Capitolo 4

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Erano le 8.30 del mattino quando venni svegliata dal mio telefono che squillava ininterrottamente.

"Roya, spegni quel telefono!" biascicò ancora assonnata Caren.

Sullo schermo, lampeggiava un numero sconosciuto. Lo stomaco si chiuse all'istante, in tutta furia mi misi a sedere e afferrai il telefono per rispondere:

X: Anya Rogers?

A: Sono io, chi parla?

R: Sono Robert Fell, ufficio casting. Vorrei comunicarle che è stata scelta per il ruolo di Brianna Geller nella serie Magic Powers.

A: Veramente?!

Quasi urlai dallo stupore, tant'è che pure Car si destò immediatamente.

R: Si, signorina. Le sto inoltrando via mail tutte le informazioni, compreso il contratto che le chiediamo di firmare e portare all'incontro che ci sarà domani agli studios, alle ore 09.00. Come sempre le chiediamo massima puntualità e professionalità.

A: Assolutamente, grazie mille per aver chiamato, a presto.

R: Arrivederci e buona fortuna.

Buttai il telefono sul letto e iniziai a saltare come una pazza. Caren, ovviamente, si unì a me nella danza della felicità.

"Non ci credo, non ci credo!" avevo le lacrime agli occhi dalla gioia. Il mio sogno si stava realizzando e tutto grazie alla biondina davanti a me.

"Caren senza di te non mi avrebbero mai preso! Grazie, grazie, grazie!"

"Perché ringrazi me? Hai fatto tutto tu. Il merito è delle tue abilità: sei un'attrice nata, devi solo capacitartene." Mi abbracciò, sorridente.

Inutile dire che per tutta quella giornata non feci altro che pensare all'incontro del giorno successivo. Lessi e rilessi il contratto, cercando di capirne qualcosa perché, diciamocelo, chi capisce l'avvocatese? Avevo sempre odiato quel modo di parlare così burocratico, tanti giri di parole anziché andare dritti al punto.

Dalle pagine che il signor Fell mi aveva inoltrato riuscii a capire che il contratto era stipulato per una stagione, che poteva essere rinnovata nel caso in cui il progetto avesse trovato un ottimo riscontro da parte del pubblico. Mi ritrovai ad immaginare la mia vita futura, come sarebbe potuta diventare dopo la firma di quel contratto. Non ero mai stata una grande sognatrice o meglio, sin da piccola i miei pensieri utopistici venivano sempre smorzati da mia madre. Diciamo che fin dalla tenera età era sempre stata la mia àncora personale, che, in tutte le occasioni necessarie, mi aveva tenuto con i piedi per terra, smontando qualsiasi castello in aria avessi costruito; così a 20 anni ero diventata io stessa la mia zavorra contro le illusioni. Come diceva il grande saggio Silente: Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.

Ciò nonostante, qualche volta, permettevo a me stessa di mettere da parte la razionalità con cui mia madre mi aveva cresciuta e provavo a immaginare come la mia vita sarebbe cambiata facendo determinate scelte.

Sicuramente, passare da telefilm addicted ad attrice di serie tv sarebbe stato un gran cambiamento per me, così come partecipare a tutte le iniziative che interessavano in primo piano gli attori, come interviste nei salotti televisivi, comic con, incontri con i fan, etc.

L'idea mi elettrizzava tantissimo, ma la cosa che mi rendeva più felice non era il fatto che sarei potuta diventare famosa, ma che avrei avuto l'occasione di poter collaborare con attori di un certo calibro, persone considerate il top del cinema contemporaneo! Sarebbe stata una grande esperienza che mi avrebbe aiutato a crescere professionalmente anche nel caso in cui la serie non avrebbe avuto il successo sperato.

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