Fu come una deduzione naturale, inizialmente sembrava una semplice conclusione ad un argomentazione da manuale.
Se morissi ora non potrei infrangere i miei sogni. Semplice e lineare.
Poi realizzai.
Come avevo fatto a diventare così?
Come avevo fatto a pensare anche solo per un istante a una cosa del genere. Io che amo la vita, tanto da voler diventare un medico per preservare la vita degli altri avevo pensato a fermare la mia?
Come è possibile che sia così spaventata dall'idea di deludere le persone attorno a me dal voler smettere di vivere.
Come è fottutamente possibile che non riesca a sentirmi degna di vivere se non riesco ad essere perfetta?
Strizzo forte gli occhi, cercando di scacciare quel brutto pensiero dalla mente, mi ritrovo a pensare che sia semplicemente un caso, a tutti capita di avere dei crolli, no?
Passa del tempo, mi ritrovo a guardarmi allo specchio, il mio fisico d'atleta di cui sono sempre stata così orgogliosa mi appare fuori forma, evidentemente il dietologo aveva ragione quando mi ha detto che dovrei perdere un po' di peso. Prendo un lembo di carne all'altezza del mio stomaco e lo osservo in silenzio. Se solo riuscissi a seguire bene la dieta non sarei così grassa. Osservo le mie cosce e noto un po' di cellulite. Non dovrebbe esserci. Sono una sportiva. Il mio corpo non dovrebbe essere così. Più mi guardo allo specchio più noto i miei difetti. E con loro un senso di nausea verso me stessa. Se vomitassi forse un pochino di quel grasso andrebbe via... Una deduzione semplice. Ma sufficiente a svegliarmi da quello stati di trance. Cosa sto facendo?
Perché sto pensando una cosa del genere? È a sbagliato, non voglio farmi del male. Io amo il mio corpo. Io sono felice di me stessa. Vero?
Passa il tempo, sono nella doccia.
Prendo il rasoio e inizio a tagliare alcuni peli superflui sfuggiti alla ceretta.
Mi sfugge di mano e finisco per tagliarmi all'altezza della caviglia. Un graffio da nulla, eppure, essendovi numerosi capillari ed essendo immersa in un liquido il sangue esce copiosamente. Non sento dolore, solo la sensazione del sangue che scorre sulla pelle.
Assomiglia un po' alla sensazione dell'acqua che scorre sulla mia pelle mentre nuoto, è la mia sensazione preferita... Sbatto le palpebre e d'istinto getto a terra il rasoio. Cosa stavo facendo? Esco dalla doccia e inizio a disinfettare la ferita, mi mordo il labbro mentre applico l'alcol per evitare di lamentarmi, mia madre mi darebbe solo della mezzasega, e avrebbe anche ragione, dopotutto è colpa mia che sono cretina se mi sono fatta male, come si fa ad essere così impedita? Tolgo la garza per applicare il cerotto e vedo che il sangue non ha ancora coagulato. Sospiro applicando un cerotto in più, non è la prima volta che mi capiti che le ferite ci mettano più del tempo a coagulare. Per fortuna non mi sono mai fatta male sul serio. Altrimenti potrei morire...? Sul serio? Ancora?
Perché non riesco ad essere normale per un attimo io sono una persona felice. Fottutamente felice. La mia vita è perfetta. Cioè, quasi. Io non lo sono così tanto ma fa lo stesso, insomma, nessuno può sempre essere perfetto. Anche se in questo ultimo periodo sto facendo un sacco di errori non vuol dire che non meriti di vivere.
Amo la vita. È un dono.
Passa il tempo, ne è passato di tempo.
Io sono ancora qui, e amo ancora la vita. Magari a volte sono stanca e mi passano per la mente brutti pensieri. Magari a volte la mia forza interiore si incrina. Magari a volte mi ritrovo a piangere senza motivo. Magari a volte sono talmente stanca che vorrei farla finita.
Ma in realtà so che non lo voglio fare. Non lo voglio fare perché se sono arrivata fino a qui, se ho affrontato tutto quello che ho dovuto passare in passato non ho intenzione di mollare ora che sto bene. Certo, magari il passato mi perseguita. Mi perseguitano le parole dei miei vecchi compagni di squadra mentre sto con la mia nuova squadra. Mi capita a volte di bloccarmi a metà discorso, terrorizzata dall'idea che se parlo troppo possano stufarsi di me. Mi capita di nascondere le medaglie e i miei risultati per paura che qualcuno mi dica che sono troppo vanitosa. Mi capita di pensare in automatico che stiano parlando di me quando vedo due di loro ridere. Ma ora non è più come prima. Le persone che mi sono adesso accanto vogliono solo il mio meglio, sono fiere di me. E ci sono sempre. Anche quando io non riesco ad esprimere bene la mia paura. Anche un momento prima della gara, anche quando siamo rivali mi incoraggiano sorridendomi fin al segnale di partenza. Forse la paura che le persone che ho intorno se ne vadano se non rispetto le loro aspettative è ancora estremamente forte in me. Forse non è nemmeno colpa delle persone che avevo intorno gli anni passati o dei miei genitori che volevano sempre il meglio da me. Forse la colpa è mia che reputo essere perfetta l'unico modo che ho per essere amata. Forse la colpa è della società attuale che si occupa di mettercelo in testa dal momento in cui nasciamo. Forse è colpa dei libri che ho letto da bambina dove i cattivi erano coloro che per una ragione o per l'altra erano imperfetti, e perfetto era solo l'eroe che li sconfiggeva.
Non posso dare la colpa a qualcuno o a qualcosa per ciò che sono diventata così come non posso dire ai miei che ogni volta che si lamentano di qualcosa che faccio, o meglio che non faccio abbastanza bene, mi frantumano dentro. Così come non posso spiegare ai miei amici perché sembro così fredda e distaccata, perché non riesco a dimostrare il mio affetto o perché ho così tanta paura del loro giudizio.
Però nonostante questo non cambierei nulla della mia vita. Perché ora non ho più paura.
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punti di vista
Randomchi ha stabilito cos'è il bene e cos'è il male, chi ha deciso chi deve essere considerato il cattivo e chi il buono in una vicenda? tutto questo è senza dubbio il frutto della nostra educazione, del ambiente in cui viviamo e di chi ci racconta per...