?" Gingillò la ragazza.

Il poliziotto non rispose, mugugnò qualcosa che somigliava molto a "come se tu non lo sapessi" ma nessuno, oltre alla ragazza davanti a lui, lo sentì.

Blood on the wall // Hetalia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora