Stelle e quindici anni

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Quindici anni. Jungkook li avrebbe compiuti a breve, questione di pochi minuti, e non riusciva a pensare ad altro.

Sarebbe cambiato? Un cinque in più non ti cambia, si rispose.

Sarebbe cresciuto? Lo sperava, lo sperava davvero.

E non si riferiva a cose come privilegi riservati a chi era più grande, sperava di crescere per sé stesso, non per gli altri: voleva essere di più di un semplice numero.

Voleva crescere, anche se non sapeva bene cosa significasse: fare le cose da soli? Essere in grado di fare le cose da soli? Essere forti? Non aver più paura? Jungkook voleva tanto non avere più paura, temeva la cosa peggiore che potesse temere: se stesso.

Non si tirava mai indietro quando si trattava di esprimere un pensiero, eppure, i suoi, lo terrorizzavano: Jungkook pensava tanto, forse troppo, e a volte faticava a respirare, quando i suoi pensieri lo sopraffacevano. Nessuno sapeva di questo, nemmeno Taehyung.

Oh, Taehyung.

Lui rientrava tra quei pensieri che lo soffocavano.

Quante volte aveva tentato invano ad identificare i suoi sentimenti per lui!

Sentimenti, anche quelli erano terrificanti, per Jungkook: non poteva chiamare quello che provava nei confronti del suo migliore amico amore. Non era possibile, si conoscevano da così tanti anni...se fosse stato innamorato di lui se ne sarebbe accorto prima. La sua, magari, era solo attrazione, in fondo, Taehyung era un bel ragazzo - il più bello che avesse mai visto, dannazione -: chiunque gli avrebbe chiesto un bacio; eppure, Jungkook sperava che nessuno l'avrebbe mai fatto.

Stava succedendo di nuovo: i suoi pensieri lo stavano asfissiando.

Per fortuna, la suoneria del suo cellulare lo aiutò a riprendersi.

Sorrise quando sul display lesse il nome di Taehyung, ma smise di farlo appena lo sentì ansimare il suo nome con voce strozzata.

"Hyung, stai bene?!" gridò, allarmato e non curante della sua famiglia che dormiva.

"N-Non...respiro." balbettò l'altro.

"I tuoi?"

"F-Fuori."

"Sono da te tra cinque minuti." concluse infine il minore.

Jungkook si infilò la giacca e salì in bici con una velocità sovrumana, e prese a pedalare come se un incendio lo stesse inseguendo.

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Quando arrivò a casa di Taehyung, fu grato di trovare la porta aperta e, una volta entrato, si precipitò su per le scale, chiamando l'amico a gran voce. Raggiunse la sua stanza, ma non vi trovò nessuno. Si guardò attorno in preda al panico, quando notò una scala a pioli che spariva oltre il lucernario: confuso, salì e rischiò quasi di sfracellarsi al suolo quando, sul tetto, trovò Taehyung, che urlò "Sorpresa!".

"Porca puttana, Taehyung! Mi hai fatto-" ma le sue parole furono soffocate contro il palmo dell'altro ragazzo, che accompagnò il gesto con uno "shh!".

Guardò l'orologio che aveva al polso e "Cinque, quattro, tre, due, uno...buon compleanno, Kook." sorrise, per poi sollevare il mento del minore, costringendolo a guardare un cielo da cui piovevano stelle a raffica.

"Wow..." sussurrò Jungkook, la cui bocca era stata finalmente liberata. "Hai fatto cadere le stelle per il mio compleanno, hyung? Non dovevi!" scherzò, stavolta guardando il suo migliore amico, che scosse la testa.

"Non è questo il mio regalo. Anzi, ho fatto tutta questa cosa per dartelo...non volevo aspettare di farlo venerdì, alla festa, sotto gli occhi di tutti." spiegò, prima di tirare fuori dalla sua tasca due anelli argentati.

𝐔𝐧 𝐛𝐚𝐜𝐢𝐨 •𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora