Capitolo 4

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Quell'assurdo silenzio le rimbombava nelle orecchie come un suono acuto, l'aveva accompagnata da quando quel casino le era piombato addosso. Quel silenzio era troppo, non poteva fermarlo con nulla. Era sola, nel buio, disperata, poteva provare a cantare ma non avrebbe durato molto. Fece l'unica cosa utile che le venne in mente: chiamare quell'uomo.
"So che mi state ascoltando. Parlo, ti prego, basta che fermate questo silenzio. Risponderò a tutto lo giuro." le lacrime volevano uscire ma le ricacciò indietro.
Un tonfo dietro di lei e poi i passi familiari di quell'uomo le riempirono le orecchie. La luce venne riaccesa e l'uomo tornò a sedersi al suo fianco.
"Ecco a te." disse l'uomo facendole vedere lo schermo di un telefono a luminosità bassa.
Delle immagini e dei suoni confusi iniziarono a farsi strada nello schermo fino a raggiungere la nitidezza. C'era Lui insieme a quell'uomo che stavano discutendo di un contratto, seduti in un ufficio con arredamento di mogano. L'uomo gli stava porgendo un plico di fogli scritti a macchina, che Lui guardò senza dargli peso.

"Ethan se non mi ripaghi in tempo, prenderò qualcosa a te caro. Se non me li restituirai entro le cinque del pomeriggio del secondo giorno di ritardo, terrò quella persona in cella fino a che non mi dirà tutto ciò che sa."
"Non ho nessuno di caro. Come ben sa la mia famiglia è morta quando ero piccolo e ho abbandonato i miei amici il giorno stesso della fine delle superiori. Stia tranquillo Mr. Shannon, avrà i soldi entro il tempo limite." Ethan scarabocchiò qualcosa su un foglio e poi ringraziò quell'uomo.

"Questi fogli che vedi sono il contratto, dove ha firmato che, se non ci avesse restituito tutti i soldi, avremmo potuto portarti via e farti quello che volevamo."

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