One Shot JJ.

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Premessa: ho inventato il personaggio che ricopre il ruolo della fidanzata di JJ, non fa parte della serie. Inoltre ho, naturalmente, preso spunto da alcune vicende accadute nella serie, per scrivere meglio questa one shot.
Buona lettura ❤

*****

Lancio uno sguardo all'orologio che ho al polso per rendermi conto da quanto tempo il mio ragazzo è dentro casa.

Abbiamo deciso ( o meglio, ha deciso) di venire a recuperare un po' dei suoi vestiti alla casa di suo padre.
Dopo che John B è... diciamo andato via, come piace pensare a me, ho pregato i miei genitori affinché JJ potesse venire a stare da noi, visto che non aveva nessun altro posto dove andare. Suo padre non l'avrebbe accolto bene in nessuna circostanza, come ha sempre fatto, ma dopo che gli ha sottratto la barca, con la quale Sarah e John B poi sono scappati, tornare a casa sarebbe stato troppo rischioso per il biondo.

All'inizio i miei erano leggermente contrari e JJ ha passato i primi giorni nella casa di John B. Mi sono battuta, però, per far sì che potesse vivere con noi, sia perché non mi piaceva l'idea che stesse solo sia perché quella casa, che un tempo era il rifugio di noi Pogues, non è più accogliente come una volta, da quando è stata distrutta da quei delinquenti che cercavano la bussola e per poco non ci hanno fatto fuori in più occasioni.
Perciò, dopo mille liti e discorsi, i miei genitori si sono convinti ad ospitare il mio fidanzato, capendo che aveva bisogno di sostegno.

Sospiro con ansia, rendendomi conto che JJ è dentro da troppo tempo, non mi va che stia solo con suo padre, il solo pensiero che gli possa mettere ancora le mani addosso, come in passato, mi fa provare un senso di nausea e rabbia. Non deve azzardarsi nemmeno a sfiorarlo.
Non è mai stato un buon padre, l'ha sempre ferito fisicamente che psicologicamente, e JJ ne ha sofferto, tanto, troppo... si è sentito non voluto bene dall'unico genitore che gli era rimasto e che avrebbe dovuto amarlo incondizionatamente. Lui non è mai stato la sua famiglia, siamo noi Pogues la sua famiglia.

Improvvisamente sento delle urla provenire dalla casa e corro dentro, nonostante JJ mi abbia ripetuto mille volte di non farlo.
Spalanco la porta e vedo il mio ragazzo che sbatte al muro suo padre, dopo averlo preso per il colletto della maglia, mentre gli urla contro. Il sorriso cattivo di suo padre è stampato sul suo volto come sempre, mentre gli occhi rossi mi fanno capire che è ubriaco, cosa che non mi meraviglia.
Non oso immaginare quali parole avvelenate abbia sputato contro suo figlio, sicuramente ha varcato il limite vedendo la reazione che ha avuto.

- JJ...- pronuncio il nome del biondo con voce flebile, mentre sento il battito del cuore aumentare. - Ti prego, basta.-

Suo padre meriterebbe senz'altro una lezione, ma non sono d'accordo che sia lui a dargliela. Perché dovrebbe sporcarsi le mani per lui? Continuerebbe solo a rovinargli e condizionargli la vita in questo modo, è ancora in tempo per costruirsi un futuro grandioso, non deve rovinare tutto. Non glielo permetterò.

- Ti avevo detto di stare fuori.- mi guarda per qualche secondo, poi si rigira verso suo padre, dandomi nuovamente le spalle.

