Capitolo 3

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«RONALD!»

Hermione non capiva come Ron non si fosse accorto prima di stare in piedi (o meglio, barcollare) sulla sua copia di Pozioni Avanzate. Se non si fosse spostato entro un nanosecondo, Hermione l'avrebbe affatturato a vita. Per sua fortuna Ron decise di cadere addosso a Luna e il libro fu recuperato prontamente con un Accio. Luna non staccò gli occhi dalla farfalla azzurra che stava esaminando a gambe incrociate: sembrava l'unica a non essere stata danneggiata o urtata dalla smaterializzazione (aveva persino i capelli ordinati). Il libro che aveva retto il peso di Ron non aveva subito molti danni, soltanto la copertina un po' piegata verso l'interno e un'impronta infangata fra il titolo e il nome dell'autore. «Ron, dovresti dimagrire prima di salire sui miei libri!» sbottò Hermione, poi mise il libro sulla colonna che aveva creato, che era sul punto di crollare da un momento all'altro.

Ron era abbastanza confuso. Non gli piacque il fatto che Malfoy li avesse portati da qualche parte: non credeva che li avesse salvato la vita, ma soltanto messa da parte per una seconda occasione. Si aspettava di vedere mangiamorte e dissennatori spuntare come funghi dal terreno, e per quello si era posizionato con una mossa tattica su Pozioni Avanzate della sua amica (un libro che, in tutta sincerità, voleva calpestare da molto tempo). Proprio quando stava per scusarsi con Hermione, Luna e sé stesso per non aver mai provato a perdere peso, arrivò un'orda di ragazzi e ragazze.

Avanzavano guardinghi e non sembravano molto amichevoli persino a Ron, che di solito non era specializzato in "lettura di persone". Erano vestiti tutti quasi allo stesso modo: sia i maschi sia le femmine portavano magliette arancioni con delle scritte nere, ancora troppo lontane per essere lette (dall'atteggiamento che avevano, Ron capì che avrebbe sacrificato volentieri il non poter mai leggere le t-shirt a patto che nessuno si avvicinasse a loro). Le parti inferiori invece non erano coordinate, e spaziavano da gonne colorate a jeans e bermuda scoloriti. L'unica macchia nera in quella massa uniforme era un ragazzino all'apparenza più piccolo, perché una testa più basso di chiunque altro nel gruppo. Era anche quello che incuteva più paura, ma Ron non seppe spiegare perché. Iniziò soltanto a prendere la bacchetta e indietreggiare lentamente: si sentiva come un animale in trappola, che rischiava un attacco quando si muoveva troppo velocemente. Pensò di non potersi spaventare di più, ma appena sentì Harry e Hermione accanto a lui un enorme centauro spuntò fuori dal nulla, come se uscisse da uno specchio d'acqua verticale. Non essendo uno studente da E in... beh, in nulla, Ron non rammentava nemmeno un incantesimo che potesse creare una porta o un'entrata del genere, anche perché se fosse esistito l'avrebbe già visto usare a Fred e George per entrare ad effetto in cucina mentre sua madre era ai fornelli. Con i pensieri rivolti ai pranzi di Natale che preparava Molly Weasley, Ron si fece coraggio e alzò la sua bacchetta.

Harry fu più veloce: aveva già puntato il ragazzino emo che si trovava più o meno nel mezzo, e in prima linea, perché gli dava una strana sensazione. Quando i ragazzi videro le bacchette, sembrarono confusi e un po' intimoriti, tranne un ragazzo abbronzato e alto che si trovava accanto al piccoletto vestito di nero. Sembravano due persone completamente opposte, e Harry pensò che sicuramente litigavano spesso e non andavano d'accordo. Gli ricordavano anche lui e Draco, perché... Harry non sapeva perché, ma anche loro erano molto diversi e discutevano fin troppo. Probabilmente quando i babbani avevano inventato il proverbio "Gli opposti si attraggono" non ci avevano riflettuto più di tanto, forse parlavano soltanto delle calamite. Quello che lo risvegliò dalla sua meditazione sulle decorazioni da frigorifero fu una voce.

Percy Jackson e i discendenti di EcateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora