Avevo trascorso gli ultimi mesi rinchiusa in quel centro. Le giornate, già dopo la prima settimana, erano diventate così monotone e tristi e non potevo negare che, nonostante avessi accettato il ricovero, più volte mi era passata per la testa l'idea di fuggire. Soprattutto durante la notte, quando il silenzio ingombrante faceva il suo ingresso nella mia camera, mi ritrovavo a pensare a cosa stessi facendo realmente lì. Volevo abbandonare quella fossa che avevo creato con le mie stesse mani.
Mi guardavo allo specchio ed ogni volta piangevo. Osservavo l'immagine riflessa e pensavo che quella ragazza non potessi essere davvero io. Poi sospiravo e mi rimettevo a letto, nella speranza che nell'indomani tutto quello sarebbe finito.
A metà giugno, quasi un mese dopo il mio ricovero, arrivò Sierra.
Fu come un raggio di sole nelle mie giornate uggiose. Mai avrei immaginato di poter stringere una così solida amicizia in un tempo relativamente breve.
Con le altre ragazze del centro era stato ben diverso, ci salutavamo esclusivamente durante i vari pasti e le attività ricreative. Nonostante fossimo molto diverse per vari tratti, adoravo essere in sua compagnia.
<<Hey Jess, andiamo?>>
Sorrisi alla mia amica ed insieme ci recammo sul tetto della struttura. Ormai era una vera e propria routine salire lì sopra. Avevamo scoperto quel luogo poco tempo fa, ma non impiegammo molto a farlo diventare il nostro posto.
Per me era molto più che un semplice terrazzo dal quale potevamo osservare i grattacieli della bella New York, bensì era come se potessi godere di quel senso di libertà ormai perduto.
La Grande Mela era da sempre la mia città preferita. Sin da bambina ero rimasta incantata dalla sua maestosità, possedeva un non so che dal quale ero particolarmente attratta.
Camminai verso il cornicione e per un millesimo di secondo pensai a cosa sarebbe successo se mi fossi buttata. Scacciai subito quella scena e misi a tacere tutti i pensieri negativi. Ritornai vicino alla mia amica e accesi una sigaretta.
<<L'hai pensato di nuovo, vero?>> domandò.
<<L'ho pensato, sì.>>
Con lei non avevo bisogno di mentire, anche perché eravamo esattamente nella medesima situazione.
<<I dottori dicono che fra qualche settimana mi dimetteranno. Dopo due anni, posso dire davvero di star bene.>>
Sierra era affetta da bulimia nervosa. Trascorreva metà del suo tempo ad ingozzarsi e l'altra metà a vomitare. Aveva deciso di porre fine a quest'agonia accettando il ricovero e ne era molto entusiasta, nonostante a volte capitasse di ricadere in quelle vecchie abitudini. Ero così felice per lei.
<<Il dott. Brooks ha comunicato a mia madre che se continuerò a migliorare verrò dimessa. Non sono contenta, affatto. Ho paura di ritornare alla quotidianità.>>
Ed era vero. I miei pensieri non erano scomparsi, avevo solamente imparato a gestirli meglio. Non ero ancora rientrata nel mio peso forma, ma avevo ormai acquisito abbastanza chili.
Ero decisamente sulla via della guarigione, ma quella stupida vocina nella mia testa continuava a ripetermi che ciò che stessi facendo fosse sbagliato.
<<Vedrai che non sarà così difficile. Sei forte Jess, più di quanto tu sappia.>>
Sorrisi ascoltando quelle parole. Ero davvero forte come diceva Sierra? Avrei mai messo a tacere quella voce che turbava i miei pensieri da così tanto tempo?Spazio Autrice
Salve a tutti! Questo è il primo capitolo di Illusion. Per chiunque volesse, su Instagram ho creato un profilo dedicato alla storia, seguitemi se vi va!
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Illusion
RomanceIn un mondo in cui siamo bombardati da stereotipi di bellezza che molto spesso corrispondono alla magrezza, Jessica Williams vorrebbe riuscire a guardare il mondo in modo totalmente diverso, ma è troppo ossessionata dall'idea di raggiungere la perf...