- Ecco, ascolta la tua stupida amichetta e fai qualcosa di buono nella tua vita.- il padre interviene, ridacchiando come se tutta questa situazione fosse divertente. - Sii un uomo, o mi colpisci o te ne vai. Stando così, come sei, dimostri solo di non avere fegato.-

JJ gli dà un'altra spinta, sentendo le sue parole. - Non parlare della mia fidanzata, lei è la mia famiglia, non tu. Tu mi hai solo fatto del male, per tutti questi anni.-

- Come la difendi? Sono io tuo padre, senza me non esisteresti. Pensi che lei non ti lascerà? Lo farà prima o poi, proprio come ha fatto tua madre con me, perché sei un fallito.-

Sento gli occhi inumidirsi e mi avvicino al mio ragazzo, posandogli una mano sulla spalla. - Ti prego, andiamo via. Sai come la penso, ne vale davvero la pena?-

Il biondo si scrolla la mia mano di dosso e dà un pugno sul viso del padre, il quale si libera dalla sua presa e con nervosismo glielo restituisce. JJ inizia a sanguinare dal naso, mentre io continuo ad urlare di smetterla, sperando che mi ascolti.

- JJ, sei meglio di così e sei meglio di lui, non dargli ascolto. Vieni con me, per favore.- lui si gira verso di me e vedo i suoi occhi luccicare, mi si spezza il cuore a vederlo così, non se lo merita.

L'uomo approfitta della distrazione del figlio per sferrargli un pugno sullo stomaco, cosa che fa piegare JJ su se stesso, per il dolore. Scoppio definitivamente a piangere e mi avvicino a lui, che è momentaneamente inchinato sul pavimento.

Gli prendo il viso tra le mie mani, in modo tale da osservare le sue condizioni fisiche. - Stai bene? Riesci a respirare e camminare bene?-

Lui mi guarda dritto negli occhi, con uno sguardo distrutto e assente, per poi annuire. Lo aiuto ad alzarsi, ignorando suo padre che continua ad offendere sia lui che me. Inutile dire che appena lo sente mancarmi di rispetto fa per avventarsi nuovamente su di lui, ma glielo impedisco facilmente, visto le sue condizioni.

Lo porto fuori e, una volta poco distanti dalla casa, lui mi allontana da sé, con fatica.

- Perché sei entrata? E se avesse messo le mani addosso anche a te? Cosa sarebbe successo?- urla con rabbia e mi rendo conto che, oltre ad essere ferito, è spaventato. - Non so cosa avrei fatto se ti fosse successo qualcosa.-

- JJ, ehi...- mi avvicino nuovamente a lui, accarezzandogli i capelli dolcemente, mentre lo obbligo a mantenere un contatto visivo. - Sto bene. Non preoccuparti per me, non ora. Sono io che non potevo permettere che ti facesse ancora del male o che tu perdessi la pazienza per uno così. Non ti merita JJ, non ti ha mai meritato. E non pensare solo per un secondo di essere tu quello sbagliato, non lo sei. La colpa è sua, un genitore dovrebbe amare sempre, incondizionatamente. Non sarai mai solo, hai me, hai gli altri. Ci saremo sempre per te.-

Vorrei avere il potere di prendergli da dentro tutto il dolore che ha provato e prova, così da poterlo alleggerire.

Alcune lacrime scendono dai suoi occhi azzurri, lacrime di infinita tristezza, lacrime di un ragazzo che voleva solo ed esclusivamente essere amato dal proprio padre e poterlo rendere orgoglioso. - Grazie... davvero. Per tutto quello che fai.-

Scuoto la testa leggermente, facendogli così capire che non deve ringraziarmi per nulla, per poi posare le mie labbra sulle sue.
Il biondo ricambia immediatamente, attirandomi più verso di sé, appoggiando le sue mani sui miei fianchi. Riesco a sentire immediatamente la disperazione e il suo bisogno di affetto e sostegno, perciò cerco di trasmettergli tutto l'amore che ho. È un bacio dolce e triste allo stesso tempo.

Ci allontaniamo dopo un po', per riprendere aria, e ci stringiamo in un forte abbraccio, uno di quelli che serve a ricomporre un'anima spezzata e tormentata.

Nessuno merita di provare un dolore così e/o di sentirsi sbagliati, ma una cosa è certa: ogni qualvolta lui avrà un piccolo pensiero negativo, io gli sarò sempre accanto, pronta a sostenerlo e fargli capire che non ha nulla che non vada, che può ottenere tutto ciò che sogna e che non sarà mai solo.

Outer Banks|| ONE SHOT JJDove le storie prendono vita. Scoprilo ora