Capitolo 2

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- Che c'è adesso? - chiese Kaito vedendo il muso lungo di Aoko.

Lei incrociò le braccia al petto e distolse lo sguardo, guardando fuori dalla finestra della classe.

L'amico sbuffò.

- Sei sempre arrabbiata perché tuo padre ti trascura? - chiese.

- Mi trascura sempre a causa di Kid - borbottò lei accigliata - Se lui non esistesse... -

Kaito strinse le labbra.

Se solo fosse possibile...

Se solo fosse riuscito a trovare quella maledetta pietra, quella storia sarebbe finita.
Lui sarebbe tornato ad essere semplicemente Kaito.

Sospirò e si passò una mano nei capelli.

La pietra della notte precedente era stato l'ennesimo buco nell'acqua.
Ancora una volta aveva fallito, nemmeno quella era Pandora.

Secondo la ricerca che aveva fatto all'inizio di quella storia aveva constatato che mancava solo una pietra per completare la sua ricerca e a rigor di logica era quella che conteneva Pandora.

Quindi doveva darsi una mossa.

Quella mattina aveva spedito la pietra alla centrale e non ci sarebbe voluto molto prima che i mas media lo avessero comunicato. E così l'organizzazione avrebbe capito che quella non era Pandora e si sarebbero messi sulle tracce dell'ultima pietra.

E lui doveva trovarla per primo.

- Ci fosse una volta che mi stai a sentire! - esclamò la voce di Aoko poco prima che un quaderno lo colpisse in testa.

- Ahia! Perché? - esclamò Kaito.

- Ti stavo parlando ma non hai ascoltato nemmeno una parola di quello che ho detto - si lamentò la ragazza.

Lui scrollò le spalle, indifferente.

Aoko sbuffò e si alzò dal banco, andando dalle sue amiche.

Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi...

                           ***

Aoko si chiuse in camera sbuffando come un bufalo.

Era arrabbiata con suo padre perché non c'era mai.

Era arrabbiata con Ladro Kid perché gli rovinava le giornate: quel dannato ladro era sulla bocca di tutti ovunque andasse.

Era arrabbiata con Kaito che prima gli chiedeva come stava e poi la ignorava.

Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno ma nessuno l'ascoltava veramente.

Era frustrante.

In quel momento le arrivò un messaggio da Kaito:

"Stasera non vengo a cena, devo fare una commissione per Jii. Scusa"

Sbuffò e gettò il telefono sul letto.

Dannato Kaito!

Detestava che quel ragazzo fosse il suo primo pensiero la mattina e l'ultimo la sera.

Detestava il fatto che tra tanti ragazzi a quel mondo si era innamorata proprio di lui!

Kaito Kuroba era un mistero: viveva per conto suo, faceva le sue regole, giocava a carte scoperte, nascondeva delle cose.

Ed era questo che la turbava più di tutto il resto.

Conosceva quel ragazzo da una vita ma da qualche tempo era cambiato: mentiva, lo sapeva, non c'era mai a casa, più di una volta aveva scoperto che usciva la sera tardi.
Qualcosa di notte faceva perché molto spesso, la mattina era capitato che non si alzava in tempo per andare a lezione o si addormentava in classe.

Come quella sera, l'ennesima sera in cui doveva fare qualcosa per Jii.

Aoko si faceva le peggio fantasie.
Un po' dovuto anche al fatto che era innamorata di lui ed estremamente gelosa.

Quella sera nemmeno suo padre sarebbe tornato a cena e lei aveva bisogno di far sparire i suoi dubbi una volta per tutte.

Per questo prese quella decisione azzardata...

                               ***

Kaito sapeva, sentiva di essere osservato

Ma non se ne curò più di tanto.

Nel suo lavoro capitava di sentirsi osservato solo a causa della tensione che lo accompagnava nei suoi colpi.

Quella sera non era Ladro Kid però.

Aveva saputo da alcune fonti che l'ultima pietra, che per giunta doveva trovarsi in Egitto era stata portata a Tokyo da un certo magnate, che voleva regalare il gioiello alla neo moglie.

Se non si chiamava fortuna quella, non sapeva come chiamarla.

Fatto sta che la pietra era al sicuro ma da una settimana a quella parte sarebbe stata portata all'esterno in un galà di beneficenza, dove il magnate lo avrebbe donato alla moglie per le nozze.

Kaito sapeva dove si sarebbe tenuto il galà e quella sera era andato a perlustrare la zona per vedere come muoversi e come entrare.

Insomma, era andato a preparare il suo personale palcoscenico.

L'edificio era enorme e ben sigillato, abbastanza impenetrabile e quella sera ci sarebbero state le guardie, senza considerare che avrebbe lanciato la sua solita sfida, forse.

Questa volta era indeciso se fare una sorpresa a tutti!

Se non riusciva ad entrare come suo solito sarebbe entrato con l'invito, non sarebbe stato difficile, bastava essere nel posto giusto al momento giusto.

- Si può sapere che cosa cavolo stai facendo? - chiese una voce sorprendendo.

Kaito si voltò nel momento in cui estraeva la sua solita pistola dalla cintura dei pantaloni ma si bloccò in tempo, lasciando la mano dietro la schiena quando si accorse di chi lo aveva sorpreso.

- Che ci fai tu qui a quest'ora? - chiese il ragazzo sorpreso, rimettendo l'arma al suo posto.

- È la stessa domanda che dovrei fare a te, Kuroba Kaito - disse Aoko fissandolo truce e con le mani sui fianchi...


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