3 Solitudine / Notte insonne

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lasciate una stellina!

La luna è alta nel cielo e io sono immerso nei ricordi; ci sto affogando dentro. Te ne sei andato come sei arrivato, nella più totale indifferenza. Forse sono stato io troppo distratto, forse sei stato tu troppo esigente. Forse di errori ne abbiamo fatti entrambi. Sicuramente. Ma io ho sempre cercato di perdonare tutto - ogni singola cosa, l’hai forse scordato? Pensavo di aver creato un rapporto fondato su basi sicure, e invece, sotto si è rivelato esserci nient’altro che aria. Aria che io ora non posso respirare.

«Posso fare il nodo alla tua cravatta?» domandavi, mentre steso di fianco sul letto mi guardavi con un occhio chiuso e l’altro aperto, la faccia semi affondata nel cuscino.

E non potevo di certo dire di no ad una bellezza del genere: sarei stato uno stupido. Così ti lasciavo fare, mi avvicinavo a te e le tue mani gentili si avvicinavano a quel pezzo di stoffa, le due dita affusolate si divertivano a ripetere la stessa azione ogni mattina alla stessa ora: e ti divertivi anche tu.

Da quando te ne sei andato, la mattina è uno dei momenti peggiori. Mi alzo, e non trovo nessuno al mio fianco. Il tuo lato del letto è ordinato come non lo è stato mai, il lenzuolo non presenta nessuna piega, e ciò mi fa stare ancora peggio. Ma provo a non pensarci, ci chiudo un occhio e non ci do peso, per quanto mi possa essere difficile. Allora mi alzo, sguscio lentamente fuori dalle coperte con fare trascinato, e non ho nessuno da salutare, nessuno da baciare, o nessuno da guardar dormire per perdere ancora un po’ di tempo. Gli occhi scavati, le guance scarne; devo aver perso un bel po’ di peso. Accelero il passo verso la cucina, inserisco la cialda nella macchinetta, e il caffè inizia a riempire quella piccola tazzina. Da quanto te ne sei andato, il caffè che bevo fa schifo, non ha il sapore che solo tu sapevi dargli.

Da quando te ne sei andato, il pomeriggio è uno dei momenti peggiori. Ma provo a non pensarci, ci chiudo un occhio e non ci do peso, per quanto mi possa essere difficile.

Da quando te ne sei andato, la sera è uno dei momenti peggiori. Ma provo a non pensarci, ci chiudo un occhio e non ci do peso, per quanto mi possa essere difficile. Quanti abbracci sprecati, quanti baci mai dati, quante parole tenute segrete nel profondo di noi stessi. Chiudo gli occhi e tiro un lungo sospiro, dalla finestra semi aperta penetra un piacevole soffio d’aria che mi carezza il volto; faccio finta che sia la tua mano, e che tu sia accoccolato qui accanto a me, con la testa sulla mia spalla, ad aspettare solo di essere accolto fra le mie braccia.

Da quando te ne sei andato, la notte è uno dei momenti peggiori. Mi stringo nelle lenzuola sperando in tuo improvviso arrivo. Ti vorrei ancora qui con me, fra le mie braccia, magari a fare l’amore nelle notti solitarie e senza luna, nelle notti fredde dove ci riscaldavamo solo stringendoci l’uno all’altro. Voglio sentirti ancora qui, vicino a me, a sussurrare parole dolci al mio orecchio avvinghiato al mio corpo. Parole dolci alle quali ho raramente risposto, e non so quanto questo ti abbia potuto ferire. Ma provo a non pensarci, ci chiudo un occhio e non ci do peso, per quanto mi possa essere difficile. 

Mi manca cadere addormentato stringendoti fra le mie braccia come il più prezioso dei tesori, mi manca davvero, non lo faccio da fin troppo tempo. Mi manchi davvero. A volte socchiudo gli occhi e spero di rivederti al mio risveglio, spero che tutto questo sia solo un brutto scherzo di pessimo gusto.

«Ho voglia di te, lo sai?»

Dopo questo, non dicevi niente, non dicevo niente. Sapevamo semplicemente cosa fare e perché farlo, perché ci amavamo, e io sotto sotto ti amo ancora. Il tuo corpo danzava fra le mie braccia ed eravamo una cosa sola, i nostri respiri riempivano il silenzio che aleggiava pigro nella stanza, e le lenzuola non riuscivano mai a rimanere decentemente disordinate, ma a noi non importava mai. No, mai, cosa importava a quei tempi, quanto ci bastavamo entrambi per sopravvivere?

Da quando te ne sei andato, tutto il giorno è uno dei momenti peggiori.

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