Parte 4.

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Federica non voleva uscire e annacquare la sua disperazione in quel mare sudicio.Così guardando giù poteva bearsi dello spettacolo apocalittico, sentendosi esterna. Quasi al sicuro. Come se stesse guardando attraverso un grosso acquario, immerso negli abissi. Pensava a questo quando voltandosi un'altra volta verso la tv, i pixel  si illuminavano a formare 31:30,31:29,31:28... Mezz'ora , un'unità di tempo cosi minima, flebile. Mezz'ora e arrivo. Tra mezz'ora ci vediamo al bar. Il treno è in ritardo di mezz'ora. Quante frasi simili aveva pronunciato? A quante mezz'ore aveva rinunciato.Quando vivere è soffrire, il tempo annoia. Solo allora capì quanto ne avesse sprecato. Quanti tramonti avevano solcato il cielo instancabili, pesanti e quante onde avevano raggiunto la riva prima di ritirarsi, senza che nessuno vi ritrovasse la preziosità del tempo che volgeva al termine. L'inesorabile ticchettio nascosto nella materia. Il progressivo degradarsi della realtà. La vita che conosceva, odiava e rifiutava, ora sprigionava una luce tutta nuova, non più banale. Raggi di speranza che andavano a morire , risucchiati dall'universo. Sentì una vigoria tutta nuova, l'attaccamento alla vita che contraddistingue ogni specie, si era ridestato. I gabbiani senza saperlo, scappavano goffi, incontro alla loro fine , animati da istinti primordiali. 27:32 27:31 27:30...

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