Quando Todoroki Shoto uscì dall'imponente agenzia del Number One Hero Endeavor, sul suo volto c'era ancora l'espressione impenetrabile di sempre.
Il ragazzo camminò fino ad un vicolo che si trovava nei paraggi; fu lì che la sua maschera di apatia crollò, lasciando spazio a lacrime di rabbia.Tirò un pugno al muro, sbucciandosi tutte le nocche delle mani, fino a farle sanguinare.
Il ragazzo rimase stupito di quanto il dolore fisico potesse distrarre dal dolore interiore, e tirò un altro pugno, ancora più forte del primo.
«Perché!? Cos'ho che non va!?» ripeteva, continuando a tirare dolorosi pugni alla parete spoglia.Doveva essere felice per quello che stava succedendo... E allora perché era pieno di rabbia, rancore e lacrime?
Todoroki Shoto faceva parte di quelle poche persone che sarebbero state capaci di affrontare la morte senza battere ciglio, eppure anche lui aveva momenti di debolezza. Era un essere umano dopotutto.
Fece per tirare un altro pugno, ma si fermò a mezz'aria. Persino il suo respiro rimase in sospeso.
No, non era così che si affrontavano i problemi, e lui lo sapeva perfettamente.
Fingere di essere il perfetto ragazzo senza emozioni, che non si lasciava scomporre da niente e da nessuno, era ogni giorno una tortura.
Però, l'ho detto prima che il dolore fisico riesce a distrarre, no?
Per Shoto, fingere l'apatia più totale non era così complicato: indossava un espressione neutra, entrava in una stanza, salutava solo per cortesia, poi si sedeva e badava ai fatti suoi. Niente interazioni, niente sorrisi... Niente di niente.
Sempre meglio di urlare al mondo intero che stavi male, che ti sentivi squarciare il petto dal dolore... Molto più facile in effetti.
Però, a lungo andare, nemmeno fingere aiuta più di tanto.
Certa gente, per superare il dolore, si dava alla pazza gioia, ubriacandosi per esempio. A Shoto niente di tutto questo era mai neanche passato per l'anticamera del cervello.Perché continuava a fingere se ormai questo non aveva più benefici sul suo dolore, allora?
Semplice: perché non si trattava più solo di finzione; ormai era diventato così, un ragazzo che difficilmente esternava i propri sentimenti, ma che ne provava in quantità.
Era già dal primo anno dello Yuei, in realtà, che aveva smesso di fingere. Si era lasciato un po' andare... Non troppo, perché ripeto che ormai lui era diventato come la persona che fingeva di essere... Però, per qualche momento, riusciva a tornare il bambino felice che era un tempo.
Bisognava ringraziare Midoriya, certo; dopotutto era stato lui a fargli aprire gli occhi, a dirgli che doveva smettere di far di suo padre la sua croce.
Ma, nonostante le parole provenissero dal suo amico, la persona che l'aveva aiutato a concretizzare quel consiglio era un'altra: Yaoyorozu Momo.Il pensiero della dolce ragazza corvina attraversò la mente di Shoto, dandogli la forza necessaria per abbassare la mano ancora a mezz'aria e di sedersi per terra, appoggiando la schiena contro il muro appena preso a pugni.
Si passò le mani tra i capelli, infilando la testa fra le ginocchia e incurvando la schiena.
Cercò di regolarizzare il respiro e di calmarsi, chiudendo gli occhi e focalizzandosi sul ricordo della voce della ragazza.Quante erano state le volte che lei lo aveva aiutato, che gli era rimasta accanto? Tante, troppe.
Shoto credeva che non sarebbe mai riuscito a sdebitarsi con lei per tutto quello che aveva fatto.Era iniziato tutto un po' per caso, in realtà.
Erano compagni di banco fin dal primo giorno di scuola, ma oltre a qualche "buongiorno" o "ci vediamo domani", non erano state molte le conversazioni degne di nota fra i due.
Tutto fino all'esame pratico del primo semestre durante il primo anno. Da quel momento in poi, le cose avevano cominciato ad evolvere rapidamente.
Shoto non aveva fatto niente particolare... Solo rincuorare Momo riguardo alle sue potenzialità, ma in poco tempo i due erano diventati amici.
La parola "amicizia" aveva un significato sconosciuto per Shoto.
Sì insomma, si considerava amico di Midoriya... Ma con Momo sentiva qualcosa di diverso. Si era sempre convinto che fosse per il fatto che fossero un maschio e una femmina, non rendendosi conto che dicendo così aveva appena ammesso a sé stesso che sotto sotto c'era qualcosa di più grande. Ma lui era ancora certo che le farfalle che sentiva nello stomaco ogni volta che erano vicini, fossero legate all'amicizia o alla gratitudine che provava nei suoi confronti... Che povero ingenuo.
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𝐃𝐢𝐫𝐭𝐲 𝐋𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐒𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐬 || one-shots 🍋
Fanfic[ 𝗆𝖺𝗅𝖾 𝖼𝗁𝖺𝗋𝖺𝖼𝗍𝖾𝗋 𝗑 𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋 ] · • · [ 𝗌𝗁𝗂𝗉 ] · • · [ 𝗅𝖾𝗆𝗈𝗇 / 𝗌𝗆𝗎𝗍 ] don't like it? --- don't read it. ______________________________________________ ecco una raccolta di one-shots x reader lemon con i personaggi di M...