Capitolo 4°-La regina

87 16 4
                                    

Mi sembra di essere in una bolla, tutto intorno a me appare scuro e sfocato. Mi sento il corpo pesante, le braccia e le gambe distrutte, la testa che vacilla e sta ancora sul collo per miracolo.

Apro le palpebre.

Mi ricordo che stavo saltando giù da un dirupo, che in questo modo avrei avuto delle risposte. Me lo ha detto mia madre e io l'ho fatto.

Aveva ragione. 

Cazzo, la magia esiste.

Non sono morta e non sono sul fondo del dirupo, sono stata teletrasportata credo. La chiave era una specie di lascia passare al portale credo, portale che si trovava al fondo del dirupo. Ciò vuol dire che la magia esiste, io... io lo sapevo di non essere matta come dicevano tutti.

Sono felice di non essere morta, ma ciò che vedo mi fa rabbrividire.

Sono in una stanza minuscola, davanti a me c'è un uomo. Ha lo sguardo da psicopatico, un occhio più grande dell'altro e il sopracciglio pieno di cicatrici. 

Dietro di lui c'è una ragazza, della quale però non riesco a vedere il volto. Indossa una maschera piena di sangue.

Dove diavolo sono finita? Non piace per niente l'atmosfera che c'è in questo stanzino.

"Principessina, non abbiamo tutto il giorno." mi dice l'uomo con gli occhi asimmetrici.

Abbasso lo sguardo e, solo dopo, realizzo di essere legata ad un palo, polsi e caviglie stretti con lacci in corda.

Subito il mio cuore inizia a battere molto, troppo forte. Mi battono i denti e le gambe cominciano a tremare. 

Urlo, urlo forte, come non ho mai fatto in vita mia.

Sono terrorizzata.

L'uomo tira fuori dalla cintura un pugnale e me lo appoggia sul collo, lo sguardo severo e deciso.

Non appena sento il freddo della lama sulla pelle smetto di urlare e me ne sto ferma e zitta, incapace di reagire.

"Ora si ragiona." sussurra l'uomo mentre toglie delicatamente il coltello dalla mia gola, mi mette una ciocca di capelli dietro all'orecchio, alza il sopracciglio e mi fa l'occhiolino.

Io distolgo lo sguardo. Che porco infame.

Deglutisco a fatica e mi guardo intorno, per cercare di capire dove diavolo mi trovo, se mia madre mi ha mandata in questo posto, ci dev'essere una ragione.

C'è una puzza di fogna incredibile, è tutto buio, nessuna finestra. Pavimento, pareti e soffitto sono tutti in pietra, l'unica porta è in acciaio. 

Perfetto. Sono in un sotterraneo. Mi hai proprio portata in un bel posto mamma.

"Oh sei sorda? Ragazzina parlo con te." mi urla l'uomo sputandomi in faccia.

Chiudo gli occhi schifata, poi gli rispondo: "Si scusa, non stavo ascoltando."

"Noi ti abbiamo rapita e tu non ascolti neanche quando parlo, ma dico sei pazza o solo stupida?"

Me ne sto zitta. Sono terrorizzata, ma cerco comunque di assumere uno sguardo da sfida. 

"Cosa vuoi?"gli chiedo, cercando di non balbettare.

"La regina."

"Cosa?"gli domando sbalordita.

"Non fare la finta tonta ragazzina, voglio tua madre." 

"Cosa centra mia madre? Lei è morta."

"Come cosa centra? Tua madre centra sempre, è la cazzo di regina di sto regno. Ora dimmi la verità o ti affondo questo coltello nel collo, poco me ne importa che sei la principessa."

"Io non lo so, giuro, non so dove sia mia madre, me lo chiedo da anni." gli rispondo non riuscendo a trattenere le lacrime, darei qualsiasi cosa per rivederla.

Tutto questo non ha alcun senso. Mia madre si è suicidata ok? E' morta, fine della storia. Pensavo di riuscire a sentire la sua voce solo io o... che ne so...

Non può essere la regina ed io di certo non sono una principessa. Sono solo una cazzo di ragazza depressa per la morte della madre, insomma una ragazza normale, più o meno.

Magari sto sognando... possibile. O sono impazzita, ancora più probabile, oppure sono morta. Beh, tutte queste opzioni sono più plausibili del fatto che mia madre sia viva, insomma ho visto il suo cadavere... l'abbiamo sepolta cazzo.

"Se non mi dici immediatamente dove si sta nascondendo la regina ti squarcio la gola." così dicendo l'uomo appoggia ancora una volta la lama sul mio collo.

"Giuro, io non lo so." urlo.

"Devi fare sul serio se vuoi che ti risponda." dice la ragazza con la maschera, che fino a quel momento era stata zitta.

L'uomo alza gli occhi al cielo e aumenta la pressione sulla mia gola.

"Cazzo ho detto che non lo so!" gli urlo singhiozzando.

"Devi ucciderla!" urla la ragazza dietro di lui.

L'uomo alza ancora una volta gli occhi al cielo: "Lo stavo per fare, Efire, prima che tu mi interrompessi. Ultima chance principessa."

"Ho detto che non lo so, non so dove sia!" urlo a squarcia gola.

Lo sguardo dell'uomo torna al mio collo: "Beh, visto che hai tanta voglia di morire... ti accontento." 

No, non posso morire in questo modo, legata ad un palo, non posso accettarlo. Inizio a muovere braccia e gambe istericamente, ci metto tutta la forza che ho nel corpo... ma niente, non serve a nulla, i miei polsi e le mie caviglie sono ancora legati a questo maledetto palo ed io morirò in uno scantinato. 

Sento la pressione del coltello sempre più forte e, rassegnata, chiudo gli occhi e mi mordo le labbra.

Aspetto di morire.

Ma il coltello non affonda nella mia pelle.

Sento un tonfo e riapro gli occhi. 

A terra c'è l'uomo che mi stava per uccidere, grondante di sangue, con una spada che gli trapassa il petto.

La ragazza che era dietro di lui gli ha conficcato la spada nel corpo. Apro la bocca scioccata. Perchè mi ha salvata?

"Non c'è di che." mi dice la ragazza, mentre sfila la spada dal corpo dell'uomo e se la rimette appesa alla cintura, con non-chalance, come se non fosse tutta imbrattata di sangue.

Viene verso di me e si toglie la maschera, rivelando due occhi verdi intensissimi ed un volto stupendo.

"Ehm grazie." le rispondo ancora frastornata "Chi sei e perchè mi hai salvata? Prima non mi volevi morta?" le chiedo.

"Mi chiamo Efire. Ti ho salvata perchè conosco tua madre." 

"Tu, conosci mia madre? Stai dicendo che è viva?"

"Certamente, è di sicuro viva, deve esserlo." mi risponde, mentre con un coltellino mi libera dalle corde.

Non so se crederle, insomma... certo credo nella magia, ma questo va oltre.

"Come fai a conoscerla?" 

Efire mi guarda negli occhi, poi li abbassa. 

"Vorrei tanto dirtelo, ma ho imparato che non posso fidarmi di chiunque. Non posso più fidarmi di nessuno."

Così dicendo torna a guardarmi e mi accorgo che i suoi occhi sono lucidi. Vorrei tanto abbracciarla, poi mi ricordo che fino a due secondi fa mi voleva morta e mi passa la voglia.

Lei fa un piccolo movimento con la testa, la scuote, poi torna ad essere seria, nel suo volto non c'è neanche più un barlume di tristezza.

"Dobbiamo andare, forza." dice in modo deciso ed autoritario.

Così dicendo si gira, apre la porta d'acciaio ed esce dal seminterrato. Io la seguo.












Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 21, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

My World || Il Mio MondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora