Capitolo 12

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"Le persone sono costituite da diversi strati di segreti. Credi di conoscerle, di capirle, ma le loro motivazioni ti sono sempre nascoste, seppellite nei loro cuori. E tu non le conoscerai mai, decidi semplicemente di fidarti." Veronica Roth

***

Un anno prima

"Non ho mai sentito una versione così bella di My way. Frank Sinatra starà applaudendo dal paradiso, dopo averti sentito, Wendy." Alice mi affianca al bancone della zona bar, sorseggia un Martini con tre olive e mi sorride.

Alla fine ho accettato la sua proposta e da un paio di settimane, ogni mercoledì sera, indosso uno degli abiti eleganti messi a mia disposizione e intrattengo i clienti del Siren's Restaurant, accompagnata da un bravissimo pianista.

Ian aveva ragione: rifiutare la proposta di Alice sarebbe stata una follia. Passato l'imbarazzo iniziale, nel ritrovarmi su un palco con le luci dei riflettori puntate addosso, ho scoperto che cantare è la mia vera vocazione.

Avevo solo bisogno di buttarmi e, soprattutto, di qualcuno che credesse in me. Alice Steinfeld mi ha dato una grossa possibilità, ma Ian, be', se ho avuto il coraggio di uscire dal mio guscio è solo merito suo.

"Grazie, ma il merito è di Benny. Ha fatto un arrangiamento fantastico." Benny Boston è un pianista strabiliante.

Alice sfodera un sorriso smagliante; è una donna bellissima, elegante e gentile. Dà un'occhiata compiaciuta al suo locale, ancora pieno nonostante sia quasi mezzanotte, e poi mi porge una busta con il mio compenso della serata.

"Siete entrambi molto bravi, sono stata fortunata: i miei clienti vi adorano." Si guarda intorno, sembra che cerchi qualcuno. "Il tuo ragazzo non c'è stasera?"

Ian è il mio ragazzo? Non lo so, ci vediamo ogni giorno, lui passa da me quasi ogni notte, ma nessuno dei due ha ancora avuto il coraggio di etichettare la nostra situazione.

Evito di esternare le mie titubanze ad Alice, in fondo non siamo ancora così in confidenza. "È andato in palestra, ma verrà a prendermi. Sarà qui a minuti."

Fosse stato per lui avrebbe rinunciato alla palestra, ma non voglio che mi faccia da guardia del corpo dappertutto. Il Siren's non è certo lo Chic and Shine, posso cavarmela da sola.

"Be', tutti quei muscoli vanno pur mantenuti in qualche modo." Mi fa l'occhiolino e si allontana, diretta dal suo compagno, che mi fa un cenno per salutarmi e poi dedica a lei la sua totale attenzione. La bacia come se fossero nell'intimità della loro stanza, invece che in un ristorante di lusso.

Sono davvero carini. Mi chiedo se anche io e Ian appariamo così presi l'uno dall'altro, agli occhi altrui.

Infilo la busta nella mia pochette e prendo il cellulare. Controllo l'ora ed entro nella chat di Whattsapp, per scrivere a Ian.

"Posso offrire da bere alla cantante più brava dell'anno?" Una voce mi interrompe.

Un uomo sulla trentina, con un completo scuro e un rolex al polso, si palesa al mio fianco e mi sorride garbato. Peccato che il suo sguardo sia tutt'altro che disinteressato: sprizza malizia da tutti i pori.

"Grazie, ma me ne stavo andando." Sorrido e provo ad allontanarmi, rifiuto l'avance con gentilezza.

Mi ferma, posa una mano sulla mia schiena lasciata scoperta dal vestito di raso. "Solo un drink..."

Sto per rispondergli, in modo un po' meno cordiale, ma qualcun altro lo fa al posto mio.

Ian, sbucato da non so dove, mi raggiunge, non fa sfuriate, ma il suo sguardo duro si posa immediatamente sulla mano del tizio, ancora a contatto con la mia schiena, e la fulmina. "Ciao, amore, sei pronta?"

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