Guardai l'ora, era già passato un quarto d'ora da quando avevamo ordinato, il fattorino doveva essere vicino. Mi versai un bicchiere d'acqua, ma non feci in tempo a berlo che il telefono mi squillò.
"Pronto?"
"Abigail!" Riconobbi subito la voce
"Cole...sei vivo allora?" Feci una piccola risata, ma volevo davvero avere una spiegazione.
"Scusami, avevo io telefono scarico ed il caricatore rotto" il rumore provocato dall'acqua che scorreva nella doccia si fermò; pochi minuti dopo Timothée entrò in soggiorno, un paio di pantaloncini ed i capelli ancora leggermente gocciolanti. Nel frattempo Cole continuava con improbabili motivazioni ma decisi di lasciar stare, infondo dovevo ricordarmi che nemmeno io ero la fidanzata perfetta.
"hey non fa niente tranquillo...non importa" Timmy si avvicinò per sedersi accanto a me "poi non ero sola, ero con Timothée"
Sentii una piccola risata da parte sua "Inizi ad apprezzare il fratellastro ora?"
"Direi quasi di si"
"Ma cosa era successo?"
"Ne parliamo domani, ti va?" sentii il campanello suonare, mi girai verso Timothée che stava sorridendo e gli mimai un <vai tu?> con la bocca. Annuii.
"Va bene,magari a pranzo?"
Nel frattempo Timmy rientrò in soggiorno e incurante del fatto che fossi al telefono chiese quale pizza volessi. Lo guardai male per poi indicare il primo cartone.
"Va bene, ciao"
"Abi ch..."
Riattaccai velocemente, per poi prendere una fetta di pizza.
"Chi era?"
"Cole"
Notai la sua espressione cambiare per un secondo e diventare infastidita, perché? Perché quando poi lui era il primo a cercare altre da portarsi a casa quando uscivamo? Ignorai questo suo atteggiamento e presi un'altra fetta della mia pizza.Finito di mangiare torniamo a casa e andammo ognuno nella propria stanza.
Il giorno dopo , una domenica, mi svegliai verso le dieci , tardi rispetto al mio solito, ma probabilmente perché mia madre e Marc avevano litigato abbastanza la sera prima. Scesi a prendere il pacco di biscotti e tornai in camera a mangiarne qualcuno, realizzai di non aver fatto alcun compito così aprii il diario . La prima materia che mi saltò all'occhio era francese, aprii il quaderno ed il libro ma realizzai di non capirne nulla.
Avrei dovuto forse chiedere a Timothée? Ero sempre io ad andare da lui, anche per le cose più stupide. Meglio di no, aprii il computer cercando le frasi dell'esercizio, forse Yahoo answers aveva le soluzioni?
Mi arrivò un messaggio, il buongiorno di Cole. Forse potevo chiedergli se passava prima così da aiutarmi. Ed infatti eccolo alla porta mezz'ora dopo. Lo feci salire in camera , lui si sedette sul letto ed io presi il libro di francese per poi sedermi accanto a lui.
"Allora...che ti era successo ieri?"
"Em..." era la domanda che temevo, perché per me era sempre stato difficile aprirmi a comando " so che può sembrare stupido ma...è da un po' che mia madre e Marc litigano ed io..." mi mancò il fiato per un attimo ma sentii le sue braccia cingermi dolcemente.
"Hey non è stupido, ti capisco invece e mi dispiace non esserci stato"
Mi staccai dall'abbraccio ma non mi allontanai troppo.
"Ma ci sei ora, e per me vuol dire molto, poi tranquillo ero con Timothée"
"Che avete fatto?" Sapessi Cole, sapessi.
"Mi ha insegnato a surfare e mi ha mostrato un appartamento" le parole uscirono prima che possa fermarle. Tentai di rimediare continuando la frase "si, un appartamento abbastanza vicino alla spiaggia..."
"Ti ha portato all'appartamento ?" sembrò sconcertato. Io lo guardai interrogativa e appena se ne rese conto fece finta di nulla. "guarda non importa, in cosa devo aiutarti?"
Davvero voleva cambiare discorso? Cosa intendeva? Decisi di non chiedergli nulla in quel momento, anche perché mancava poco a mezzogiorno e volevo finire i compiti prima di pranzo in modo da avere la giornata libera.
"Francese" sbuffai "odio questa materia,non so nemmeno a che serva qui"
"Già hai ragione" rise "vediamo cosa riesco a spiegarti"Partimmo dal tema sul cambiamento climatico che la professoressa di francese, la signorina Clark, ci aveva assegnato per il weekend ma presto realizzammo che le mie lacune riguardanti quella materia erano molto più estese di così. In effetti io non avevo mai davvero studiato francese fino a che, appena arrivata qui, John si offrì di iscrivermi al liceo che aveva frequentato anche Timothée, una delle scuole private più esclusive di LA. Avevo dovuto superare i test per diverse materie, alcune che non avevo mai affrontato, ma in uno solo ero riuscita a copiare e le conseguenze si vedevano ora. Ricordo bene, quando finita quella prova , nascosi prontamente le mani nelle tasche, poiché i palmi erano ricoperti di scritte blu come l'inchiostro della mia penna. Non ero una che copiava spesso, anzi, solo il pensiero di venire scoperta mi provocava un ansia tale da auto-costringermi a studiare, ma per materie come quella più che un bigliettino era un salvavita.
"Abigail?" Cole ondeggiò una mano davanti alla mia faccia facendomi tornare alla realtà e girare verso l'orologio , appeso al muro dietro di lui. Mi scusai con il capo per non averlo ascoltato e proposi di andare a pranzo
"Mi hai letto nel pensiero" ci alzammo dal letto entrambi ed io aprii la porta, notando Timothée a pochi passi dalla soglia. Lo guardai male appuntandomi mentalmente di parlargliene dopo: era evidente che stava origliando. Scesi le scale tra i miei due interessi, e all'ultimo gradino un'odore di carne grigliata inondò le mie narici. Cazzo, era oggi!
Mi ero completamente dimenticata che Marc aveva invitato a pranzo alcuni dei suoi amici in modo da presentarli a mia madre e a me. A proposito, mia madre e Marc ora sembravano aver fatto pace, ma tra qualche giorno avrebbero litigato di nuovo probabilmente come avevano fatto nell'ultima settimana. Non capivo molto mia madre, ma la vita era la sua e forse per me era meglio così.
"Finalmente siete scesi" Marc e mia madre ci vennero incontro
"Chi è lui, Abigail?" Mia madre arrivo dritta al punto, squadrando Cole
"Lui è il mio..." in realtà non lo sapevo, io e Cole uscivamo insieme ma non mi aveva mai chiesto nulla ufficialmente. "Beh, usciamo qualche volta"
Sentii lo sguardo di entrambi su di me, ma Timothée dopo poco se ne andò, emettendo una risata trattenuta o forse un sospiro, francamente non capii. Qualche chiacchiera e presentazione dopo, lasciato scendere Noah, mia madre e Marc tornarono al barbecue accanto agli altri , lasciando me e Cole da soli."Usciamo qualche volta, davvero?"
"Che c'è, è vero"
"Abigail non fare finta di non capire" lo guardai negli occhi, realizzando che forse lui non la pensava così "pensavo di essere più importante per te"
"Insomma... non mi hai mia chiesto davvero di essere la tua ragazza , cosa avrei dovuto dire?"
"Seriamente Abigail?" Non capivo perché ne facesse un affare di stato."Lascia perdere" Lo guardai interrogativa. "Il pranzo lo facciamo un altra volta" continuò per poi uscire di casa.
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Nuances of the heart | Timothée Chalamet
FanfictionEx "Is it just sex? Timothée Chalamet". - - - - - "[il sesso] È una cosa fisica, come...come giocare a tennis. Due persone dovrebbero fare sesso come giocano a tennis. È soltanto un gioco, poi stretta di mano ed ognuno per conto suo." Presi un altro...