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Quel giorno finalmente era in vacanza, perciò Hani decise di andare nella sua amata casa sull'albero per godersi un po' il pomeriggio. Con un libro in mano si diresse verso la scalinata che l'avrebbe fatta salire e intanto si inebriava del buonissimo profumo di pino che la circondava.

La casetta era stata costruita intorno ad una sequoia, fatta completamente in legno ed era molto elegante, come un po' tutto a casa sua. Aveva balconi e vetri, diciamo che non si era lasciata scappare niente. Come l'esterno, anche l'interno era ben arredato, con piccoli tappeti di vari colori, tavoli, lampade a batteria, poltroncine, casse contenenti cibo e così via, c'era un po' di tutto ed era molto riservato, ecco perché piaceva molto a Hani. La casa era fatta su un unico piano con una piccola soffitta dove aveva fatto portare un materasso rendendolo un letto.

Appena salita però il suo cellulare squillò facendole capire che qualcuno aveva suonato al suo campanello. Per un attimo sperò fosse uno dei ragazzi, aveva parlato con tutti e aveva stretto delle amicizie molto belle, anche se tutte e quattro le lasciavano un po' l'amaro in bocca. Quando arrivò al cancello vide che, invece di essere i suoi amici, erano cinque ragazze di sua conoscenza.

"Oh mio Dio, ragazze che ci fate qui? Pensavo che non vi avrei visto fino a questa estate! Sono così contenta di vedervi!" Disse la ragazza andando ad abbracciare cinque ragazze che avevano appena attraversato il cancello nero.

Quando le squadrò meglio si accorse che non si vedevano tanto tempo. Erano cambiate, cresciute, come lei naturalmente, ma avevano una luce maggiore nei loro occhi, chissà come mai.

"Andiamo nella casa sull'albero? Sai che amo quel posto" Chiese Lisanne col sorriso, lei era una ragazza molto alta, meticcia con madre americana e padre coreano, i suoi capelli castano chiaro, fino a poco tempo lunghi fino al seno, erano stati tagliati fino alle spalle e le punte bionde che prima erano colorate di mille sfumature, i suoi occhi, meno a mandorla di quelli standard coreani, erano chiarissimi e le sue guance rosse, le sue labbra erano colorate di una sfumatura veramente scura di rosso, per il resto era veramente pallida, ma era perché lei aveva, fin dalla nascita, una tendenza all'anemia. In quel momento indossava una camicia bianca con dei disegni che formavano delle bocche, dei pantaloni neri e delle scarpe con il tacco basso, anch'esse nere. Al collo portava una collana a forma di stella con una rosa nera che la divideva a metà, regalo di sua sorella minore.

"Certamente, ci stavo giusto andando io per leggere un po', ma avervi qui è molto meglio." Sorrise Hani, amava quelle ragazze con tutto il suo cuore. Le dispiaceva tantissimo non poterle vedere spesso come una volta, ma il lavoro di tutte le teneva lontane dalle altre.

"Vi devo assolutamente raccontare di questo ragazzo che mi sta infastidendo così tanto." Alzò gli occhi al cielo Minji. Lei invece era completamente coreana, con dei lunghi capelli castani, gli occhi a mandorla scurissimi e le labbra non troppo grosse. Lei indossava una camicetta bianca di lana che le arrivava fino all'ombelico, dei pantaloni blu scuro e ai piedi aveva delle converse dello stesso colore dei pantaloni. Al polso destro aveva una bandana bianca con dei disegni neri, probabilmente di suo fratello minore.

"Come al solito non te ne trovi uno buono Min, vedi che è meglio far come me e parlare con gli spiriti?" La prese in giro Aeyoung. Lei invece era per metà coreana e per metà cinese. I suoi capelli rossi tinti da poco le arrivavano fino al seno, i suoi occhi erano azzurri, ma solo grazie alle lenti a contatto che indossava, aveva un trucco leggero con i toni tendenti al rosa, era parecchio bassa, anche la sua pelle era molto chiara, ma mai come quella di Lisanne. Indossava un top bianco e verde fluo, sopra essa aveva una felpa nera probabilmente fregata a qualche suo amico, i pantaloni erano jeans bianchi così come le sue zeppe alte, per recuperare i suoi centimetri persi. Alle orecchie erano appesi dei cerchi verdi come il top che continuavano a ciondolare avanti ed indietro ogni scalino che faceva.

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