CAPITOLO 2

20 1 0
                                    

I passi , erano sempre più vicini.

La squadra tentò di rallentare i mostri buttando giù dalle scale quante più cose possibile.

«Caporale, riusciremo a trovare ciò che cerchiamo?» domandò quasi allarmato Varl.

Lei si girò e con tono preoccupato disse :«lo spero, perché altrimenti, non saprei cosa fare..»

Quella risposta non se la sarebbe mai aspettata.

Loro erano Scions, il meglio che la guardia imperiale potesse schierare. Ed ora erano rinchiusi in quella gabbia, come uccellini in trappola. Ad ogni piano, sempre più porte si rompevano, rivelando altri orrori che sembravano essere lì soltanto per loro.

Un misto di sangue ed icore stava per soffocarli, e loro non potevano farci niente.

Arrivarono all'ultimo piano. La stanza del commissario era chiusa a tenuta stagna, serviva un codice per aprire la porta.

Era decisamente un lavoro per Tonie, che si mise subito all'opera per bypassare i codici della sicurezza.

Intanto gli altri cercavano di isolare la marea di denti e tentacoli che tentava di riversarsi sul piano.

Van Heppel distruggeva le masse di poxwalker, con la forza del plasma.

Varl tentava di uccidere quelli che si avvicinavano di più.

Nonostante tutto, erano comunque troppi. Di conseguenza, Antarius decise di prendere in mano la situazione: smise di sparare con la sua pistola, prese una granata a frammentazione e la lanciò sul muro di fronte a loro, i detriti caddero sulla scala, facendola crollare.

«Questo li terrà fermi per un po' , caporale , quanto ti ci vuole ancora?!».

Tonie rispose « Ho quasi...fatto!».

La porta si aprì. Rivelando la sala del commissario.

Non v'era segno di colluttazione. Ma un unico schizzo di sangue sulla finestra. Probabilmente, quando accadde tutto il casino , si era barricato qui dentro, ma in assenza di risorse, aveva deciso di farla finita.

Van Heppel guardò per caso fuori dalla finestra posta infondo al piano e notò un particolare dettaglio, v'erano letteralmente fiumi di poxwalker che correvano verso il palazzo.

Alcuni si schiantarono contro i portoni principali, ma altri stavano cominciando a scalare l'edificio.

«Ehm...gente! Non so cosa volete fare, ma fatela in fretta!» Nel mentre dalla fessura apertasi nel muro, cominciarono a comparire i primi tentacoli ed i primi ghigni.

Lo scions cominciò a far partire i colpi di plasma.

Nel mentre , all'interno della stanza, i restanti tre osservarono il commissario.

«Ci serve la sua autorizzazione...quindi probabilmente è uno scanner di retine..».

Antarius, senza dire niente, strappò l'occhio bionico dalla faccia del defunto. In circostanze normali, sarebbe stato irrispettoso, ma quelle erano decisamente fuori dal comune.

Ora che avevano la chiave, dovevano tornare di sotto. Ma come? Le scale erano fuori uso e le finestre erano invase.

Varl guardò il parapetto in marmo alla fine del piano e li venne un'idea, che spiegò subito ai suoi compagni.

«L'altezza è sufficiente! Attiviamo i nostri paracadute a reazione e caliamoci di sotto!».

Il sergente lo guardò per un attimo, poi esclamò: «Ottima idea , Cassis! Muoviamoci!».

EAGLES: A Warhammer 40k storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora