(...Continua...)
Di fronte a quell'unica parola che gli avevo rivolto come risposta, Ares rise di gusto, riempiendo con il suono melodioso della sua risata l'intero abitacolo dell'auto nel quale ci trovavamo.
Cercai di ignorare il calore improvviso che quel suo semplicemente gesto mi fece provare all'altezza del petto e cercai con lo sguardo qualunque cosa potesse aiutarmi a distarmi da quella melodia le cui note sembravano incidersi a fuoco dentro di me.
Guardai cosa vi era fuori dall'auto, analizzando ogni centimetro di vegetazione che circondava la strada che stavamo percorrendo a gran velocità. «Dove mi stai portando? Non conosco questa strada.»
Notando che mi ero arresa, per il momento, Ares mi lanciò un'altra occhiata fugace.
Non l'avevo visto farlo, tuttavia, l'avevo percepito.
Ogni volta che i suoi occhi si puntavano su di me, che lo stessi guardando o meno, avevo la convinzione che lo facesse.
Il suo sguardo era rovente e mi faceva sentire... strana.
Non sapevo esattamente come spiegare le sensazioni che provavo a causa sua e, in tutta onestà, non sapevo nemmeno se volessi davvero dare un nome a tutto ciò che mi suscitava la sua presenza, i suoi gesti, le sue parole o la sua risata.
Chiusi gli occhi di scatto, cercando di mantenere il controllo sul mio corpo che, improvvisamente, aveva iniziato a tremare al ricordo del suono della sua risata che era riaffiorato nella mia mente.
Dannata risata.
«Siamo sulla SP224 a poco meno di 79 km dal luogo al quale siamo diretti.»
Girai di scatto il capo nella sua direzione, guardandolo con occhi sgranati. «Sulla SP224?»
Ares continuò a guardare la strada dinanzi ai suoi occhi, ma un sorrisino sfrontato si fece largo sul suo viso. «Proprio così.»
Aprii la bocca, completamente anestetizzata e senza sapere esattamente cosa dire di fronte ad una simile circostanza.
Che cosa significava tutto questo?
Mi stava prendendo in giro?
Probabilmente sì.
«Non posso crederci...» farfugliai, in un flebile sussurro, ma, nonostante avessi pronunciato quelle tre parole sottovoce, il mio interlocutore riuscì ugualmente a sentirmi.
Dovevo ammettere che aveva un udito davvero ben sviluppato.
«Ti suona familiare questa strada provinciale?» domandò, ironico, con un sorriso sornione sul suo splendido viso dalla bellezza invidiabile.
Annuii, incredula e con gli occhi lucidi a causa di alcune lacrime che cercavo di trattenere a stento. Dopodiché, spostai ancora una volta lo sguardo da Ares alla strada davanti a noi e alla vegetazione incontaminata che la circondava e che sorpassavamo rapidamente di secondo in secondo.
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Aphrodite
Fantasy𝐃𝐈𝐒𝐏𝐎𝐍𝐈𝐁𝐈𝐋𝐄 𝐒𝐔 𝐀𝐌𝐀𝐙𝐎𝐍. 𝐕𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝐈 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐎𝐥𝐲𝐦𝐩𝐨𝐬. 𝐋'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐮𝐨' 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚𝐧𝐧𝐚, 𝐨𝐩𝐩𝐮𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐞𝐳𝐳𝐚. Nata dalla schiuma del mare, Afrodite è la dea della bell...