Capitolo 5

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20 novembre
Oggi ho dormito per l'intera mattinata visto che ho il turno serale. Mi sono svegliata per l'ora di pranzo e ora mi sto preparando del riso.
Quando finisco di mangiare e di sistemare la cucina si fanno già le quindici e incomincio a prepararmi per andare a lavoro.
Mi metto i soliti vestiti neri e mi faccio una coda alta, mi infilo un piumino nero ed esco dall'appartamento. Comincio a camminare e noto che oggi è una giornata abbastanza grigia e umida. Oggi farò il mio primo turno da sola, sono un po' agitata e spero che vada tutto bene. Arrivo al locale, entro e poso il piumino. Noto che in questo orario non c'è molta gente, e raggiungo Valerio dietro al bancone.
«Ehi!» dico mettendomi il grembiule, «Oggi in orario eh» mi risponde mostrando un sorriso. «Eh sì» dico ricambiando il sorriso. «Ti ho lasciato una lista delle cose da fare durante il turno, per qualsiasi cosa scrivimi» mi dice togliendosi il grembiule e scendendo dal bancone.
«Va bene grazie» dico cominciando a pulire. «Non fare danni» dice ridendo, ed esce dal bar lasciandomi con un sorriso sul viso.
Il turno passa molto velocemente ed è quasi ora della chiusura, e ricontrollo la lista per vedere se manca qualcosa. Mentre aspetto che la lavastoviglie finisca l'ultimo lavaggio comincio a pensare se Edoardo è in ufficio. Oggi non ho avuto l'occasione di salutarlo, quindi prendo coraggio e mi ritrovo di fronte quella porta.
Con il cuore che mi balla, trovo il coraggio e busso, ma non ricevo nessuna risposta, allora decido di aprire la porta molto lentamente.
La luce è spenta, accendendola vedo che non c'è nessuno ma noto che è pieno di fogli a terra quindi decido di raccoglierli e sistemarli.

Edoardo
Sono stato tutto il giorno in riunione, solamente ora posso stare da solo al bar e stare da solo. Scendo dalla macchina e entro spedito nel locale. Noto che non c'è nessuno, Dov'è Valerio? Mi guardo intorno e vedo che la porta dell'ufficio è aperta, quindi vado a vedere cosa succede.
Arrivando alla porta vedo Celeste. Che cosa ci fa qui dentro? è chinata a terra, che raccogliere i fogli che ho lanciato la scorsa sera e per un momento mi manca il respiro.

Celeste
Mentre sono chinata a terra a raccogliere i fogli sento dei passi e voltandomi vedo Edoardo guardarmi. Mi guarda fissa negli occhi e mi immobilizzo.
«Che stai facendo qui dentro?» mi chiede con tono secco. Non sapendo cosa dire rispondo solo dopo qualche secondo: «Scusami, non volevo... » rispondo cominciando a balbettare.
Perché sto balbettando?! Vedo lui fare un sorriso togliendo la sua espressione cupa da sua volto e si avvicina a me, si china e mi aiuta a raccogliere i fogli.
Tra noi c'è un silenzio insopportabile, ma finiamo molto velocemente e gli metto tutti i fogli sistemati in un angolo della scrivania.
Mi appoggio alla scrivania e non sapendo cosa dire mi guardo attorno. Non posso non notare la stanza tutta in ordine. «Sei un malato dell'ordine?» dico ridendo, «Beh, mi piace tenere le cose in ordine» risponde mettendosi una mano fra i capelli per ignorare il mio sguardo.
La tensione tra noi si intensifica e quasi mi scalda la pelle. Quindi decido di distogliere lo sguardo su di lui e mi dirigo in sala. Sento i suoi passi dietro di me, e capisco che mi sta seguendo. Torno al bancone per prendere la cassetta della lavastoviglie che ha finito il giro e lui si siede su uno sgabello. Rompendo il ghiaccio dice: «Ti trovi bene qui?»
Beh se non ci fossero due fighi starei molto meglio! «Sì, mi piace molto questo locale, è molto raffinato» dico sorridendo. «Meno male che ti piace, ho speso molti soldi per ristrutturarlo» dice appoggiandosi sul bancone, e aggiunge: «Vuoi bere un bicchiere?» dice indicando la bottiglia di Vodka. «Certo» rispondo prendendo due bicchieri e riempiendoli.
Sento il suo sguardo seguire ogni mio movimento, mi allungo per passargli il bicchiere e i suoi occhi scivolano dal mio viso alla mia scollatura.
Imbarazzata sospiro senza volerlo mettendolo a disagio, prende il bicchiere e lo butta giù tutto di un fiato. Lo seguo e anch'io mando giù con uno scatto tutto il liquido svuotando il bicchiere.
Decido di tornare con lo sguardo su di lui e mi mordo il labbro senza volerlo, i suoi occhi corrono giù seguendo quel movimento.
Ho il cuore in gola, ma per fortuna a distrarci è il suono del suo cellulare. Facendo finta di nulla riprendo i bicchieri e comincio a lavarli, invece lui comincia chattare.
Mentre mi tolgo il grembiule, «Cavolo» dice tutto d'un fiato battendo il telefono sul bancone, dicendo quelle parole la mia attenzione ricade di nuovo su di lui.

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