CAPITOLO 4

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Chiuse la porta alle sue spalle. Sentiva i rumori del palazzo cedere a causa della detonazione, forse non fu buona idea far saltare tutto. Se non fosse morto per i poxwalker sarebbe morto schiacciato dalle macerie.

Fortunatamente i sotterranei del palazzo gli fornirono un itinierario, almeno sapeva dove andare.

Non era ferito ma aveva quasi finito l'energia per il fucile laser.

Uscì dalla stanza spalancando la porta, si ritrovò nella stanza in cui passavano i tubi di gas.

I rumori erano decisamente troppo forti per essere solo aria.

Difatti, da essi spuntarono braccia deformi. Varl non poteva fermarsi, corse in mezzo allo sciame di mani unte ed uncinate che provavano ad afferrarlo. Sentiva il sozzo scorrere sulla sua armatura turchese, sentiva la rabbia degli infetti attraverso le loro urla inumane.

Davanti a lui si mostrò un poxwalker, sventolava i tentacoli deformi ostruendo il passaggio ed impedendogli di passare.

Lo scion sparò in corsa una raffica di colpi dal suo fucile laser, i raggi crivellarono l'orrida creatura ma questa si ergeva ancora in piedi con uno sguardo reso ancora più angosciante dai fori nel cranio.

Si fermò repentinamente, ai suoi piedi un altro di quegli esseri gli afferrò il piede destro . Le braccia che spuntavano dai tubi afferrarono lo scion fermo e iniziarono a strattonarlo. Non c'era ragione in quello che facevano, non c'era la minima coordinazione: ogni mostro voleva massacrare Varl da solo.

Davanti a sé vide il suo nemico avvicinarsi lentamente verso di lui , ai suoi lati decine di occhi vitrei lo fissavano.

Sentendo l'improvviso dolore alla gamba, abbassò lo sguardo e vide come il mostro che lo bloccò per primo gli stava azzannando il polpaccio. Il sangue di Varl macchiò la sua uniforme katchi mescolandosi al pus e al sangue infetto del poxwalker. Urlò di

dolore, il gridò venne ricoperto dai versi dei deformi.

Tirò il braccio a sé con una rapida scossa liberandolo così dalla presa dei poxwalker alla sua destra, dalla sua cintura afferrò una flashbang e la buttò ai suoi piedi. Un grande lampo bianco illumino la stanza ed abbagliò tutti i mostri, grazie alle lenti del suo casco non venne accecato. Tirò a sé il bracciosinistro liberandosi dagli altri poxwalker, afferrò il fucile con entrambe le mani e usandolo come mazza spaccò il cranio a quello che gli stringeva il piede.

Riprese a correre zoppicando per la ferita, il deforme davanti a lui continuava ad agitare le braccia. Varl gli sparò ancora alla testa e finalmente la creatura cadde a terra. Lo scion con un balzo saltò il cadavere del mostro. Il corridoio si sviluppò a sinistra. Appena superato l'angolo vide subito due poxwalker a terra bruciare e da uno dei tubi un getto di fuoco, scattò. Evitò i due mostri a terra che tentarono di afferrarlo appena passò vicino a loro, schivò la fiammata abbassandosi.

Appena arrivò alla fine della stanza, prima di aprire la porta, un'emissione di gas promezio prese fuoco ed un cono di fuoco investì la testa di Varl. Per lo spavento, ma soprattutto per la forza del getto, lo scion cadde a terra urlando.

Non sentiva dolore, il casco lo aveva protetto. Ringraziò l'Imperatore per averlo protetto e appoggiandosi alla ringhiera si rialzò. La porta scorse verso l'alto e riprese a correre. Appena entrato nella nuova stanza chiuse la porta alle sue spalle in faccia ai poxwalker. Sentì subito i colpi dei mutanti sulla porta in metallo.

Non aveva tempo da perdere, restava ancora molta strada da fare.

Appena si voltò per osservare la stanza vide in fondo un piccolo montacarichi e altri ostili che girarono simultaneamente la testa verso di lui.

EAGLES: A Warhammer 40k storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora