CHAPTER 4

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Leo se ne stava accucciato su una pietra, al margine del bosco. Si stava appena riprendendo dal sogno. "Che femminuccia che sei, Valdez. Era solo uno stupido sogno."pensava, tra sè e sè. Aveva ancora il viso umido di lacrime amare. All'inizio aveva pensato di parlarne con qualcuno, per poi ripensarci quasi subito. Lui non aveva molti amici. Non che avesse importanza, avrebbe dimenticato l'incubo nel giro di poche ore, con tutto il lavoro che aveva da fare alla fucina. Ogni tanto gli sfuggiva ancora qualche singhiozzo, ma per il resto riuscì a trattenersi. Rimase lì ancora un pò.

Ovviamente, distratto com'era, non si sarebbe mai e poi mai reso conto del figlio di ade distante solo una manciata di metri da lui, che piangeva piuttosto in silenzio. Ma Nico, con le orecchie abituate ai richiami estenuanti dei morti captò dei lievi singhiozzi a poca distanza da lui. Si alzò, e come un ombra si avvicino alla sagoma seduta su una roccia. Appena capì chi fosse, un brivido di rabbia gli attraversó la schiena: la storia dello scherzo che aveva subito lo turbava ancora. Come si era permesso quel Valdez? All'improvviso però, tra tutta quella rabbia, fece capolino un pò di compassione. Perchè il figlio di Efesto singhiozzava? Che avesse anche lui avuto un incubo?

Scacció quei pensieri. Non era da lui preoccuparsi tanto per gli altri, soprattutto se questi altri avevano gusto solo a prenderti in giro. Tornó a prevalere la fustrazione, nella situazione complicata che stava vivendo il suo povero cervello. All'improvviso gli venne in mente una cosa geniale. Perchè non sfruttare i propri poteri? Del resto facevano paura a tutti, o no?

Mise due dita in bocca e fischiò. Un enorme segugio corse verso di lui: la signora O' Leary. Gli venne davanti e leccò tutta la faccia, nonostante i tentativi di divincolarsi di Nico. Con affetto egli gli accarezzò un'orecchia ed il muso. Il segugio sembrava apprezzare ed accontentarsi. Ora aveva il piano perfetto per spaventare a morte quello stupido figlio del fuoco. Provò a manipolare la foschia, e così mrs O'Leary si ritrovò un muso pieno di cicatrici, denti storti ma affilati ed un pelo ispido e sporco di fango. Nico ammirò il suo capolavoro. Perfetto. Ma non gli sarebbe bastato. Sarebbe stato troppo poco...era solo un cane...spaventoso, certo, ma pur sempre una specie di cane. Chiuse gli occhi, alzò le mani all'altezza dei propri fianchi e intorno a lui caló il buio. Subito dopo, un esercito di cadaveri con la pelle quasi trasparente e cavità a posto degli occhi, del naso e della bocca  avanzava verso di lui. Lo fece scomparire: si certo, aveva funzionato e aveva lo scherzo pronto, ma doveva allenare il segugio a metter paura, invece di leccare  sempre il viso alle persone. Saltó sulla schiena del cane e si avviarono verso il campo di addestramento. Leo Valdez aveva le ore contate.

A Spark In The Darkness (Valdangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora