-Dovevi proprio vederlo,quello sguardo da predatore mi ha quasi fatta bagnare.- La voce stridula di Gabriella perforò i miei timpani. Mi appoggiai contro il muro con la schiena. La nostra pausa studio si basava sullo spettegolare e sul formulare strambi pensieri e pettegolezzi sul nuovo professore di letteratura inglese. Sporsi il labbro inferiore,mordendolo incontrollabilmente.
-Non mi dirai che é un figo,porca miseria! Devo evitare di darmi all'assenteismo!- Marcy ridacchiò e subito provai pena per il suo ragazzo. Si amavano immensamente,eppure lei elargiva le sue attenzione a qualunque essere maschile le capitasse davanti.
-E tu? Tutta seria oggi,Ale?- Marcy mi sorprese a fissarmi i piedi insensatamente. In realtà la mia mente si era disconnessa nell'istante in cui il professor Matteo aveva allacciato la sua mano al mio braccio. Non avevo dubbi,era lui. Il ricordo nitido e bruciante di due settimane prima tornò a farsi vivido. Come potevo spiegare alle mie amiche che quello era un pazzo maniaco alla piena ricerca di una vagina su cui sfogare le sue voglie più perverse? E come potevo spiegare alle mie amiche che io,studentessa,avevo baciato senza saperlo,il mio prossimo professore di letteratura inglese?
-Sei pallida,stai bene?-Gabriella tese un braccio per carezzarmi la spalla. Gli occhi della mia mente ripresero quello sguardo di ghiaccio ardente e subito provai un brivido.
-E' solo...é solo che quell'uomo non mi piace.- sbraitai inconsapevolmente. Marcy e Gabriella strabuzzarono gli occhi ed io non potetti che sentirmi più imbarazzata.
-A te gli uomini piacciono solo per una cosa,Ale- Marcy mi stuzzicò.
-Non sono una troia e poi è il nostro docente.- commentai sprezzante.
-Eppure oggi non ti toglieva gli occhi di dosso.- Gabriella mi rivolse un sorriso smagliante. Io sbiancai e le mie labbra si fecero immediatamente secche."Certo che mi fissava,mi ha quasi scopata vestito quel pazzo". Tossicchiai.
-Non m'importa.- Ripresi bruscamente il libro di storia medievale e mi misi a sedere,incurante delle occhiatine che le mie amiche si lanciavano.Le prime lezioni di mattina erano uno strazio. I miei occhi imploravano il sonno e il mio corpo desiderava ardentemente di poter cullarsi tra le coltri. Gennaio era il mese peggiore e gli esami si facevano vicini. Il mio maglione bianco aderiva perfettamente al mio busto,eppure non bastava ad alleviare il freddo che percepivo. Ma era il freddo o qualcos'altro?
-Buongiorno,ragazze. Volete che vi offra qualcosa dalle macchinette?-
Parlando del diavolo....
-No.- Mi voltai e risposi prontamente. I miei occhi blu incrociarono i suoi,opachi e grigi. O verdi? O azzurri? Non seppi distinguerli. Erano glaciali,semplicemente glaciali.
-Signorina,ha una brutta cera stamane,le conviene rifocillarsi.- Abbozzò un mezzo sorriso. Marcy e Gabriella trattennero una risata. Io contenni una risposta acida.
-Preferisco tenermi questa brutta cera,anziché accettare la vostra benevolenza.- Girai sui tacchi e mi diressi verso l'aula.Il professore indossava pantaloni jeans e un paio di scarponi di cuoio beige scuro. Il maglione rosso fuoco metteva in risalto il torace possente e le spalle larghe. "Che razza di idiota" pensai guardandolo. Questa volta il suo sguardo era diretto nella mia traiettoria.Si era accorto che lo fissavo? O magari mi avrà letto nel pensiero? Mi augurai di no. Ero stata abbastanza scortese prima,ma quella sua insolenza m'innervosiva. E m'innervosivano le sue labbra. Perché m'innervosivano le sue labbra? "Perché stupida é il bacio più sexy che tu abbia mai ricevuto nella tua vita".
-A cosa pensa,signorina Abram?- Quanto tempo ero rimasta imbambolata? La lezione su Shakespeare era terminata e persino Gabriella mi aveva abbandonata. Altre due persone parlottavano alle mie spalle,poco distanti.
-Niente.-
-Sta mentendo.- Adesso torreggiava su di me ed io me ne stavo seduta,incapace di incontrare i suoi occhi.
-Allora non sono affari che la riguardano.- digrignai i denti e ruotai il capo.
Lui appoggiò le mani sul bancone e si tese,portando con sé quell'odore ineguagliabile di acqua di colonia. Il suo profumo era...troppo. Mi alzai,facendo fracasso. Adesso il suo sguardo era quasi all'altezza del mio.Brillavano,minacciosi,pericolosi. C'era qualcosa di dannatamente pericoloso e inquietante in quell'uomo. E quell'uomo era il mio professore. Ed io stavo farneticando. La mia testa stava farneticando.
-Dovrei tagliarle quella lingua a...- mormorò a metà,non seppi esattamente cosa stesse per dire e trattenni il fiato.-E' meglio che se ne vada,signorina Abram.-
Come caspita faceva a sapere il mio nome? Si era divorato tutto l'elenco delle persone presenti a lezione? Deglutì,provando un senso di oppressione sul petto.
-E' quello che sto facendo,Professor Tomasi,vi auguro buon proseguimento.- Lo superai,volutamente fiancheggiando.
-Ah!- Quell'esclamazione mi bloccò a metà strada. Udì i suoi passi lenti.-Spero che quando parlo,le mie labbra non vi ricordino troppo quello che é accaduto quella famosa notte. Le darei un trenta e lode per quella pomiciata.- Le sue parole dure rastrellarono il mio petto e il panico s'impossessò di me. Anche lui se n'era ricordato. Sospirai e decisi di uscire,da quell'aula,il più immediatamente possibile.

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Oscura ossessione
AcakLa vita di una giovane studentessa universitaria sta per essere ribaltata dalla smania di un uomo che cambierà la sua quotidianità per sempre.