Tre secondi bastarono a sconvolgere tutti i suoi visceri. La sua mente era diventata un fluire ininterrotto di bianco terrore. Si dovette appoggiare al muro per non cadere. Vedeva delle grande chiazze nere danzare nei suoi occhi. Come quando da bambina stava troppo tempo sotto il sole. La prima azione cosciente fu quella di guardare in alto. Voleva vedere il mostro granitico con i suoi occhi per poterci credere fino in fondo. Scattò rapidamente sul balcone ribaltando la sedia e rovesciando il caffè. Un puntino bianco in lontananza divideva in due l'azzurro incontaminato. Era appena percettibile, delicato. Un'aura dorata lo avvolgeva e spingeva. L'universo stava donando il suo ultimo spettacolo agli occhi inerti dell'umanità. Non si è mai troppo grandi né forti per resistere al pianto. Federica lottava con le lacrime e il singhiozzo, finche il dolore sotto gli zigomi diventò intollerabile. Fu come se ogni esperienza negativa vissuta fino ad all'ora , si fosse ridestata , sprigionandone l'antica emozione. 45:58 45:57 45:56... Sul suo viso si diramavano mille strade di lacrime e nei loro riflessi ,incombente, il piccolo distruttore si ingigantiva. Con forti dolori alle costole che la attanagliavano, si raggomitolò dove il suo letto incontrava il muro, e respirò con fatica.