Cap 2. Lost and damned

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Don't ask why
Don't be sad
Sometimes we all must alter paths we planned

Only try understand
I want to save you from the lost and damned

Non riusciva a togliersi dalla testa il rumore di quegli spari. L'aveva pregata di dire che si sarebbe consegnato, che sapeva dove fosse. Ma dall'altra parte, solo tre parole. "Non lo so".
L'aveva salvato. Ma si era sacrificata.
L'avevano giustiziata.
O meglio, glielo avevano fatto credere, quei figli di puttana, ma ci avrebbe giurato, se non gli fosse stata utile l'avrebbero uccisa davvero, senza troppi scrupoli.
Ed ora, anche Nairobi. Questa non era più un'iniezione di liquidità. Non era più un attacco al sistema. Era una guerra.
Da quando tutto il piano era andato a rotoli non riusciva più a pensare lucidamente. Troppe emozioni avevano sopraffatto la sua ragione. Doveva riprendere il controllo, a tutti i costi.
Il telefono squillò. Era Tokyo.
- Tokyo! Dammi buone notizie -
- Professore... abbiamo preso Gandìa - aveva la voce rotta dai singhiozzi.
- È vivo? -
- Sì, ma non ancora per molto -
- Tokyo, ascoltami. È importante che rimanga vivo. È un tassello fondamentale del piano -
- Quale piano, Professore!! Il piano è andato a puttane! Nairobi è morta!!! -
Una lacrima solcò la guancia del Professore.
- Tokyo, capisco quello che state passando... -
- No Professore, non puoi capirlo!! -
- Ascoltami Tokyo, cerca di calmarti. Sai benissimo anche tu che ci serve vivo -
Silenzio. Nessuno rispose. Poi si sentì la voce di Helsinki, e subito dopo degli spari. Il sangue del Professore si gelò.
Fu Palermo a parlare di nuovo dall'altro lato della cornetta.
- È vivo, Professore -
- D'accordo. Avete scoperto dov'è la panic room? -
- Si accedeva da un passaggio segreto all'interno del bagno del governatore -
- Cosa? È entrato e uscito da lì per tutto questo tempo e non avete sentito niente? Nessun rumore? Possibile che nei bagni non si senta mai nulla?! ... Non importa. Palermo, tenetelo in un luogo dove non si possa liberare in attesa della fase 3. Nel frattempo dovete continuare a fondere l'oro, il più velocemente possibile. Senza l'oro, non posso farvi uscire -
- D'accordo, Professore. E poi, quando saremo fuori, andremo a riprenderci Lisbona -
- Sì, andremo a riprenderci Lisbona... -
Attaccò.
Era folle, completamente folle. Ma era l'unico modo.
Si spogliò, si infilò i guantoni da boxe e si tuffò nell'allenamento. Doveva liberare la mente, doveva pensare. Non poteva permettersi di sbagliare. Doveva tirarli fuori.
Altrimenti, per Lisbona non ci sarebbe stata speranza.

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