Rose - Diversa da loro

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"Signorina, posso portarle la colazione?" chiese il maggiordomo George.

La mia famiglia si trasferì in Italia, nei quartieri più privilegiati e ricchi di Firenze. Erano nata in Inghilterra, ma a causa di faide e anche per lavoro, ci trasferimmo, portandoci con noi tutto il personale, poiché mia madre era molto viziata.

Eppure ce ne volevano di soldi per mantenere oltre una decina di persone, beh i soldi nella mia famiglia sicuramente non mancano, almeno quelli.

Sbuffai alla richiesta. "Non preoccuparti George, faccio io! Quante volte te lo devo dire di chiamarmi Rose e non signorina?!" lo rimproverai e alzai gli occhi al cielo rassegnata.

Odiavo essere formale, specialmente con persone con cui vivo, perfino con i miei genitori.

Mi preparai la colazione, un bicchiere di latte con due gocce di caffè, bevvi e andai a lavarmi.

Era mattina presto, dovevo uscire con il mio ragazzo Anthony e non avevo mai fatto tardi in vita mia, nemmeno quella volta.

La doccia era il posto in cui riflettevo tantissimo, infatti quel giorno decisi di dare una svolta alla mia vita!

Finii di lavarmi, misi due paia di calze, un paio di pantaloni rossi e scarpe invernali, dopodiché presi un maglione e una sciarpa, cavolo faceva freddo, mancava meno di un mese all'arrivo del Natale!

Mi risedetti sulla sedia della cucina, appoggiai le braccia sul tavolo e chiamai la governante "Annabel, per favore, potresti venire un momento?" dissi con calma.

"Dimmi signorina" si presentò avanti a me una donna cicciottella, con capelli rossi e rialzati.

"Ancora signorina? Dai Annabel mi hai cresciuta, chiamami Rose!" dissi alzando gli occhi al cielo e mettendo le mani tra i miei capelli.

"Comunque devo andare da Anthony, puoi avvisare i miei genitori?" dissi riprendendomi dalla disperazione, la donna annuì e ritornò in giardino, nel retro della cucina.

Uscii e mi incamminai verso due case dopo la mia, bussai alla porta e mi aprì il portiere di casa.

"Salve signorina Rose" disse l'uomo, sbuffai ma non potevo rimproverarlo, quindi mi limitai a starmene zitta.

Mi avviai nella stanza di Anthony, aprii la porta e vidi lui ancora che dormiva, fuori le coperte quasi nudo.

Pettorali e addominali perfetti, occhi neri e capelli sul castano, viso scolpito e spalle larghe che compensano le mani altrettanto grandi.

Mi avvicinai per aggiustare la coperta sul ragazzo, ma mi sentii all'improvviso tirata sul letto.

"Benvenuta dolcezza" disse lui.

Arrossii e gli sorrisi, poi dissi "Buongiorno amore".

Si girò e si mise su di me, senza toccarmi mantenendosi in aria facendo forza con le sue possenti braccia contro il letto, mi fissava e sorrideva.

" Ho bisogno di far colazione " disse stuzzicandomi, sapevo cosa voleva, mica ero una ragazza frigida io!?

"Se proprio vuoi" dissi, mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio a stampo, mentre lui mi sfilò i pantaloni e le due calze contemporaneamente.

"Quanta roba avevi?" disse con uno sguardo interrogativo, risi di gusto e dissi: "faceva freddo fuori..."

"Ti riscaldo io ora" disse maliziosamente e infilando la mano fra le mie gambe, ansimai e avvolsi le braccia attorno al suo collo, lui si alzò sulle ginocchia e dovetti aggrapparmi a lui con le gambe attorno alla sua vita.

Lui infilò il suo pene in me, senza stimolarmi e urlai veramente dal dolore.

Lui si eccitò ancora di più dalle mie urla, facendomi saltare su di lui senza badare ciò che volevo.

"Voglio andarmene a Milano" ansimai nel suo orecchio, lui finalmente so fermò mi guardò negli occhi e sfilò il suo membro dal mio corpo.

"Ho preso una decisione, voglio andarmene a Milano, vuoi venire con me?" dissi sorridendogli, lui mi guardò piuttosto malinconico.

"Non voglio che tu vai lontano da qui, io non posso muovermi e lo sai, lavoro nell'azienda di mio padre" disse.

"Ti prego di farmi andare, resteremo ancora insieme, io voglio stare con te, ma voglio andarmene da qui, non sono me stessa, voglio essere autonoma, io sono diversa da loro" dissi quasi con le lacrime agli occhi, lui capì e accettò la mia decisone.

Passarono 3 giorni, dovevo prendere il treno per andare alla mia destinazione, Anthony era li, la mia famiglia non c'era, mio padre era al lavoro e mia madre era impegnata dal parrucchiere, però c'era Annabel, lei si che mi aveva cresciuta, amavo quella donna.

"Ecco il treno" dissi sorridendo, saltai addosso ad Annabel e la abbracciati, lei disse "Arrivederci, piccola" io sorrisi e le dissi "ma ho 23 anni, piccola non sono!".

Poi mi rivolsi ad Anthony, aveva il broncio, mi limitai a dargli un bacio a stampo e andai nel treno, presi il posto accanto al finestrino e attesi la partenza.

Dopo 3 ore abbondanti, arrivai finalmente a Milano!

Girai per i negozi del centro a guardare tutte le vetrine, insieme a me avevo due valigie non molto grandi, color rosa.

Mi avvisi verso la periferia, c'era questo appartamento molto carino non molto lontano dal centro, che costava anche poco!

Mi sedetti sulla panchina e attesi qualche passante per darmi informazioni...

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