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La serata passo velocemente poiché dopo le presentazioni, entrambi andammo a disfare le valigie.

I nonni di Timothée mi fecero subito un ottima impressione: non erano i soliti anziani bigotti ma anzi, si dimostrarono dolci e premurosi non solo nei confronti del loro nipote ma anche nei miei, che stavo diventando parte della loro famiglia.

Approfittai della pace per andare a fare una passeggiata; il paese era infatti molto più vicino alla natura di quanto mi aspettavo. Mi tornò in mente mio fratello Noah ed il fatto che stranamente non mi avesse ancora richiamato: ricomposi quindi il numero e attesi. Stavolta mi ripose dopo appena qualche squillo
"Ei sorellina! Che si dice lì in Francia?"
"Lione era bellissima, ti sarebbe piaciuta molto ne sono sicura, qui invece siamo molto vicini alla natura e poi sono tutti così accoglienti..." sorrisi come se avesse potuto vedermi
"Sono contento che ti stai divertendo, qui invece tutto uguale, Gray...Grayson ha litigato con Lola finalmente..." strano pensavo l'uno pendesse dalle labbra dell'altra. Non ebbi troppo tempo per pensarci comunque "...Ethan è sempre un coglione e..." rise"...questa te la devo raccontare: ieri sera siamo andati in discoteca e Dylan ovviamente ci ha provato con mille tipe..." sogghignai, tipico "...ma la prima si è stufata di vederlo cambiare più ragazze che drink e così gliene ha lanciato uno in faccia. Dovevi vederlo" rise ed lo feci anchio immaginandomi la scena. Intanto sentii una voce in sottofondo all'altro capo del telefono; non capii cosa stesse dicendo ma ne riconobbi il tono.
"Ma era Grayson? Aspetta sei fuori col gruppo? Metti il viva voce dai" lo pregai ma non ricevetti la risposta immaginata
"Devo andare Abi, ci sentiamo presto"
Chiuse senza nemmeno lasciarmi rispondere. Perché si stava comportando in maniera così bizzarra? Sospirai, non avevo tempo di occuparmi anche di problemi a 9 ore da me. Riposi nuovamente il telefono in tasca e continuai per la mia strada.

Passeggiavo per il vialetto, giocando con qualche ciottolo che passava tra i miei piedi mandandolo più avanti con qualche calcio un po' annoiato. Osservavo nel frattempo la sagoma degli alberi leggermente accennati dalle luci presenti nella via. Ogni tanto portavo gli occhi al cielo osservando le stelle che si confondevano con le lucciole mentre il vento giocava con le foglie, facendole roteare sul suolo e con i miei capelli scompigliandoli. La luna era così vicina e grande che dava la sensazione di poterla quasi toccare. I fiori si erano ormai chiusi in se stessi l'erba danzava dolcemente immersa nelle leggere correnti d'aria. Si erano finalmente accesi i lampioni illuminando il piccolo vialetto in sassi, con la loro luce leggera. Ogni tanto in esso si poteva scorgere qualche fragile filo d'erba che tentava di uscire dalle fessure lasciate dai sassolini.

Mi sedetti sotto un albero ed osservai ciò che c'era intorno a me cercando di svuotarmi la mente e stare meglio, infondo non potevo comportarmi così per sempre, ma forse era più forte di me. Le azioni di Timothee mi confondevano anche solo a ripensarci, lo avevano sempre fatto; ora era chiaro, qualunque cosa ci fosse tra di noi il nostro problema era la mancanza di comunicazione: le sue azioni dicevano una cosa, mentre le parole esprimevano un'altra verità. E forse era anche colpa della nostra situazione poco convenzionale, del nostro patto in cui ci eravamo promessi di non cercare qualcosa oltre al puro piacere, al divertimento. Ma per me c'era di più, molto di più e non era più un segreto.

Il sentiero si concludeva davanti ad una piccola fontanella dove l'acqua stava ancora scrosciando lentamente, e dove alcuni pesciolini nuotavano alla ricerca di chissà cosa. Uno scoiattolo mi passo davanti e per poco non ci scontrammo, ne rimasi affascinata, raramente mi ero avvicinata così tanto ad uno di essi, in città dove vivevo era difficile trovarne. Subito dopo ne passo un altro. Portavano con se una ghianda ciascuno, chissà magari si stavamo aiutando.

Timothée mi aveva aiutato più di quanto volevo ammettere. La morte di mio padre faceva ancora male certo, ma sapevo di non essere più sola. Per la prima volta dopo tanto, inoltre, mi ero sentita parte di un gruppo: senza di lui non avrei mai conosciuito bellissime persone come Ethan, Grayson, Camila e tutti gli altri. Forse mi ero solo illusa, e forse lui non avrebbe mai visto in me ciò che io vedevo in lui ma sapevo che comunque ci sarei stata per lui e speravo che dopo esserci chiariti avrei potuto contare su Timothée allo stesso modo.

Nuances of the heart | Timothée ChalametDove le storie prendono vita. Scoprilo ora