Il vampiro assetato di vergini

385 15 5
                                    


Non sembrava più Rufy.
Ero distesa sotto di lui e non riuscivo a muovere un muscolo, lo guardavo muoversi sopra di me mentre con la bocca "assaggiava" le parti del mio corpo scoperte dal costume con baci silenziosi e lenti. Non lo aveva mai fatto eppure non c'era timidezza in quei baci, solo un'incredibile voglia di continuare, la leggevo nel suo sguardo. Arrossii fino alla punta delle orecchie lasciandomi sopraffare dai brividi che partivano dall'interno del mio stomaco. Le sue mani avevano iniziato a muoversi lente su di me. Mi accarezzava il collo, le spalle fino a scendere percorrendo esternamente il mio profilo. Evitava di toccarmi il seno come se stesse seguendo mentalmente un confine che non poteva varcare fisicamente. Le sue mani seguivano il mio profilo, le sue labbra avevano smesso di muoversi sul mio corpo perchè lui si era alzato sopra di me per vedere quello che stava facendo. Io lo guardavo in silenzio mentre con le mani e con gli occhi esplorava il mio corpo. Ogni zona in cui posava la mano diventava immediatamente calda e mandava deboli scariche elettriche nella pancia. Stavo impazzendo ma non volevo fermarlo, troppo curiosa di sapere cos'altro avrebbe fatto. Continuava a correre con le mani lungo i miei fianchi stingendo un pò di più la presa sulle maniglie dell'amore. Mi stava studiando, ormai lo avevo capito. Il fatto che lui fosse incuriosito dal mio corpo non potè che alimentare in me la voglia di lasciarlo fare. Aveva detto di amarmi ma ero convinta non lo sapesse con sicurezza, in fondo era Rufy, non potevo aspettarmi troppo da lui anche se lo speravo con tutto il cuore.

Un sospiro uscì fuori dalle mie labbra quando posò le mani sotto le mie ginocchia facendole piegare verso di me, le aveva afferrate saldamente e con estrema lentezza aveva poggiato le labbra sull'interno della mia coscia sinistra. Non ero riuscita a trattenerlo e lui se ne accorse. Tornò a guardami incredulo come risvegliato da quel suono che uscì dalle mie labbra. Mi accorsi solo in quel momento del mio respiro affannato e del mio corpo troppo bollente.
-Ti ho fatto male?- Mi chiese preoccupato
-N... No, sto bene- cercai di formulare una frase di senso compiuto sorridendo debolmente
-Ti chiedo scusa, non so cosa mi sia preso- disse abbassando lo sguardo. Era arrossito completamente resosi conto della posizione e subito lasciò andare le mie gambe sul letto.
-Non mi hai fatto male Rufy, sta tranquillo- cercai di ricompormi e tirarmi a sedere facendo scivolare le gambe lontano dai suoi fianchi.
-Però non riesco a calmarmi- disse portandosi una mano chiusa a pugno verso il suo petto. In un attimo i suoi occhi tornarono ad incrociare i miei. Erano troppo seri e mi incantai a guardare quelle pozze nere e limpide puntate su di me.
-Non devi farlo se non vuoi- gli dissi poggiando una mano sul suo pugno e lo sentii irrigidirsi
-Non voglio farti male- disse abbassando il pugno per liberarlo dalla mia presa.
"Prima mi infiammi e poi mi lasci così? No caro, ormai hai svegliato il cane" pensai e subito mi misi a cavalcioni sul letto andando verso di lui. Senza dargli il tempo di ragionare poggiai le mani sulle sue gambe e infilai la testa nell'incavo del suo collo per iniziare a ricoprirlo di baci come aveva fatto lui poco prima. Alternai i baci a leggeri morsi bagnandogli la pelle che a contatto con il mio respiro gli provocava piccoli brividi di piacere.
-Sei un vampiro Nami?- mi chiese spostando la testa per cercare di incrociare il mio sguardo.
-No- risposi sorridendo con le labbra sulla sua spalla, tremò ancora per il mio respiro.
-Però mi stai mordendo- mi fece notare
-Si, è vero- risposi
-Nami?- mi chiamò scostandomi da lui per potermi guardare
-Dimmi- gli chiesi preoccupata di aver fatto qualcosa che potesse averlo infastidito.
-Io non sto bene, inizio a provare fastidio- mi disse preoccupato con il respiro affannato. Io lo guardavo divertita dalla situazione, la sua erezione era tornata, forse più evidente di prima, il suo fastidio dipendeva proprio da questo. Mi alzai dal letto sotto lo sguardo incredulo di lui. Lo presi per mano e lo aiutai ad alzarsi.
-Vieni con me- gli dissi e lui obbedì
-Dove stiamo andando?- mi chiese ma io non fiatai. Lo portai nella mia stanza richiudendo a chiave la porta dietro di noi.
-Qui potrai fare tutto quello che vuoi- gli dissi lasciandogli la mano e iniziando a togliermi il mantello che ancora indossavo. Rimasi solo con il corpetto (con tanto di coda) e gli stivali.
-Che fai?- mi chiese fissando lo sguardo su di me, era rosso più del mio costume
-Ti facilito il lavoro- gli dissi sorridendo e togliendomi anche gli stivali.
-P-perché ti stai spogliando, Nami? Io sono ancora qui- mi disse innervosendosi
-Non mi spoglio più- gli dissi avvicinandomi a lui e prendendogli le mani tra le mie -Puoi fare quello che vuoi Rufy, non ti fermerò- gli sorrisi
Lo vidi un pò incerto, il suo sguardo vagava da me alla stanza intorno a noi, come a cercare di capire cosa dovesse fare. Mi alzai sulle punte e avvicinai il mio viso al suo, giusto per dargli un input.
-Ehi, sai, signor vampiro? Io sono una vergine- scherzai ad un millimetro dalle sue labbra. I suoi occhi si illuminarono, le sue mani afferrarono i miei fianchi e mi tirarono a se. Le mie labbra furono subito catturate dalle sue in bacio che di casto e puro non aveva proprio nulla, sembrava più che altro selvaggio e irruente. Gli avvolsi le braccia intorno al collo e iniziai a premere col la lingua per farmi spazio nella sua bocca. Lo sentii tremare sotto di me e assecondare i miei movimenti con la sua lingua. La sua bocca era calda e la sua lingua si muoveva inesperta ma incredibilmente bene contro la mia facendomi arrivare piccole scosse nel basso ventre. il mio seno era schiacciato contro il suo petto che si muoveva ansimante con il mio. Una mano che prima stringeva il mio fianco scese sulla mia coscia per tirarla su facendo toccare il suo fianco al mio ginocchio.
-mhm- il suono mi uscii dalle labbra prepotente e a lui sembrò piacere.
Il suo corpo si stava muovendo contro il mio premendo la sua erezione verso di me. Ogni volta che le nostre intimità si sfioravano sussultavo dal piacere, tutto questo senza mai smettere di baciarci. Con l'altra mano afferrò l'altra mia gamba alzandomi completamente da terra tra le sue braccia forti che mi sostenevano senza fatica. Iniziò a camminare con me in braccio fino a quando non mi adagiò sul letto della mia stanza staccando le sue labbra dalle mie.

-Non riesco a fermarmi- disse guardandomi serio
-Non farlo- gli accarezzai il viso notando l'ultimo segno di lucidità volare via dai suoi occhi per lasciare spazio alla fame del corpo.

