Louis rientra in casa e appoggia il foglio sul tavolo, in modo tale da avere le mani libere per togliersi la felpa.
Dopo aver fatto ciò, lo tra le mani e si avvia verso le scale per posare nella sua stanza sia il pacchetto di sigarette, che la felpa. Mentre fa i gradini, però, i suoi occhi cadono ancora sul testo e, attento a non inciampare, decide di andare avanti, leggendo il verso seguente in silenzio.
'You gave me the time and the space.'
2015.
Harry non aveva degnato Louis di uno sguardo per tutta la durata del concerto, e la parte peggiore era che il maggiore non poteva lamentarsene.
Era lui che lo aveva voluto, era lui che lo aveva ferito al punto da non farsi più guardare in faccia.
Era lui a non meritarlo più.
Stava male, ma non aveva alcun modo per uscirne.
Si sentiva in gabbia.
Ecco, ora sì che si sentiva in gabbia.
Entrò nel camerino con fare frustrato e con il solo desiderio di scappare da lì, di chiamarsi fuori da tutta quella situazione.
Era stato orribile esibirsi in quelle condizioni. La tensione tra loro due era stata evidente, ed era sicuro che anche le fan se n'erano accorte.
Sinceramente, meglio così. Avrebbero potuto pensare tutto quello che volevano, a Louis non importava più.
L'unica cosa che gli importava era che Harry continuava a non guardarlo, ed era solo colpa sua.
Anche adesso, nel camerino che condividevano, Harry non lo stava guardando.
Lo stava trattando come se fosse un fantasma, esattamente come aveva fatto Louis giorni prima.
Non vedeva l'ora che quel contratto finisse. Non vedeva l'ora di tirarsi fuori da quella situazione, di sbarazzarsi di tutte quelle persone che non avevano fatto altro che ostacolarlo, e di allontanarsi dalle telecamere e dai riflettori per un po'. Voleva riprendere in mano la sua vita, ma sapeva che fino a quella scadenza sarebbe stato sempre vincolato.
Nel frattempo, doveva sopportare il comportamento di Harry che, imperterrito, continuava a dargli le spalle mentre infilava tutte le sue cose nel borsone.
Un attimo.
Stava infilando le sue cose nel borsone.
«Che stai facendo?» gli chiese Louis sgranando gli occhi.
I movimenti di Harry erano calmi, tranquilli, come se avesse già programmato tutto, e questo fu ciò che ferì di più Louis. Non era un gesto impulsivo di cui si sarebbe pentito di lì a breve, no. Non se ne sarebbe pentito, Harry non si pentiva mai se prima aveva riflettuto a lungo sul modo in cui agire.
«Prendo le mie cose» gli spiegò semplicemente il ragazzo, anche il suo tono era pacato. «Non mi sembra il caso di condividere il camerino. Potrebbero uscire delle foto e la gente potrebbe fare strani pensieri, non sia mai» gli disse gelido, senza voltarsi. C'era una punta di ironia nel suo tono.
Louis trattenne il respiro quando gli sentì dire quelle parole.
Un camerino non era niente. Le fan sapevano anche su quale lato del letto dormissero entrambi – per chissà quale miracolo non erano state tagliate le scene di This is us che confermavano il fatto che loro due dormissero insieme, - cosa mai avrebbe potuto fare un camerino condiviso?
Cosa mai avrebbe potuto fare una canzone? Un tatuaggio? Una stretta di mano, o un semplice sguardo?
Da solo non avrebbe fatto niente.
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Habit.
Fanfiction2018. Un pomeriggio, per puro caso, Louis ritrova in un mobile dei documenti risalenti al 2016. Tra questi, c'è una canzone: Habit. Louis aveva quasi dimenticato di averla scritta, eppure gli basta rileggere il testo per tornare indietro nel tempo e...