Quando JJ aprì gli occhi se la ritrovò tra le braccia, gli occhi chiusi, il viso da bambina. Un senso di tenerezza gli riempì il cuore mentre i ricordi del giorno prima gli affioravano alla mente. Si ricordò del litigio e delle botte di suo padre, la disperazione che aveva provato, quel senso di impotenza e di terrore. Ricordò il sangue che gli annebbiava la vista e si mischiava con le lacrime. Allora aveva bevuto, tanto, fino a stordirsi completamente, fino a ridursi al peggio di quello schifo che era. In fondo lo sapeva, suo padre aveva ragione, non era altro che lurida feccia, un incapace, un illuso.
La cosa che lo faceva stare peggio, però, era la consapevolezza di essere uguale a lui, a suo padre, e il ribrezzo che provava per sé stesso a quel punto era insopportabile. E proprio quando stava lì, steso sul fondo del baratro, affogato nell'alcol e nella disperazione, l'aveva vista, splendente come non mai. La sua salvezza, la sua redenzione, quella piccola ragazza, pura e luminosa, che l'aveva raccolto dal fango e gli aveva curato le ferite.
Guardarla adesso, così, rannicchiata addosso a lui, gli sembrava più piccola e indifesa che mai. Non aveva più niente di quel fuoco purificatore, di quella luce abbagliante di ieri, ma lui sapeva che era lì, dentro al suo petto minuto, nascosto sotto quella cascata di capelli castani e quelle ciglia lunghe.
Provò a spostarsi leggermente, ogni parte del corpo gli doleva, ogni minimo movimento gli faceva riscoprire lividi e contusioni sconosciute in tutto il corpo. Gli sfuggì un gemito dalle labbra e lei si svegliò. Aprì gli occhi sbattendo le palpebre ancora assonnate e i loro occhi si incontrarono. Blu, grigio azzurro, verde, era tutto lì dentro, l'intensità del fuoco, l'immensità dell'universo, le profondità dell'oceano. Sentì una piccola fitta al petto ma sapeva che non era per le ferite.
"'Giorno" disse
"Buongiorno" rispose lei stropicciandosi gli occhi, la voce ancora impastata di sonno.
"Dio! È adorabile" pensò mordendosi un labbro.
"Hai dormito qui?" le chiese, rendendosi conto con un secondo di ritardo di quanto fosse stupida la domanda.
"Tu che dici?" rispose lei guardandolo storto.
"Ahh ti sei intrufolata tra le mie braccia, non puoi proprio starmi lontana eh Ki?"
"Ma se sei tu che mi hai supplicata nel tuo delirio da ubriaco! Ho provato a liberarmi ma non ti smuovevi di un millimetro, cosa sei una specie di Boa Constrictor?"
"Mmm quindi se rimango così tu non te ne vai?" probabilmente era un po' ardito considerando che lei gli aveva appena dato del Boa Contrictor. La verità era che non voleva davvero che se ne andasse, sentire il corpo di lei contro il suo, la pelle bollente e quegli occhi, lo stava mandando fuori di testa. - Forse è il suo profumo - pensò -c'è qualcosa nel suo profumo che non mi fa ragionare, e poi siamo decisamente troppo vicini, sì troppo però forse potrei avvicinarmi ancora un pochino... potrei metterle la mano sul fianco, lì dove si è alzata la maglietta... e se non si spostasse, se si avvicinasse anche lei... perché mi guarda così? Ha le labbra un po' socchiuse... magari..."
"Vuoi un altro livido JJ?" disse lei scostandolo bruscamente e alzandosi in piedi, si vedeva però che era divertita, ne era sicuro, forse, o almeno sperava che lo fosse.
Lei era girata e si era messa a gironzolare per la stanza alla ricerca del necessario per preparare la colazione. Accese lo stereo e si mise a canticchiare "Old Curt was a black man. With white curly hair, When he had a fifth of wine, He did not have a care"
JJ cercò di mettersi a sedere sulla brandina puntellandosi con il braccio meno dolorante. La guardò canticchiare e ballare spensierata mentre preparava la colazione. Era girata di spalle intenta a imburrare una vecchia padella. Percorse con lo sguardo la sua figura, le spalle minute, le braccia esili che spuntavano da una maglietta troppo grande e logora e poi i fianchi che si muovevano a tempo, le gambe snelle e slanciate, quei pantaloncini decisamente troppo corti "Sta' buono!" pensò scuotendo la testa, era evidentemente turbato, doveva darsi una calmata.
"Alloooora io non è che ricordi molto di ieri. Sai spero di non aver... insomma non vorrei aver fatto qualche cavolata" sperava gli uscisse qualcosa di un po' più spavaldo, malizioso, invece si era perso tutto in un borbottio confuso ed evidentemente impacciato.
"Se ti stai chiedendo se siamo finiti a letto puoi stare tranquillo, eri messo peggio di uno straccio usato, per come eri ridotto non saresti riuscito nemmeno ad abbassarti la zip. In effetti credo che tu mi abbia chiamato Pope ad un certo punto... la tua virtù è salva non preoccuparti" rispose lei ridendo. JJ nel frattempo era riuscito ad alzarsi e si stava avvicinando anche lui al piano da cucina. Lei gli dava ancora le spalle il che rendeva piuttosto difficile concentrarsi.
"Wow, questo è umiliante. Perché Pope? Ero convinto di essere segretamente innamorato di John B"
La sentì emettere una specie di strano grugnito nel tentativo di trattenere una risata. Sorrise fra sé e sé, era bello quando riusciva a farla ridere.
"Strano comunque..." disse lui appoggiandosi al bancone.
"Cosa?" chiese lei, completamente assorta nella preparazione delle uova.
"Beh sai, non è che mi ricordi molto... però ero piuttosto sicuro di averti baciata" aveva recuperato un po' della sua solita sicurezza e se ne stava appoggiato al bancone da cucina accanto a lei con finta noncuranza. Non sapeva bene che reazione aspettarsi e quindi si limitava a fissarla, forse un po' troppo intensamente. "Probabilmente sono ancora ubriaco" pensò. Sentiva quella morsa al petto, quella strana sensazione di felicità e dolore allo stesso tempo, una dolce malinconia. Gli capitava spesso quando era con lei e in quel momento, mentre seguiva la sua figura con lo sguardo, era una sensazione particolarmente intensa. Si sentiva stordito, l'atmosfera si era fatta strana, la melodia country procedeva lenta e tranquilla ma JJ la percepiva a malapena.
"I'd clap my hands stomp my feet try to stay in time, He'd play me a song or two then take another drink of wine..."
Ki fu presa alla sprovvista e con una manovra maldestra rovesciò un po' delle uova sui fornelli. Si voltò verso di lui pronta a rispondergli con una battutaccia ma si bloccò di colpo. Lui la stava guardando, o meglio la stava fissando, ma in quello sguardo non c'era traccia del solito sarcasmo con quella punta di arroganza tipico di JJ. Aveva gli occhi chiari lievemente socchiusi, le pupille dilatate, le labbra socchiuse, gli zigomi leggermente arrossati. Era come una muta preghiera e Ki diventò improvvisamente consapevole della sua presenza, del suo fisico asciutto, la pelle abbronzata, i capelli arruffati e quell'espressione totalmente rapita e assorta. "Piantala Ki, non sperarci, sai benissimo che tipo è" pensò. Doveva allentare quella tensione, stava diventando difficile mantenere la concentrazione. Distolse lo sguardo e scosse i capelli aggrovigliati tirando fuori un sorriso beffardo.
"Beh non lo definirei esattamente un bacio, insomma è stato più uno una specie di scontro fra labbra" fece un gesto con le mani per dare enfasi all'idea "Davvero è stato sexy quanto darsi il cinque" concluse soddisfatta e tornando a concentrarsi sulle uova. Cercò di nascondersi dietro i capelli sperando che non notasse il rossore sulle sue guance.
"Ahi, colpo basso Ki ricordami di non stuzzicarti più, finisco sempre distrutto"
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Outer Banks // Oh, when I look back now, that summer seemed to last forever
FanfictionOne Shot "Probabilmente sono ancora ubriaco" pensò, sentiva quella morsa al petto, quella strana sensazione di felicità e dolore allo stesso tempo, una dolce malinconia. Gli capitava spesso quando era con lei e in quel momento, mentre seguiva la sua...