Cliché e vertigini

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Ci sono vari stereotipi sui sintomi dell'amore: la perdita dell'appetito, le farfalle nella pancia, la testa fra le nuvole.

Taehyung non presentava nessuno di questi sintomi: era perfettamente lucido, non aveva nessun insetto ad infestargli lo stomaco e mangiava con la solita voracità famelica di sempre. Era lieto di non rientrare in alcuno stereotipo sicuramente perché odiava essere un cliché, ma soprattutto perché mai e poi mai avrebbe voluto ammettere di essere innamorato di Jungkook.

Eppure, mentre si aggiravano tra i banchi al fiera del paese, Taehyung venne colto da una desiderio, un bisogno impellente, una necessità innegabile, di intrecciare le sue dita con quelle di Jungkook.

"Kook..." il ragazzo provava un lieve imbarazzo nell'avanzare quella richiesta e fu la prima volta che il minore vide lo spavaldo, sfacciato, sicuro di sé Kim Taehyung arrossire "I-io...vorrei tenerti per mano." mormorò, fissando il pavimento.

Il viso di Jungkook s'illuminò. Lui, che già da tempo aveva ammesso, accettato e dichiarato i propri sentimenti nei confronti dell'altro, rassicurato dal fatto che i loro hyung erano sparsi per il paese, non esitò a far scivolare il palmo contro quello di Taehyung e a chiudere le dita attorno al dorso della sua mano.

Jungkook ricorda ancora che quello fu il momento in cui si rese conto che a tenerli così vicini, non era il contatto fisico.

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Mentre camminavano sulla strada principale, guardando il tiro a segno e l'uomo baffuto che vendeva zucchero filato, nella mente di Jungkook s'insinuò la reminiscienza di qualche film americano che aveva visto e venne colto da una realizzazione improvvisa.

"Hyung, io e te non siamo mai stati ad un appuntamento." constatò pacatamente, senza distogliere lo sguardo dalla strada di fronte a sé.

"Tu non me l'hai mai chiesto." Taehyung ghignava, malandrino.

"Nemmeno tu a me!" gridò il minore, guardando l'altro come se avesse appena bestemmiato in chiesa.

"Beh, vuoi che te lo chieda?" Taehyung mosse un passo verso il corvino, divertito. Jungkook fece lo stesso.

"Tu vuoi chiedermelo?" sussurrò.

Lo sguardo di Taehyung cadde per un secondo sulle labbra sottili di Jungkook, quando si rese conto di quanto erano vicine alle proprie. Bramava quelle labbra ogni volta che non le baciava e quando le baciava le bramava ancora di più.

Ma con sorpresa di entrambi, Taehyung non eliminò la poca distanza che lo separava da Jungkook per baciarlo: al contrario, si allontanò bruscamente.

"Nah." disse, con nonchalance "Già ti vedo tutti i giorni."

L'attimo dopo, Jungkook si era zainettato sulle sue spalle con l'intento di strozzarlo.

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Jimin si era innamorato. Cotto. Perso. Si era preso una bella sbandata per quel gigante buono tutto baci e carezze.

Fu per questo che quando Namjoon gli porse l'orsetto di peluche che aveva orgogliosamente vinto al tiro a segno, si gettò su di lui, lo afferrò per il colletto della camicia e lo tirò verso di sé, baciandolo in preda alla felicità, incurante di chiunque stesse intorno a loro.

Le labbra di Namjoon avevano il gusto zuccheroso delle mele caramellate che aveva insistito a comprare per entrambi; il suo profumo era quello virile ma allo stesso tempo dolce che Jimin aveva sentito solo su di lui (e che sperava di non sentire su nessun altro) e le sue mani, dopo un momento di sorpresa dovuto a quel bacio improvviso, si erano posate sui fianchi del minore con una delicatezza tale che a Jimin venne da ridere, chiedendosi se quello fosse lo stesso ragazzo che aveva rotto tre paia di occhiali da sole nell'ultima settimana.

𝐔𝐧 𝐛𝐚𝐜𝐢𝐨 •𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora