CHAPTER 5

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Intrappolato nel suo incubo, Leo vedeva la distruzione del campo senza poter agire, bloccato in un enorme blocco di ghiaccio che gli congelava il cuore. E le mani. Non poteva usare l'unico strumento utile al momento: il fuoco. Si sentì soffocare. Vide Annabeth e Percy trafitti da un ciclope. Vide Piper morire strangolata da un serpente. Non fece in tempo a notare le morti degli altri suoi amici: ormai era morto dentro. Il Campo Mezzosangue era la sua casa, ormai. Senza quello non aveva nulla. E i suoi amici erano appena morti. Se al mondo non c'è nessuno che tiene a te, esisti davvero? Le urla gli morivano nel petto, lottando per uscire da una gola ormai secca. Gli occhi socchiusi bruciavano per il gelo del cubo di ghiaccio. In quel momento avrebbe preferito senza dubbio essere un pinguino. Dove sono gli animali strani quando servono? Il cubo ghiacciato esplose, e così anche lui. Vide solo del fuoco e delle urla ovattate in lontananza. Il suo corpo viaggiava a velocità elevata verso nord, ma era ormai senza vita. La sua anima fluttuava. Appena vide zia Callida piantare una pietra dorata appuntita nel cuore di Hazel, in lontananza, si risvegliò. Aprì gli occhi ed asciugò il viso, arrossato ed umido. Si accorse di aver dormito sotto il masso dove, la sera prima, si era rifugiato in un momento di debolezza e poi avrebbe giurato di aver sentito la signora O'Leary, un segugio infernale del Campo. Doveva essere molto presto: il cielo era ancora azzurro scuro con delle venature rosa ed arancione pesca, miste a delle sotti strisce di nuvole grigiastre. Tirava un forte vento, così decise di tornare alla sua cabina, fino a che non sarebbero cominciate le normali attività nel campo. Non sapeva che, all'uscita dalla cabina, poche ore dopo, si sarebbe ritrovato una sorpresa inaspettata, quanto quasi attesa.

Nico non aveva dormito quasi per niente. Era stato tutta la notte ad allenarsi con l'enorme segugio, che proprio non ne voleva sapere di ascoltare i suoi ordini.

Nonostante le varie difficoltà c'era quasi riuscito. Ora bastava spiegare al cane la persona da spaventare. Era quasi mattina, notò con quasi dispiacere, e di lì a poco lo scherzo avrebbe avuto luogo. Guidò la signora O'Leary verso la cabina del dio del fuoco, tenendola comunque ad una debita distanza, e indicò più volte il luogo. Per tutta risposta, il segugio si sedette e si addormentò. "Stupidi, inutili, cani."pensò Nico, e provò a svegliarlo dando dei calci. Notando che non avrebbe potuto far altro per svegliare la creatura stabilì che quella nottata passata in piedi era stata totalmente inutile. Ora poteva contare solo sui suoi migliori amici: gli scheletri. Attese sotto un albero che arrivasse mezzogiorno. Nel frattempo fece un sonnellino.

Arrivata l'ora, si posizionò dinanzi la cabina, lasciando dello spazio di fronte a sè. Ora il sole emanava una luce accecante, e già lo stava infastidendo. Spostò il peso da un piede all'altro, chiude gli occhi, segnati da profonde occhiaie, e schioccò le dita, proprio mentre la porta della cabina di Efesto si apriva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 20, 2014 ⏰

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A Spark In The Darkness (Valdangelo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora