Capitolo 19

1.9K 125 32
                                    

"Addio, mia piccola signora che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito. Tutto quel che c'era io l'ho visto guardando te. E sono stato ovunque stando con te." Alessandro Baricco

Ian

24 ore prima...

"Mi dispiace, signor Jones, la banca non può concederle un ulteriore prestito. Ha già un finanziamento aperto con noi e la sua attività è agli inizi, non possiamo assumerci altri rischi." Il banchiere della Smith & Collins si toglie gli occhiali dal naso e mi guarda con un misto di disgusto per i miei tatuaggi e un briciolo di compassione per la mia espressione disperata.

Non so cosa sia peggio, se la pena per la mia situazione o il diniego per il mio aspetto.

Mi fissa dall'alto del suo piedistallo, col suo completo elegante e il suo Rolex luccicante. "Le cose sarebbero diverse se lei avesse una garanzia da offrirci, una proprietà, un bene immobile, oppure un garante."

Non so che tipo di scuole debbano frequentare i banchieri, ma temo che a questo bellimbusto non abbiano insegnato la logica e il buonsenso. "Non pensa che se avessi almeno una di queste cose gliene avrei già parlato?"

Si rinfila gli occhiali, scocciato dal mio tono supponente. "In questo caso, come le ho già detto, non c'è niente che possa fare per lei."

Sapevo già sarebbe andata così, non mi aspettavo che queste sanguisughe accettassero la mia richiesta ma dovevo provarci.

Ora non mi resta che passare al piano b. "D'accordo, allora voglio che le rate del prestito vengano bloccate per i prossimi sei mesi."

Spazientito, il tizio mi guarda come se fossi stupido. "Sa che così il tasso d'interessi aumenterà e che se non ripagherà il debito verrà contattato dall'Agenzia delle Entrate?"

Sí, che lo so, idiota. "Ne sono consapevole. Avrete i vostri soldi, non si preoccupi. E ora faccia come le ho chiesto."

Distorce la bocca in un ghigno nervoso, ma resta al suo posto. Non risponde e si limita a stampare i documenti, chiuso in un silenzio austero. Dello sguardo compassionevole di poco fa non è rimasto nulla, ora sono soltanto una scocciatura mattutina.

Se solo immaginasse i miei problemi, capirebbe perché la sua banca e l'Agenzia delle Entrate non mi spaventano.

Esco dalla Smith & Collins sconfitto e con l'umore sotto le scarpe. Il cellulare nella mia tasca posteriore vibra; una chiamata di Oliver, l'ennesima della settimana. Non rispondo, ho già detto tutto ciò che dovevo a quel maledetto strozzino. Ora che l'idea del prestito è sfumata, non mi resta altro da fare che valutare le offerte che mi hanno fatto per la licenza del mio negozio. La più alta ammonta a cinquemila sterline, una vera miseria, che purtroppo dovrò accettare.

Will se n'è andato, gli ho promesso che avrei sistemato tutto e sarei stato io a mediare con Oliver. È quello che ho fatto, gli ho chiesto tempo, ma la sua pazienza pare essere molto limitata. Spero che quelle cinquemila sterline lo tengano buono per un po'; ho bisogno di tempo, senza la rata mensile del prestito e con un paio di lavoretti ben retribuiti, potrò ripagare l'intera cifra nel giro di qualche mese, anche se Oliver pretenderà degli interessi ulteriori per il tempo concessomi.

Mando un messaggio a Wendy, il solo raggio di sole in questo periodo buio, e le dico che non andrò al bar per pranzo. Devo contattare immediatamente il ventenne che vuole rilevare la mia attività e concludere la trattativa il prima possibile. Se mi sbrigo, entro il fine settimana, riuscirò a consegnare i soldi a Oliver e a togliermi il suo fiato dal collo, almeno per un po'.

'Va bene. Ci vediamo stasera, soltanto io e te, senza tutti questi clienti attorno...' Mi spunta un sorriso nel leggere il messaggio di Wendy. Sono stato parecchio assente negli ultimi giorni, ma lei mi è stata accanto e, senza mettermi pressione, ha cercato in tutti i modi di farmi stare meglio.

All Of YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora