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Josephine's POV

Due estranei. Ecco cosa siamo diventati.

Se prima ci rivolgevamo la parola ora non riusciamo neanche ad incontrarci per casa. Lui sembra evitarmi, quando io torno da lavoro non c'è mai e quando lui c'è io mi tengo impegnata cercando un appartamento cosi da potermi trasferire.

Mark, l'autista dell'azienda mi ha dato una seria di planimetrie da visionare in vista dei prossimi sopralluoghi cosi da farmi un'idea su cosa vedrò.

Sono passati 3 giorni dalla mia litigata con Hero. Non che li stia contando sia chiaro. Sono più concentrata su altro visto che domani... beh domani sarà una giornata difficile per me.

Ma almeno ripensare a ciò che ci siamo detti, mi aiuta a distrarmi. Devo ammetterlo, scervellarmi per capire cosa gli passi per la testa è abbastanza impegnativo.

Sembra geloso di me, ma non mostra le sue carte. Ti dice una cosa e poi se la rimangia di nuovo.

Che palle.

"Allora l'appartamento?" mi chiede Martha quando rientro a casa. Sono fuori da 12 ore e sono stanchissima. Invece di tornare a casa dopo il lavoro, Mark mi ha accompagnato direttamente all'appartamento che dovevo visionare ma anche questo è stato un fiasco.

"Nulla da fare..." ammetto demoralizzata. "Non mi piace."

"Oh tesoro vedrai che lo troverai....quando meno te lo aspetti." Mi rassicura Martha avvicinandosi a me dandomi un bacio sulla fronte. "O potresti riconsiderare la mia offerta."

E' come una seconda mamma per me. Le voglio cosi bene.

Ma dopo quello che è successo con Hero mi rendo conto che devo mettere più distanza tra di noi. Reclamo un po' di libertà e di indipendenza, e non posso stare appresso ai cambiamenti d'umore di Hero per il suo ciclo mestruale sballato.

"Te l'ho già detto... apprezzo l'offerta ma ho bisogno della mia indipendenza."

"Lo so tesoro, scusami non voglio pressarti... "

Mi accorgo subito di essere stata un po' troppo dura vista la giornataccia a lavoro e... i pensieri che ho per la testa a causa di domani.

"Mi dispiace non volevo è solo che...."

"Tranquilla, lo so." Dice Martha interrompendomi ricordando come me che giorno sia domani.

3 anni. 3 anni che mia madre è morta.

E oggi mi manca particolarmente.

"Stai bene?" mi domanda premurosa vedendomi forse strana.

"Si...si sto bene... voglio solo andare a letto." Annuncio prendendo la

"Mangia qualcosa..." tenta di dire ma poi si ammutolisce e mi accenna un semplice sorriso. "Se cambi idea avvisami ok?"

Dopo una bella doccia rilassante, mi siedo finalmente sul letto e cerco di distrarmi prendendo le planimetrie che mi ha consegnato Mark e le osservo per bene leggendo anche la descrizione sul sito dell'agenzia immobiliare vedendo delle foto. Ne scarto molti ma ne salvo anche cinque nei preferiti cosi da ricordarmi quale voglio visionare per prima.

Passo cosi non so quante ore, quando controllando l'orologio noto che è quasi mezzanotte.

Scendo al piano di sotto per prepararmi una tisana sperando di riuscire a calmare i nervi, ma poi mi faccio prendere dalla nostalgia e prendo posto sul divano in salotto mettendo vecchi filmini di quando Mercy ed io eravamo bambine.



Hero's POV

Muoio di sete. E solo per questo motivo mi spingo giù dal letto per andare al piano di sotto per bere litri di acqua fresca direttamente dalla bottiglia.

Ma quando sto scendendo le scale noto subito che la tv in salotto è accesa. Le luci sono spente, quindi penso che qualcuno l'abbia semplicemente lasciata accesa.

E poi girando la curva della scala, la vedo. Riconosco la sua chioma bionda e la sua figura minuta seduta sul divano con le ginocchia al petto mentre guarda alla tv vecchi filmini di quando eravamo piccoli.

In particolare il suo quinto compleanno.

Non so cosa ci facciano qui questi filmini visto che tecnicamente dovrebbero essere a casa loro ma intuisco che dietro ci sia lo zampino di mia madre... forse con il loro trasferimento ha tenuto delle loro cose qui per ricordo.

Quante volte mia madre li avrà visti da sola in piena notte?

Mi siedo sulle scale cercando di non fare rumore, guardandola a distanza cosi concentrata e in silenzio. Rivedo i miei genitori ringiovaniti di 15 anni, vedo la piccola Mercy saltellare con Josephine in attesa della torta, Titan giocare ad acchiapparello con Katherine ed io...io ero troppo concentrato a fare i dispetti alla festeggiata.

Non ricordo granché di quel giorno ovviamente ma a giudicare dai filmini di Stephen mi divertivo molto a punzecchiare Josephine.

"Josii!" la chiama una voce femminile nel filmino che non riconosco subito. "Josi guarda la mamma!"

Elisabeth.

Ecco perché è qui.

Sta rivedendo sua madre. In dei vecchi filmini.

Se è passata mezzanotte, oggi sono 3 anni che è morta. Mia madre me l'ha detto stamattina prima che lei scendesse a fare colazione e io uscissi di casa evitandola come la morte da 3 giorni a questa parte.

"Sei pronta a spegnere le candeline?" chiede Elisabeth euforica. "Fai un sorriso alla mamma, forza."

Vedo le sue spalle alzarsi ed abbassarsi ritmicamente quasi come se stesse ridendo ma poi capisco che non sta ridendo... sta piangendo.

Si asciuga le lacrime quasi come se avesse paura che qualcuno possa vederla, e si stende sul divano continuando a piangere silenziosamente.

Sono tentato di raggiungerla,per stringerla tra le braccia e rassicurarla sul fatto che il mondo non fa cosi schifo come crede. Che un giorno andrà meglio, anche se oggi si sente mancare la terra sotto i piedi.

E mi riprometto di ricordare anche questo di lei. La sua parte debole anche quando all'apparenza sembra la persona più sicura e più felice di questo mondo.

Ha perso sua madre. Il suo tutto, la sua figura di riferimento, la donna che l'ha messa al mondo.

Non lo auguro a nessuno. Neanche al mio peggior nemico.

Perciò mi convinco del fatto che domani devo assolutamente parlarle. E non perché mi senta in colpa per ciò che ci siamo detti. Ma perché sento la necessità di farle capire cosa mi stia accadendo nella testa.

Non so quanto tempo aspetto. Ma lo faccio fin quando non la sento smettere di piangere e la raggiungo solo per constatare che è crollata.

La prendo di peso , la stringo tra le braccia dandole un bacio sulla fronte, e la porto al piano di sopra. Non so bene se si sia accorta di me e stia fingendo di dormire , so solo che questa vicinanza con lei mi fa stare tremendamente bene.

E non dovrebbe.

La porto in camera sua, la deposito dolcemente sul letto e sapendo quanto sia sbagliato, mi stendo accanto a lei solo per qualche secondo per osservarla dormire.

So quanto sia sbagliato eppure lo faccio lo stesso. 

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