Capitolo 12

1.9K 96 85
                                    




Giorno 11 di crociera - Heraklion - Creta, Grecia

Nei giorni seguenti diventò evidente che vedere Lauren segretamente era molto più difficile di quanto entrambe ci aspettassimo. Tra le sue ore di lavoro e i miei genitori autoritari, sembrava praticamente impossibile.

Per quanto volessi provare a divertirmi ad esplorare la nostra prima tappa in Grecia, tutto quello a cui potevo pensare era quanto fantastico sarebbe stato avere la possibilità di vedere quei posti con Lauren. Bastava semplicemente vedere qualcosa con la stessa sfumatura di verde dei suoi occhi, una coppia che si teneva per mano o anche qualcosa di figo per il quale sapevo che lei si sarebbe sovreccitata nel fare una foto, e la mia mente veniva ancora una volta completamente consumata da lei. Era come se fosse una droga e io ne sentissi costantemente gli effetti ogni volta che le stavo vicino. Ero dipendente dal modo in cui poteva paralizzare una parte del mio cervello mentre simultaneamente intensificava tutti i miei sensi, permettendomi di sentire tutto e niente allo stesso tempo. Mi sentivo come se nulla mi potesse fare del male quando stavo con lei.

Comunque, quando ritornai sulla nave erano quasi 48 ore dall'ultima volta che eravamo state insieme e io stavo decisamente incominciando ad avere sintomi di astinenza da Lauren. Anche se non avevo mai realmente provato le vere droghe, immaginavo che quella fosse la sensazione.

Appena entrai nella sala ristorante quella sera scannerizzai la stanza e individuai Lauren quasi immediatamente. Non sapevo se quello rendesse le cose migliori o peggiori. Il detto "così vicini, eppure così lontani" improvvisamente ebbe molto più senso per me. Era difficile stare così vicina a lei e sapere che non potessimo parlare, non ci potessimo toccare, non ci potessimo nemmeno guardare l'un l'altra per troppo tempo.

Ad un certo punto, mentre mangiavo, iniziai a giocare mentalmente ad un gioco con me stessa per vedere quante volte riuscissi a catturare il suo sguardo e mi resi subito conto che lei stesse giocando allo stesso gioco. Mentre passava vicino al mio tavolo con un altro ordine i nostri occhi si rincontrarono velocemente per l'ottava volta e io decisi di portare repentinamente quel gioco ad un livello più alto. Mantenni il suo sguardo e lentamente ma seducentemente mi morsi il labbro inferiore. Riuscii a vedere l'effetto immediato che ebbi su di lei non appena il giocoso sguardo nei suoi occhi si trasformò in lussuria. Tutto quello mi rendeva in un certo senso potente.

Lauren si era distratta per un solo secondo ma fu abbastanza per farla inciampare distrattamente in una sedia del tavolo di fianco al nostro, facendole sbattere l'osso dell'anca, mentre cercava di trattenere il cibo che stava portando su un vassoio. Soffocai una risata vedendo il suo viso diventare rosso mentre si scusava profondamente con un anziano signore seduto su quella sedia.

- "Camila stai almeno ascoltando quello che sto dicendo?" il suono della voce severa di mio padre mi riportò alla realtà.

- "Umm, si scusami. Che stavi dicendo?" mormorai.

Mio padre rilasciò un pesante sospiro "Ho detto che tua madre e io discutevamo del fatto che potresti usare un po' del tuo tempo libero qui sulla nave in maniera un po' più produttiva. Magari imparando a suonare un nuovo strumento o imparando una nuova lingua!"

Morii un po' dentro. Era tutto quello che mi serviva, qualcos'altro che mi impedisse di vedere Lauren.

- "Passeremo solamente altri tredici giorni sulla nave, non ci sono possibilità che io impari una lingua in così poco tempo" sospirai incredula. Perchè non lasciavano semplicemente godermi l'estate come una normale adolescente?

- "Beh magari qualche lezione di musica! Potresti imparare le basi e poi potresti continuare una volta tornata a Miami" insistette mia madre.

- "Io non..." cominciai a dire prima di essere interrotta da mio padre.

Lifeboat Lighthouse (Traduzione Ita Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora