Capitolo V.

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Francamente parlando, il mese di Febbraio mi stava dando alcune soddisfazioni,ero riuscito a prendere il foglio rosa e mi ero iscritto a scuola per l'anno successivo.

Questa piccola oasi di redenzione però, non mi aveva fatto dimenticare di A.S., non ero ancora uscito da questa disavventura...

Ormai da giorni mi ritrovavo la rubrica colma di chiamate perse, proprio da parte del romano.

Non lo sentivo da quando ero stato a Piacenza, e dalla frequenza con cui mi chiamava senza successo, potevo capire che era visibilmente furioso e avrebbe continuato ad esserlo, perchè io sicuramente non avrei avuto più l'intenzione di parlare con quel rifiuto umano.

Per ben tre giorni non cessò di provare ad attirare la mia attenzione, in quel lasso di tempo il lavoro ed i suoi affetti furono in secondo piano e io diventai il suo obbiettivo; una cosa proprio maniacale direi.

Come se non bastasse A.S. mi scrisse, minacciandomi di morte e millantando di sapere dove si trovasse la mia abitazione. Gli risposi che i suoi tentativi di farmi paura erano a dir poco ridicoli, anzi: mentre lessi quelle stupidaggini mi trovavo in autobus, e inutile dire che qualcuno mi guardò stranito dopo avere riso di gusto.

Decisi allora di effettuare l'ultima riunione con i ragazzi, prima però uscì dalla chat di Telegram, invitando i miei amici concittadini a fare lo stesso.

Sotto i soliti portici di Porta Saragozza eravamo presenti io,Marcellino,Vasilij e il gruppo degli imolesi.

Non si disse tanto, io avevo espresso chiaramente che volevo uscire dall'U.F.I. e che avrei sciolto la sezione; Vasilij abbozzò un mezzo sorriso e mi fece presente che anche lui ne avesse abbastanza di questa presa per il culo.

Marcello però si limitava a fissarci dietro ai suoi occhiali ingombranti, i suoi occhi erano lucidi e continuava a sfregarsi le mani, nonostante ciò provammo a far finta che non fosse presente con noi.

Non so che pensasse in quel momento, forse era triste perchè aveva perso l'ennesima occasione per farsi degli amici.

Uno degli imolesi chiuse la mano formando un pugno, e guardando me e Vasilj disse: "traditori".

Purtroppo,come in ogni film prodotto ad Hollywood, l'antagonista non si toglie mai facilmente di peso, difatti una mattina mi svegliai bruscamente,il mio cellulare squillava ogni minuto.

Era di nuovo A.S., questa volta però ottenne la mia attenzione.

Lamia rubrica contò una 50ina di chiamate da vari numeri diversi e ricevetti vari messaggi senza senso.

Inizialmente ero scosso, pensavo che mi avesse hackerato il cellulare oppure fatto cose peggiori, visto che avvenne tutto cosi velocemente.

Successivamente,rendendomi conto che A.S. fosse un 22enne che pensava ancora di vivere nella Seconda Guerra Mondiale, realizzai che non era sicuramente un individuo di un intelletto sopraffino, e cercai di ragionare per trovare qualche soluzione.

Come avevo appurato infatti, il romano mi inviò un messaggio dove c'era scritto un annuncio in un sito discutibile, contenente il mio numero di cellulare e un indirizzo di casa che non era il mio.

Molto probabilmente non avendo nessuna competenza informatica, A.S. doveva aver cercato su "Pagine Bianche" un indirizzo in cui fosse presente il mio cognome, fallendo miseramente.

Dopo aver comprato una SIM nuova, (in modo da non essere più raggiungibile dalle continue chiamate), presi coraggio e raccontai a mio padre tutta la storia di A.S.(Dato che mia madre era a lavoro).

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