PROLOGO

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Luogo: Città di Aballum. Ulixis, sistema di Ultramar.

Anno: 111.M42.

Argo. Questo era il nome della squadra di Varl Cassis.

Una squadra omogenea, nella norma, per i suoi standard, non che fosse stato in molte squadre.

In tutti i suoi anni di servizio, ne aveva cambiate parecchie. Non per sua volontà, ma perché solitamente tornava a casa soltanto lui dalle missioni.

Questo fatto , li aveva consentito di farsi chiamare "Lucky one".

La squadra era composta da cinque membri:

-Harlen Carmine, la recluta, in servizio da poco più di sei mesi.

-Caporale Tonie Lauby, l'unica donna in squadra, nonché esperta di sistemi informatici ed elettrici.

-Soldato Rogal Van Heppel, l'operatore pesante. Si vantava più del suo fucile plasma che delle sue missioni.

-Antarius Vanem, il sergente. Un Tempestor pluridecorato, freddo e calcolatore.

Quest'ultimo, spezzò il silenzio all'interno del velivolo da trasporto Valkyrie.

Camminò fino ad un piedistallo, e poi l'accese, proiettando un immagine olografico di un palazzo imperiale di grandi dimensioni.

«Avanti soldati. Preparatevi, abbiamo cinque minuti prima dello sbarco. Rifacciamo un breve briefing della missione: Circa un paio di giorni fa abbiamo perso il controllo della città di Aballum e con essa, tutte le informazioni logistiche e militari depositate qui. La nostra missione è un cerca e distruggi: Atterriamo sul tetto, entriamo nel palazzo governativo, troviamo le informazioni e le distruggiamo. Tutto chiaro?».

Vi fu un "Sissignore" generale.

Detto ciò, Varl si preparò al lancio: accese l'hud del suo casco ed effettuò i controlli per vedere se tutto fosse apposto.

Il menù radiale su di esso indicò tutto quello che lui voleva sapere: Numero delle munizioni del suo fucile laser perforante, status dell'armatura, ossigeno nei filtri dell'aria e il radar, quest'ultimo aveva un problema, ossia che non compariva a schermo.

Batté una mano sull'elmo.

Tonie lo notò ed andò da lui.

«Soldato, fare così non servirà a niente. Ti do una mano io.»

Aprì la parte superiore dell'elmo con il suo coltello, e ricollegò due cavi.

Dopodiché rimise la piastra. Ora il radar funzionava.

«Grazie, signora», rispose Varl.

La ragazza, che era poco più grande di lui, sorrise leggermente, poi si mise a sua volta il casco, i suoi occhi verdi s'accesero.

«Non c'è di che. E' il mio lavoro, d'altronde.».

Lui però aveva parecchie domande, tipo quale fosse il loro nemico, nessuno l'aveva ancora menzionato.

«Con chi abbiamo a che fare,comunque?».

Van Heppel, che fino ad allora se n'era stato seduto a lustrare il fucile al plasma, intervenne, sfacciato: «Eretici di merda, di quelli schifosi pure. Chiamati comunemente "Death guard". Preferirei navigare nella mia merda piuttosto che passare cinque minuti vicino ad uno di loro. Sicuramente mi prendo meno malattie!».

Carmine si fece scappare una risata dentro l'elmetto.

Il soldato se n'è accorse e rispose stizzito: «Sai cosa mi fa ridere , recluta? Che probabilmente morirai per primo oggi!».

EAGLES: A Warhammer 40k storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora