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Killer's pov

Appena arrivai alla casa di Kelly Brown controllai se c'erano telecamere nei paraggi, ce n'erano un paio ma erano facilmente aggirabili, così entrai nella casa in cui avrei svolto il mio prossimo capolavoro, salii le scale ed entrai nella camera di Kelly, mi avvicinai al suo letto e le tappai la bocca con la mano, la trascinai a forza mentre scalciava da tutte le parti, non mi piacevano molto le vittime che opponevano resistenza, preferivo di più quelle che piangevano e ti supplicavano, un po' in stile telefilm, quando arrivammo in salotto le tappai la bocca con dello scotch, non ce la facevo più a sentirla lamentare, poi dopo le legai i piedi e le mani.
Aveva iniziato a piangere,  mi divertiva osservarla mentre cercava di capire se quello sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita o no, mi dava una tale senzazione di piacere, continuai ad osservarla mentre cercava di liberarsi dalle corde per circa 20 minuti, poi decisi di toglierle lo scotch dalla bocca.
"Che cosa vuoi da me? Non ci conosciamo neanche! Perche fai questo! Ma non ti vergogni?"
"Oh... massi che ci conosciamo, non sono l'ultima persona che ti vedrà respirare? Hahahahah"
"Posso sapere almeno chi sei?"
"Non sei nella condizione di fare domande sai?, vuoi dire le tue ultime parole?"
Mi sputò sulle scarpe e io a quel punto le conficcai il mio bellissimo pugnale nel torace, e vidi il suo corpo cadere a terra mentre emanava il suo ultimo respiro.
Decisi che me ne sarei andata via dal paese, in un modo o nell'altro quei due ficcanaso di detective sarebbero risaliti a me, ma avevo già un falso passaporto, e il biglietto aereo per lo yuta, il mio nuovo nome sarebbe stato April Storn, carino no?

almost perfect crimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora