Amelia

Capitolo 2

Amelia si risvegliò in una stanza vuota e buia, nonostante fosse stesa sentiva la sua testa pesante. Mosse la sua mano destra per cercare di alzarsi, ma sentì solo un rumore metallico e una sensazione fredda sui polsi e sulle caviglie. Pensò di mettersi a sedere ma non riusciva a muoversi molto. Alzò la testa e notò che non era stesa, ma legata ad una confortevole sedia in pelle con delle catene a legarle il busto alla sedia e dei ganci di metallo a tenerle ferme braccia e gambe.
Davanti a lei c'era una luce rossa che proveniva da una sola fonte e non sembrava diramarsi troppo. Piano piano la sua vista cominciava ad abituarsi e notò che, a parte quella luce, non c'era nient'altro di fronte a lei.
Sentì una porta aprirsi alle sue spalle e un suono di passi avvicinarsi sempre di più. Sentiva il respiro di quella persona vicino alle sue orecchie, voltò la testa ma non c'era nessuno.
"Vedo che hai un buon senso del pericolo Amelia. Solo nel momento esatto in cui ti senti in pericolo e non nei momenti di tristezza."
Amelia girò la testa verso il luogo da cui proveniva la voce, quell'uomo era di fronte a lei.
"So cosa stai per chiedermi. Chi sono? Perché sei qui? Cosa hai fatto di male per meritarti di essere rapita? Beh, è semplice. Avrai tutte le risposte che vorrai quando tu mi avrai dato le risposte alle mie domande."
Amelia non sapeva cosa dire, sembrava che quell'uomo le avesse letto nel pensiero. Provò a parlare ma quell'uomo la fermò con un gesto della mano. Aveva la gola secca, il tempo scorreva diversamente in quel luogo buio.
Quante ore erano passate da quando era uscita di casa?
Guardò in basso. Non riusciva a sopportare lo sguardo attento di quell'uomo, sembrava potesse leggerle dentro. Non rispose alle sue domande, rimase zitta mentre le sue lacrime iniziarono a rigarle il viso, aveva paura di fare uscire anche un solo mormorio dalle sue labbra.