Le sue gote arrossate la rendevano ancora più bella.
Il suo petto scandiva un ritmo impreciso, veloce, si alzava ed abbassava in fretta senza un attimo di immobilità. Le baciai la tempia madida di sudore e lei si strinse a me, la circondai ancora di più col braccio sul quale era appoggiata.
Era stupenda.
I suoi capelli rossi così spettinati la rendevano ancor più sensuale, le sue labbra carnose mi provocavano, serrate in un lieve sorriso che mai mi sarei tolto dalla mente.
Era un quadro perfetto in un mondo imperfetto.
L'ho già detto che era stupenda?
Non lo dico solo perché fosse mia moglie, lei era davvero stupenda. Non glielo dicevo spesso ma lo pensavo quasi ogni giorno, era la donna più bella che avessi mai incontrato in tutta la mia vita, una di quelle donne per cui nessun'altra ti fa venir voglia di distrarti, né una per strada né una in tv, nessuna. Era una di quelle donne per cui vederne la vecchiaia era un onore, avere entrambi una ruga in più mi rendeva l'uomo più felice del mondo, ma quello lo ero anche semplicemente quando l'avevo al mio fianco.
In quel momento pensai chiaramente, però, cos'ho fatto per meritarmi una donna così bella?Nulla, in realtà.
Lei era una dea scesa sulla terra per me probabilmente, era la mia Afrodite, mi ammaliava ogni giorno senza nemmeno volerlo, ed io ogni giorno me ne innamoravo più di prima.
La prima volta che l'avevo vista ero già un uomo perso, fu un punto di non ritorno, non me ne separai più; nonostante fossimo giovani capii fin da subito che una parte di me si era legata ormai a lei, ma che speranze avevo? Che speranze aveva un uomo come me di esser anche solo notato da una simile divinità? Pochissime... eppure ci provai, ed ora ero lì, avevamo entrambi le nostre fedi, eravamo nel nostro letto matrimoniale, nudi, stanchi, felici, e nella stanza accanto dormiva nostro figlio.«Ti amo.» sussurrai flebilmente, senza che potesse sentirmi.
Il suo respiro si era ormai acquietato, dormiva profondamente, permettendomi di bearmi di lei, del profumo della sua pelle, della sua essenza, al solo costo di un braccio leggermente addormentato.
Sorrisi appena, baciandole i capelli e chiudendo gli occhi.Era davvero la mia Afrodite, così dicevo sempre... dopotutto io mi chiamavo Ares, quale paragone poteva essere più azzeccato?
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"Questa storia partecipa a #TheWritingWeek di Fanwriter.it"
» Lista: PERSONALIZZATA
» Prompt: POV 1
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#TheWritingWeek
Short StoryChe succede mettendo insieme una scrittrice che non scrive più da tempo ed una writing week sfiziosa e stimolante? Questo. Saranno 7 racconti collegati da un unico filo conduttore: un personaggio attorno a cui gira l'intera vicenda. Non penso di pot...