8.

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Alzai lo sguardo dalla borsa fra le mie mani e il corpo di Adam che si muoveva nel mio strettissimo appartamento con sguardo curioso.

-Chi l'ha fatto questo?- chiese voltandosi un solo secondo nella mia direzione e indicando con il dito indice un quadro sulla parete.

-Non ti piace?-chiesi, lasciando la borsa improvvisata con spazzolino da denti, una crema e qualche vestito sul divano color schifezza. -Cosa ti trasmette?-

Lui corrucciò lo sguardo per poi sorridere apertamente. -Mi piace molto: è grintoso, è carico di colore.-

-Beh, grazie!- risposi ridacchiando.

-Aspetta lo hai fatto tu? - piegai le labbra in una smorfia mentre lei sue mani mi ingabbaivano i fianchi attirandomi verso di lui. -Sono laureata in arte e in grafica. Questo è uno dei miei lavori più belli.-

-Non avevo idea che avessi una laurea...-mormorò stupefatto e io risi imbarazzata. -Perchè non me lo hai detto?-

Mi strinsi nelle spalle voltando lo sguardo sulla pittura rossa che "colava" dal quadro. -Avere una triennale ormai, equivale ad avere un diploma. Non è molto importante.-

-Ma certo che lo è!! Per me lo è! Ora tutto ha un senso. Il tuo appartamento tesoro...-

-Si lo so è una scatola di scarpe.-sbuffai.

-No! Questo posto è perfetto, i colori delle pareti, i mobili, beh a parte quell'orribile divano, ma lo stile è così...Argh, non mi viene la parola!-

Risi alzandomi sulle punte dei piedi e puntellando le mani sui suoi grossi avambracci. -Sai come lusingare una ragazza, vedo!-

Le sue labbra si piegarono di lato in un sorriso sornione.

-Solo la mia ragazza.-sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra, prima che tutto intorno a noi svanisse e ci ritrovassimo perduti in quel bacio. Mi ero mai sentita in quel modo?

Sapevo già la risposta. No.



2 settimane dopo...

-Eiran è molto entusiasta del lavoro che hai fatto al locale. Non fa altro che vantarsi del nuovo aspetto dell'Imperior e della pubblicità che hai creato.-

Sollevai lo sguardo dal mio piatto di pasta che avevo appena toccato a Adam seduto di fronte a me. Sorrideva in modo dolce concentrandosi ad arrotolare gli spaghetti con la forchetta. Mi spostai i capelli dagli occhi, avevo appena accorciato il ciuffo che continuava a coprirmi gli occhi ogni volta che chinavo la testa. -Ha iniziato a chiamarmi cognatina.-ridacchiai, anche se non esattamente in vena di sorridere.

Adam sollevò un sopracciglio con fare beffardo. Dovevano essere solo 3 giorni, in cui avremmo dovuto conoscerci meglio; ma invece di tre si erano prolungati e io avevo rimandato sempre il discorso. Dovevo rimanere lì oppure no?
Non avevo idea. E il fatto che lui non accennasse nulla in merito mi rendeva nervosa e perennemente sui carboni ardenti. La nostra intimità era scarsa, quasi nulla. Come se tutto ciò che volesse da me fosse un raporto platonico, senza baci senza abbracci. Ciò mi faceva sentire davvero stordita, non pensavo che il nostro rapporto si sarebbe limitato alle singole chiacchierate durante il pranzo.

-Adam.- mormorai con lo sguardo puntato sul piatto ormai freddo. -Sono passate due settimane e mi chiedevo se... avessi bisogno dei tuoi vecchi spazi.-

Lo sentì poggiare le posate contro il piatto e spostarlo per poggiare i gomiti sul tavolo. Prese un profondo respiro. -Quello che stai cercando di dire è che te ne vuoi andare?-

Sollevai di scatto la testa.-Cosa? No non è quello che voglio dire.- o forse si? Si sarebbe accorto della mia mancanza?

-Non capisco, pensavo avessimo raggiunto un equilibrio.-

-Ed è così. Ma sembra che a volte tu debba allontanarti da me, e forse sarebbe più semplice se io tornassi al mio appartamento.-

-Ah.- sollevò le mani afferrandosi la testa, passandosi le dita fra i capelli in modo frustrato. -Si hai ragione. A volte ho bisogno di spazio, ma non è per quello che pensi.-

Si sollevò dalla sedia affiancandomi velocemente mentre io rimanevo seduta immobile, come una bambina in punizione. Adam mi poggiò le mani sulle spalle costringendomi a sollevare lo sguardo verso il suo viso. Chinò la testa a qualche centimetro dalla mia.

-La verità è che vorrei averti, possederti, ma sono così nervoso all'idea di farti del male che mi ritiro sempre quando sono ad un passo dall'esplodere dal desiderio.-

Sgranai gli occhi. Un brivido mi scosse la schiena. -Per questo non mi hai mai...-

-Già.-Mi morsi le labbra per evitare di ridere. Dio, che uomo fantastico. Un calore estatico si sprigiona nel mio petto, lo sentì scendere nello stomaco.
Potevo essermi appena innamorata?

Mi alzai dalla sedia afferrandogli la mano. Sentivo il mio intero corpo formicolare. -Andiamo.-

-Cosa?- mi chiese preoccupato .-Dove andiamo?-

Ridacchiando gli avvolsi un fianco con un braccio, sollevandomi sulle punte fino a parlargli nell'orecchio. -Faresti bene a chiamare Eiran e dirgli che non sarai disponibile per una settimana. Hai delle ferie arretrate, no?-

-Perchè mai...- la sua voce si spense mentre gli afferrano la mano inducendolo a seguirmi in camera mentre il suo sguardo si faceva sempre più confuso. Che ingenuo.
Che dolce. Lo amavo!

-Ho intenzione di approfittarmi di te e rubare la tua virtù.- ridacchiai, spingendolo sul letto mentre sul suo viso passavano tratti di stupore e terrore. I suoi occhi seguirono i miei movimenti, sembrava stordito, con un accenno di colore sulle guance e le iridi lucide tanto da far sembrare il color ambra quasi giallo.

-Chloe.-

-Ssshhh..- mormorai salendo a cavalcioni su di lui e imprimendogli un bacio sulle labbra. Non ero mai stata così sicura di me, ma in quel momento mi sembrava di esplodere di desiderio. Mi sentivo la pelle calda e reattiva, mentre sentivo giungere uno strano calore fra le cosce.

-Ho seriamente pensato che tu non mi volessi. Che tra noi non ci fosse quello che pensavamo. Ho messo in dubbio tutto. Adam, sono innamorata di te. Voglio che tu faccia l'amore con me, so che non mi farai del male.-

I suoi occhi si socchiusero mentre le sue braccia mi avvolgevano e lui ribaltava le posizioni, standomi sopra poggiato su un gomito. -Non puoi immaginare quello che provo per te. L'amore sembra una parola che esprime tutto, invece non rende l'idea di ciò che ho nel petto, Chloe. Non sono bravo con le parole ma so che senza di te non vivrei.+

Sulle mie labbra nacque un sorriso, nel cuore avevo un turbinio di emozioni. -Adam, ti amo. Adesso fa l'amore con me.-

Sorridendo si abbassò sul mio viso. -Tutto ciò che vuole la mia signora.-

Another minute.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora