• C.D. •

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"Ise era solita pattinare per le strade di Privet Drive, schivando ogni ostacolo che le capitava davanti, dalle automobili lucenti dei vicini ai cani randagi che qualche volta le si scagliavano contro.

Andava talmente veloce che quando pattinava dimenticava tutto, ogni ricordo brutto o triste scompariva, per fare posto ai soli pensieri felici.

Era una Dursley, la famiglia meno adatta in cui potesse capitare: un padre e una madre estremamente ordinari, cinici e in grado di lamentarsi di qualsiasi cosa ed un fratello tonto e viziato, che la odiava. Forse l'unica persona che ammirava era suo cugino, Harry Potter, che però la considerava una 'bambina babbana e stronzetta', come suo fratello.

Giusto l'anno prima era arrivata la lettera per Hogwarts, una scuola di magia, ad Harry e, essendo di un'anno più piccola, aspettava con ansia il suo undicesimo compleanno, con la piccola speranza che potesse arrivare anche a lei.

Persa nei pensieri si andò a schiantare contro la siepe della vicina, la signora Jones, padrona di un cane abbastanza fastidioso che iniziò ad abbaiarle contro.

Ise:"Stai zitto, calmati!"

Si alzò e si tolse i rametti che le si erano infilati da tutte le parti, nel farlo si accorse di un piccolo taglietto sulla guancia, non ci fece troppo caso e ripartì, infilando le cuffiette e ascoltando a tutto volume le canzoni dei Queen.

Sicuramente non avrebbe mai voluto tornare in quella piccola casa, per poi essere picchiata dal fratello o sgridata dai genitori, ma scappare su dei pattini e con soltanto una t-shirt e dei pantaloncini corti non le sembrava la scelta migliore.

Girò l'angolo e imboccò la strada che portava a casa sua, intanto passò di fianco al parchetto in cui andava sempre a giocare con il suo caro e vecchio biondino, il suo migliore amico, Jackson, che si era dovuto trasferire nel centro di Londra per 'motivi familiari' due anni prima.

Le mancava il suo amico, non le telefonava neanche più, neanche una lettera, mentre lei invece cercava di scrivergli tutti i giorni, e questo la faceva stare male.

Ancora persa nei pensieri prese contro alla macchina di suo padre, parcheggiata in giardino, segno che varcata la soglia di quella porta i suoi genitori avrebbero iniziato a tempestarla di domande su dove fosse andata.

Entrò con ancora i pattini addosso, sporca di fango e sanguinante dal taglio in faccia che si era procurata cadendo nella siepe della vicina.

Petunia:"CHERISE! Lo sai che non voglio che tu entra in casa con quei cosi!"

Ise:"Si chiamano pattini, mamma" disse togliendosi il casco che era costretta a portare.

Petunia:"Se ti azzardi ad entrare in casa così un'altra volta li vendo" disse per poi tornare in cucina.

L'anno prima aveva ceduto la sua camera ad Harry, nella speranza che la avrebbe trattata meglio, ma niente, ancora la considerava una copia di suo fratello.

Entrò nel ripostiglio del sottoscala, dove dormiva ora, e spostò tutta la roba di Harry per terra, si sdraiò sul letto e iniziò a contemplare l'interno delle scale, dove aveva iniziato ad incidere i giorni che mancavano al suo compleanno.

Ise:"Nove giorni, manca poco..." disse stringendo il cuscino in un abbraccio, cosa che faceva sempre per calmarsi.

Sentiva le palpebre sempre più pesanti e si addormentò velocemente, senza mangiare.

La mattina dopo fu svegliata da un urlo, uno strillo acutissimo, che proveniva dal salotto.

Si alzò velocemente e prese la prima cosa che aveva in mano per difendersi, era sempre stata una ragazza con grande istinto di sopravvivenza e voleva difendere le persone, senza considerare se queste le stessero simpatiche o no.

Strinse con entrambe la mani la mazza da baseball di suo padre e uscì dal ripostiglio, chiudendo a chiave la porta dietro di lei.

Un uccello, simile ad un gufo, volava per tutto il salotto con una lettera nel becco, e si precipitò verso Ise, che lo guardava meravigliata.

Lasciò cadere la lettera davanti a lei e presto tutta la famiglia Dursley+Harry scese a guardare cosa stesse succedendo.

Ise:"Signorina Cherise Dursley, ripostiglio del sottoscala, 4, Privet Drive" disse leggendo.

Guardò i genitori e il fratello: tutti e tre la guardavano male.
Aprì la busta e iniziò a leggere ad alta voce tutto ciò che ci era scritto in un inchiostro verde, quasi illeggibile.

Ise:"Cara signorina Dursley, siamo lieti di informarla che Lei ha il diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di" fece una pausa "Hogwarts"

Un silenzio assordante cadde su di loro. Tutti la guardavano, chi con paura e chi con disgusto, tranne Harry che sembrava quasi fiero.

Vernon fece un passo avanti e le strappò la lettera di mano, per poi farla in mille pezzi e buttarla nel fuoco.

Ise:"NO!"

Vernon:"Ti proibisco di andare in quella stupida scuola per RITARDATI" disse diventando viola in viso.

Lei si mise in ginocchio davanti al fuoco piangendo.
I Dursley se ne andarono, lasciandola da sola con suo cugino nella stanza, che si avvicinò a lei e la iniziò a consolare.

Harry:"Fidati di me, prima o poi torneranno i gufi" disse sommerso dai ricordi dell'anno prima.

Ise:"Sicuro? E se si fossero sbagliati? Cioè, non ho genitori maghi e-"

Harry:"Anche una mia grande amica è babbana di nascita, e anche mia madre lo era quindi tranquilla, arriverà"

Le sorrise e lei ricambiò.

Ise:"A proposito Harry, auguri"

Lui si alzò e tornò in camera sua dato che Vernon lo aveva messo in punizione per aver rovinato la cena con i signori Mason tre giorni prima.
Gli aveva detto che non lo avrebbe fatto tornare ad Hogwarts, ma in fondo sapeva che non era vero, tutti i Dursley, esclusa Ise, non vedevano l'ora che Harry si levasse da casa loro.

La ragazza si alzò con ancora le lacrime agli occhi e si rifugiò dentro il ripostiglio del sottoscala, chiusa a chiave da Vernon.

Vernon:"Lei, un mostro, quel tipo aveva-"

Ise:"NON SONO UN MOSTRO!"

Vernon:"STA ZITTA CERISE!"

Lei odiava essere chiamata con il suo nome completo, lo trovava un nome da ragazzina viziata, cosa che lei proprio non era: l'unico regalo che le avevano fatto i suoi genitori erano i pattini, e li continuava a ringraziare ogni secondo della sua vita, il resto della roba che possedeva era usata dal fratello.

Si infilò un'altra volta le cuffiette del walkman nelle orecchie e alzò a tutto volume la musica punk/rock delle musicassette cedute dalla vicina.

Erano circa le tre di notte quando sentì dei passi provenire dal piano di sopra e della polvere caderle addosso.

Prese la mazza da baseball un'altra volta e si mise pronta in posizione per tirare una mazzata nei denti a chiunque avesse cercato di entrare. La serratura della porticina si illuminò, la porta si aprì e vide due ombre entrare.

ci credete che finalmente sono tornata? perchè io no HAHAHHA
i capitoli non li ho revisionati più di tanto, quindi se ci sono errori vi prego di dirmelo
vi amo
soph

fred weasley ~ i don't knowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora