Percy Jackson e i discendenti di Ecate

Capitolo 5

Luna abbandonò la farfalla perché nessuno fu così gentile da procurarle un barattolo con i buchi. La ragazza con i boccoli dorati, che aveva detto di chiamarsi Annabeth Chase, guidò Luna e i suoi amici (almeno i tre che potevano ancora reggersi in piedi, perché Draco Malfoy era stato trasportato con una barella da altre due persone) attraverso una strana barriera. Mentre attraversava la bizzarra parete, Luna si sentì come in mezzo a tanta gelatina, ma la sensazione durò ben poco.

Quello che si trovò davanti era ancora più inaspettato del fatto che i budini potessero essere invisibili: Luna non sentì più la pioggia bagnarle la pelle, perché si trovava sotto un'enorme cupola che non lasciava passare le gocce d'acqua. Alla sua sinistra si ergeva una casa con i muri azzurri alta 4 piani e alla sua destra c'era un campo di pallavolo pieno di ragazzi che giocavano tranquillamente, e si somigliavano tutti: avevano la pelle abbronzata, i capelli dorati e occhi celesti, proprio come il ragazzo che aveva steso Harry con l'infradito. I raggi di sole che si riflettevano sulla superficie del lago che Luna aveva di fronte le andavano negli occhi e un piacevole profumo di fragole riempiva l'aria.

Annabeth girò a sinistra e portò la comitiva nella villa azzurra, al piano terra, dove si doveva superare un portico per arrivare in una vasta sala con un caminetto, un tavolo da ping pong e molte sedie intorno ad esso. Lo sguardo di una testa di giaguaro impagliata giudicava attentamente tutti i presenti nella stanza, e a Luna ricordò il suo bellissimo cappello a forma di leone che utilizzava per le partite di quidditch. Mentre si chiedeva se avrebbe mai potuto assistere di nuovo a una partita, uno scatto metallico fece intuire che Annabeth avesse chiuso la porta a chiave.