Con un movimento rapido si tolse il mantello che aveva indossato fino a quel momento e la maglietta scoprendo il petto che sentii bollente sotto le mie mani.
"ha caldo" pensai guardandolo.
-Questo è di troppo- disse indicando il mio costume e facendo una smorfia infastidita
-Aspetta lo tolgo- dissi portandomi le mani dietro per slegare il laccio del corpetto ma le sue mani mi bloccarono
-Lascia, faccio io- lo lasciai fare incuriosita da quel cambio repentino di atteggiamento. Slacciò il laccio senza fatica e sentii subito più libertà nel petto. prese a far scivolare il costume sotto il mio corpo scoprendolo completamente. Si fermò un attimo ad osservare le mie forme e poi prese a segnare una scia infinita di baci su di esso. si soffermò sul seno dove aveva preso a succhiare un capezzolo e ad accarezzare con la mano l'altro. Ogni suo gesto mi scombussolava nel profondo aumentando il desiderio di farmi toccare da lui. Solo dopo qualche minuto smise di torturare i miei capezzoli riprendendo a baciarmi sulla pancia scendendo giù, sempre più giù. Quando quasi distrattamente poggiò le labbra sulla mia intimità chiusi le gambe non trattenni un gemito che uscì violento dalla mia bocca che portai a coprire con le mani. Alzò lo sguardo, immediatamente, incontrando il mio confuso.
-Scusa, mi è scappato- dissi spostando le mani per fargli capire che non mi aveva fatto male, tutt'altro.
Lui non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo a ciò che stava guardando prima e con le mani mi allargò le gambe per guardare meglio. L'imbarazzo cresceva sempre di più in me ma l'eccitazione era più forte di ogni altro pensiero.
Con un dito toccò lo stesso punto che prima aveva baciato e di nuovo mi trattenni a fatica. Stava studiando la mia parte più nascosta, ero sicura fosse la prima volta che ne aveva a che fare anche ricordandomi dei discorsi fatti giorni prima.
Le sue dita scesero ai lati della mia intimità e risalirono, poi con un dito ne percorse la parte centrale fermandosi solo quando riconobbe al tatto una fessura. Quasi come fosse la cosa più normale da fare, e forse l'unica, inserì piano il dito in essa osservando con attenzione ogni mio più piccolo movimento. Quando mi penetrò completamente con il dito non riuscì a trattenere la voce dando sfogo al piacere che mi aveva provocato. Lui aveva capito che quei suoni uscivano quando quello che stava facendo mi piaceva e quasi a volerne di più sfilò il dito e mi penetrò di nuovo più velocemente. Io tenevo le mani sulla bocca nella disperata speranza di non fare troppo rumore ma, con una mano, lui me le spostò lasciandomi libera di urlare di piacere. Presto smise di muovere il dito scendendo con il viso e poggiando le labbra dove poco prima mi aveva baciato. iniziò a muovere la lingua su un punto preciso e gonfio e io non seppi più trattenermi dall'emettere suoni indecenti. Continuò a muovere la lingua anche dopo aver ripreso a penetrarmi con le dita. La mia testa stava esplodendo per il troppo piacere e presto mi ritrovai a non riuscire a trattenere l'orgasmo che mi provocò.
-B-basta- Riuscii a dire tra un respiro e l'altro e lui si fermò tornando a guardarmi serio.
-Voglio toccarti ancora Nami- mi disse serio. Non seppi rispondere, lo guardai con gli occhi umidi, lo vidi spostare la sua attenzione all'erezione che aveva tra le gambe e capii che non ce la faceva più. Mi tirai a sedere e andai a sovrastarlo con il mio corpo iniziando a passare le mani sulle sue gambe fermandomi sul cavallo dei suoi pantaloni. Li sbottonai e feci scivolare liberandolo completamente dall'indumento. Con indosso solo gli slip era possibile vedere perfettamente l'erezione fare dei piccoli movimenti e senza aspettare altro lo liberai dalla sua prigione di tessuto. Iniziai a far scorrere ma mia mano su e giù gustandomi l'espressione stupita di Rufy che ancora non conosceva quelle sensazioni. Il suo respiro era diventato più affannoso e il suo petto si muoveva in modo irregolare per questo. Lui mi guardava mentre trattenevo nella mano la sua parte più intima e arrossiva sempre di più ogni volta che i miei occhi incontravano i suoi.
Volevo sentirlo gemere proprio come aveva fatto lui prima con me e mossa da questa voglia mista a curiosità portai la bocca più vicino al membro sfiorandolo con la lingua e sentendo la voce uscire dalla sua. Con un sorriso dipinto sulle labbra iniziai a leccare e succhiare quello che avevo tra le mani lasciando che lui si inebriasse del piacere e io mi riprendessi dall'orgasmo ottenuto prima. Lo sentivo tremare di piacere sotto di me ma venni bloccata poco dopo dalla sua mano che mi spostò la testa e riprese possesso della sua erezione. Mi stava guardando con gli occhi spalancati e preoccupati.
-Che c'è?- gli chiesi non capendo
-Devo andare in bagno- mi disse agitato -mi scappa- continuò
-Non credo sia necessario- gli risposi capendo a cosa si stesse riferendo.
Lo presi per mano e lo trascinai sopra di me, lui assecondava i miei movimenti in silenzio. Allargai le gambe intorno ai suoi fianchi e avvicinai i nostri bacini. Presi il suo volto tra le mani e iniziai a baciarlo per cercare di tranquillizzarlo senza smontare la situazione.
-Quello che stavi facendo con le dita prima, fallo con lui- dissi smettendo di baciarlo e indicando il membro
-Ma Nami, sei sicura?- mi chiese perplesso
-Fidati di me- gli sorrisi
-Sempre- ricambiò il sorriso
Aiutandosi con la mano si fece spazio nella mia intimità entrando lentamente dentro di me, in fondo, sempre più in fondo. Facendomi emettere di nuovo quel suono che ormai conosceva. Iniziò a muoversi dentro di me entrando ed uscendo prima lentamente, aumentando di velocità ad ogni spinta. I nostri respiri si sincronizzarono così come i nostri gemiti. Si muoveva sopra di me come fosse normale. Mi toccava, mi baciava e mi leccava ed io facevo lo stesso. Volevo imprimermi nella mente tutto quello che stava accadendo, tutto quello che stavo sentendo. Lui era riuscito ad entrare nella parte più profonda del mio cuore già da tempo e adesso anche in quella del mio corpo e io lo avevo accettato come fosse l'unica cosa giusta che avessi fatto in tutta la vita, forse lo era davvero. Le lacrime iniziarono a bagnare le mie guance, uscirono silenziose, senza chiedere il permesso e lui le notò, perché con una mano le asciugò subito e posò le labbra sui miei occhi chiusi. Ogni gesto che faceva gli permetteva di toccarmi dentro come fosse lui stesso la chiave per entrare. Sentivo l'orgasmo ormai vicino e nel disperato tentativo di farglielo capire strinsi le gambe intorno alla sua schiena lasciandolo più libero nei movimenti. Non so come ma lo capì, iniziò a muoversi più veloce dentro e fuori.
-Nami- pronunciò il mio nome come fosse un sospiro vicino al mio orecchio e io mi abbandonai completamente al piacere.
In poco tempo entrambi raggiungemmo l'orgasmo, lo sentii fluire dentro di me tutto quello che stava provando. Quando tutto il suo piacere uscii si accasciò sopra di me senza forze.
-Stai bene Rufy?- gli chiesi passando una mano sui suoi capelli
-Credo di si- Sentivo il suo cuore calmarsi lentamente come il mio e il respiro tornare regolare.
-Sei pesante- gli dissi
-Scusa ora mi sposto- rispose uscendo completamente da me e mettendosi al mio fianco sdraiato sul letto. Mi avvolse una mano intorno alla vita e io mi accoccolai vicino a lui.
-Nami?-
-Si?-
-I bambini si fanno così?- mi chiese con la testa tra i miei capelli
-Esattamente- gli risposi accarezzandogli il braccio
-Quindi adesso avremo dei bambini?-
-Forse- ghignai scherzando
-Come forse?!- disse spostandosi per guardarmi serio
-Beh non è sicuro che succeda, può capitare o no- risposi incuriosita dalla sua reazione
-mhm...- si portò una mano sotto il mento pensieroso -E come facciamo ad essere sicuri?- mi chiese poi
-Non si può essere sicuri, per avere un bambino c'è chi ci prova tante volte prima di riuscirci-
-Allora dobbiamo riprovarci Nami, per essere sicuri- disse serio
-Rufy che stai dicendo?- mi girai per guardarlo bene in viso
-Sto dicendo che se vogliamo un bambino dobbiamo provarci più volte altrimenti non arriva- rispose
-Ma Rufy noi non vogliamo un bambino-
-Ah no? Perché?- mi chiese dubbioso
-Perché un bambino non è uno scherzo Rufy. te lo immagini un marmocchio che corre per la nave con i pericoli che affrontiamo ogni giorno? E poi per avere un bambino si dovrebbe almeno essere sposati, insomma ci sono tante cose che servono e che noi non abbiamo, questi sono solo esempi-
-Ma io non sto scherzando e non penso che avere un figlio significhi scherzare. Sarebbe bello avere un'altra dolce testolina rossa che corre per la nave e gioca con i nostri compagni e io la proteggerei da ogni pericolo proprio come faccio con te!- mi rispose incrociando le braccia al petto serio.
-E se proprio questo non dovesse bastare, beh, allora Sposiamoci-



Salve a tutti, 
Vi avevo già avvisato nel capitolo precedente, o almeno così ricordo, che questo sarebbe stato un capitolo forte e con descrizioni ben dettagliate... 
spero vi sia piaciuto, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate quindi, se vi va, lasciate un commento dove criticate malamente o in positivo la mia storia. Vi comunico che siamo in dirittura d'arrivo, mancheranno si e no due, massimo 3 capitoli, alla fine e mi auguro che resterete in mia compagnia fino alla fine.
Detto questo vi lascio, ci vediamo presto con il prossimo aggiornamento ; )
Saluti, 
Helena

Ad Halloween si parla d'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora