Capitolo 1

2 0 0
                                    

Dopo quattro ore e mezza finalmente arrivai a quello che sembrava la Stanford University. Wow, era davvero enorme. Parcheggiai davanti alla scuola e mi recai all'interno per cercare la segreteria. Dopo aver cercato ovunque, finalmente trovai delle indicazioni che mi portarono a destinazione. Ci vorrebbe google maps, pensai tra me e me. Una donna dall'aspetto formale e gentile mi disse:"Ciao, come posso esserti utile?"

"Buongiorno, sono una nuova studentessa e volevo chieder-" non feci in tempo a finire di parlare che mi anticipò dicendo:"Dimmi pure il tuo nome"

"Katherine Foster"

"Perfetto, ora ti consegno l'orario scolastico e le chiavi per il dormitorio. Devi uscire da scuola e andare verso l'edificio che si troverà alla tua destra, se hai la macchina puoi parcheggiarla direttamente fuori dal dormitorio che ci sono i parcheggi appositi. In caso di qualsiasi dubbio o richiesta, fammi sapere. Buona giornata e buon anno scolastico" disse sorridendomi.

"Grazie mille, buona giornata anche a lei".

Feci come mi disse, spostai la macchina nel parcheggio del dormitorio e con le valigie entrai per cercare la mia stanza.

"Ehi, serve aiuto?" mi disse una ragazza davanti a me che però non riuscivo a vedere a causa della troppa roba che avevo in mano.

"Ehi, in effetti mi servirebbe una mano" dissi imbarazzata.

"Dammi qui una valigia, piacere sono Madison, Mad per le amiche". Pensai che era una bella ragazza. Alta quanto me, capelli biondo naturale che le arrivavano all'ombelico e degli occhi color nocciola che si abbinavano molto bene al fisico magro ma non troppo e sorriso contagioso. Indossava una maglietta a maniche corte color cipria e un paio di pantaloncini in jeans blu. Aveva una bella carnagione scura, probabilmente abitava vicino al mare.

"Piacere sono Katherine, ma puoi chiamarmi Katy" le dissi imbarazzata.

"Dov'è la tua stanza?"

"Non lo so, so solo che è la numero 307".

"Non ci posso credere, allora sei tu la mia compagna di stanza. Sono davvero contenta, lì dentro stavo per annoiarmi tantissimo e così avevo deciso di uscire. A quanto pare ho fatto bene! E' il tuo primo anno, giusto?" disse mentre mi faceva strada verso la nostra stanza.

"Sono contenta anche io e si, sono del primo anno di lettere".

"Oh perfetto, allora siamo in due. Io studio giurisprudenza. Sei del posto?"

"No, in realtà vengo da Las Vegas, tu?"

"Io sono di Miami, è stato un viaggio lungo e sono venuta qui in aereo. Dovrei cercarmi una macchina, sono qui da due giorni e sono già stanca dei bus pieni di gente che va verso il centro".

"Io la ho, se vuoi appena finisco di sistemare le cose potremmo andare a farci un giro".

"Davvero? Sarebbe fantastico!" Disse contenta. "Ecco qui, questa è la nostra stanza" e aprì la porta.
Una camera molto grande e spaziosa. A destra ci sono i letti messi in orizzontale contro le pareti color avorio in modo parallelo, tra i due letti ci sono dei piccoli comodini in legno con sopra delle abat-jour. A sinistra c'è un grande armadio sempre in legno con all'interno un divisorio a metà e verso l'angolo c'è una porta. All'interno c'è un bagno piccolo ma almeno non dovrò lavarmi nelle docce comuni come nei film. Ma la cosa che mi ha colpita di più è stata la finestra: piccola, al centro della stanza ma dove si poteva vedere un grande giardino. Assomiglia molto a quella che avevo a casa mia, sento un po' di malinconia. Dovrei chiamare mamma, ma lo farò appena finito di riordinare la stanza.

"Beh, che ne dici amica?" mi risvegliò dai miei pensieri Mad. Mi ha sorpresa chiamandomi 'amica', ne avevo poche a casa e pensare che io potessi avere una nuova amica qui mi ha resa felice. Questo sarebbe stato un nuovo inizio per me.

Never Say NeverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora