Capitolo 2

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Percy si annoiava. Quasi ogni piccolo scherzo che faceva con o contro gli Stoll (ad esempio fare esplodere le uniche docce a disposizione della maggior parte dei ragazzi al campo, niente di grave) gli si ritorceva contro con il doppio della forza: una riunione in Casa Grande. Percy odiava le riunioni perché consistevano in Chirone che trovava una soluzione, Clarisse che dichiarava guerra a qualche cabina (un grande classico) e Clovis che dormiva profondamente sulla spalla di qualche malcapitato. La cosa strana è che quella volta Clovis non stava schiacciando un pisolino: non era di aiuto, certo, ma almeno non dormiva. Probabilmente molte persone al momento stavano sognando e quindi il cervello del ragazzo era sovraccarico: stava fissando la finestra con uno sguardo vacuo, e da quanto si muoveva Percy avrebbe potuto assicurare che era un bradipo in ibernazione.

Dopo aver proposto catini d'acqua per farsi il bagno, lavarsi nel lago e essersi candidato come doccino ufficiale del Campo Mezzosangue disponibile 2 ore la mattina e 2 ore la sera («Pensi che IO venga a farmi la doccia con l'acqua del lago che spruzzi TU, Jackson?!» strillò Holly Victor infondendo la più totale disapprovazione nel suo tono di voce), Percy esaurì le idee. Mentre la figlia di Ade rideva a crepapelle dall'alto del suo titolo di capocabina di una capanna dotata di docce e Jake Mason proponeva di aggiustare le tubature e chiuderla lì, Percy si sentì lo zimbello della situazione. L'ultima ancora di salvezza per distogliere tutta l'attenzione da sé era provare a risvegliare il figlio di Ipno dal suo torpore: «E tu, Clovis, che oggi ci hai degnato della tua presenza da cosciente, hai qualche idea? O vi fate la doccia con la tisana di camomilla?». Dopo circa 20 secondi di silenzio totale, Clovis girò la testa e parlò, con la sua voce melliflua e impastata dal sonno: «Io non ho idee, ma forse se chiediamo a quei ragazzi là fuori ci potranno aiutare». Chirone guardò Clovis, disperato, poi si mise una mano davanti alla bocca e si rivolse a Will Solace, il capocabina della casa di Apollo: «Will, ma è ancora in trance?», ma non fu Will a rispondere. Fu Lou Ellen, che era appoggiata al davanzale della finestra oggetto di tutta l'attenzione di Clovis e spiava da dietro la tenda: «Non ha detto una sciocchezza, c'è davvero qualcuno lì. Sono... sono appena fuori dal confine...». Tutti si alzarono e cominciarono ad andare alla finestra, ma improvvisamente si udì un urlo agghiacciante, che sembrò provenire da un ragazzo. 

Percy Jackson e i discendenti di EcateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora