«Cristo santo, Jack, ma sei impazzito?! Vuoi farmi prendere un colpo?» accusai un po' istericamente il mio nuovo collaboratore, voltandomi bruscamente e già sul piede di guerra.
Se ne stava con la schiena appoggiata al muro, le braccia incrociate sul petto e quel sorrisetto strafottente decisamente poco appropriato e parecchio irritante, vista la circostanza.
«Da quando sei così nervosa?» domandò staccandosi dalla parete e venendomi incontro.
«Da quando gli stronzi compaiono all'improvviso alle spalle delle donne sole nei parcheggi vuoti» lo apostrofai acidamente lanciandogli occhiate infuocate.
«Davanti a una centrale circondata di telecamere di sorveglianza? Dovrei essere coglione oltre che stronzo» mi schernì sogghignando divertito. «Come sta Clara? È un po' che non la vedo» chiese riferendosi a mia madre.
«Benissimo, grazie per l'interesse» risposi acidamente. «Che diavolo ci fai ancora qui a quest'ora?»
«Visto che sei poco collaborativa sono andato a farmi un giro all'archivio e, a differenza tua, alcune persone erano felici di rivedermi» replicò facendomi segno di camminare.
«Saranno persone che non hanno dovuto aver a che fare con te.» Non avrei perso occasioni di lanciargli frecciate.
«Tu dici?» mi chiese sfacciato. «Sapevi che Nancy lavora ancora all'archivio? Lei sembrava particolarmente felice di rivedermi.» Mi stava provocando.
Durante il periodo in cui eravamo stati partner avevano avuto una storia, o così la pensava lei, perché Jack non era affatto tipo da relazioni, soprattutto quelle che prevedevano l'andare oltre il soddisfacimento dei propri bisogni sessuali e Nancy glieli soddisfaceva piuttosto bene, visto il numero di volte in cui il mio collega aveva sentito il bisogno di andare lì sotto a fare ricerche su vecchi casi.
Non le ero molto simpatica, non le piaceva che collaborassimo insieme, dal momento che piano piano lui aveva smesso di andare a farle visita, ma non era colpa mia, lui era fatto così: si annoiava piuttosto in fretta delle donne con cui giocava e, non volendo legami di alcun tipo, finiva per sostituire con fin troppa facilità le proprie compagne di letto.
Neanche il suo trasferimento e tutto quello che mi era successo era servito a smorzare il livore di quella donna, visto che anche quando mi aveva incontrata quella mattina mi aveva rivolto una delle sue solite occhiatacce; anzi, avrei quasi giurato che pensasse meritassi ciò che mi era capitato.
Alcune persone non sono proprio in grado di accettare che alcune cose possano finire, che noi lo vogliamo o meno.
«Davvero? Non l'avevo notata» mentii per non dargli soddisfazione e prestarmi a quelle sciocche provocazioni. «Perché mi stai seguendo, Jack?»
«Perché credi ti stia seguendo?» mi chiese di rimando.
«Perché mi sembra piuttosto strano che tu sia andato via nello stesso momento in cui l'ho fatto io.»
Si comportava come se non fosse successo niente, come se fossimo ancora grandi amici eppure lui non sapeva niente di me e io non sapevo niente di lui e poco ma sicuro non eravamo amici.
«Sono andato via prima di te, ma quando sono uscito ho incontrato Alan e mi ha detto che eri ancora dentro, così ti ho aspettata» mi disse con un'alzata di spalle.
«E a cosa devo tutta questa premura?» chiesi sfoggiando uno dei miei falsi sorrisi.
«Volevo sapere del caso.»
Ci avrei giurato che il suo atteggiamento non fosse affatto disinteressato.
«Di quale caso?» domandai ingenuamente.
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VOICES - SUSSURRI
Mistério / SuspenseEmma Steal è una detective che ha dato la caccia per molto tempo a un serial killer con un modus operandi molto particolare. Dopo un anno trascorso in terapia, a causa di qualcosa che l'ha profondamente segnata durante la caccia all'uomo, finalment...