Capitolo 4 "Non più solo"

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"Non se ne parla nemmeno!" aveva gridato Palermo, mentre si alzava di scatto dalla poltrona, facendo cadere a terra alcune gocce di sangue.

Nairobi e Tokyo erano riuscite a trovare un carrello usato per il trasporto dell'oro, e l'avevano improvvisato come barella; così erano riuscite a portare Palermo dall'altra parte della Banca, nell'ufficio del Governatore, dove avevano sistemato parte del kit medico, nel caso ce ne fosse mai stato bisogno.

"Ascoltami ti abbiamo controllato gli occhi, tu non vedi niente,dobbiamo toglierti quelle schegge" disse Tokyo decisa. "Prima fondiamo l'oro,poi penseremo ai miei occhi", rispose lui, "Per come hai gli occhi, dobbiamo operare massimo nella prossima ora, se vuoi avere qualche chance di recuperare la vista, e per fondere l'oro ci vogliono minimo 5 ore" spiegò in tono calmo Firenze. Sapeva di cosa parlava, nessuno poteva saperne più di lei all'interno della banda, in più il Professore non rispondeva alle chiamate. 

"Non è grave, siete voi donne ad essere stupidamente drammatiche" rispose prontamente Palermo, cercando di muoversi a tentoni per la stanza, in un vano tentativo di dimostrare che andasse tutto bene. "Madre di Dio... Nairobi, tu e Bogotà iniziate la fusione: prima finiamo, prima ce ne andiamo" iniziò a parlare Firenze, "Tokyo tu vai ad aiutare Helsinki, controllate la squadra di sicurezza, anche cinque volte se necessario, quei bastardi non si devono liberare per niente al mondo" continuò la ragazza, indicando Tokyo, "E Stoccolma, tu recupera il kit numero sei, quello chirurgico, lo avevamo messo nell'altra stanza per questioni di spazio... Forza!", dopo che ebbe concluso il discorso, le tre ragazze andarono ognuno al compito assegnato. Avevano appena ferito un membro della banda, e nessuno aveva il sangue freddo di prendere decisioni, per questo quando Firenze prese il comando nessuno obbiettò; Palermo dal canto suo, se fosse stato in condizioni normali, non si sarebbe fatto comandare mai da donna, nemmeno sotto tortura, ma il dolore agli occhi non gli permetteva di ragionare.

Non appena furono rimasti da soli, "Ti sta proprio bene il comando mh? Ora ti sentirai realizzata..." disse Palermo con tono provocatorio, Firenze rimase un attimo incerta poi si avvicinò al suo orecchio, e gli disse in tono calmo e serio, "Sto cercando di mandare avanti il piano, e al tempo stesso, di non lasciarti cieco, quindi fai silenzio; sai bene che a me il comando non è mai interessato".

Palermo non ebbe il tempo di ribattere, visto che entrambi sentirono il suono dei passi di Stoccolma che stava tornando. Non appena fu entrata, "Ok, adesso prova ad aprire gli occhi, io ti inietterò un antidolorifico, e poi ti estrarrò le schegge" disse la bionda, cercando di apparire sicura, "Vieni un attimo qui Stoccolma, avvicinati...",  non appena gli fu vicino, Palermo le prese (con qualche tentativo) la mano, che stava tremando visibilmente per l'agitazione. 

"Sai perché si utilizza un laser per operare gli occhi? Per un piccolo dettaglio, la PRECISIONE, serve una precisione micrometrica, per effettuare un intervento sugli occhi, e tu vorresti operare i miei tremando così?!? Ma vai a pulire i cessi!!!" esclamò Palermo. Stoccolma dal canto suo, aveva uno sguardo che non lasciava trasparire niente di buono: se avesse operato lei, avrebbe potuto anche sbagliare apposta e lasciarlo cieco, pur di fargliela pagare.

"Ti opererò io" disse Firenze, "Nei tuoi sogni forse" rispose Palermo, ma dalla voce si poteva sentire la sua agitazione, forse anche con una punta di paura. "Stoccolma, torna qui tra esattamente due minuti e mezzo, e prendi questo antidolorifico" vedendo lo sguardo interrogativo della donna, la ragazza continuò, "So di cosa parlo, questo è il più indicato per il tipo d'operazione che dobbiamo fare"; la donna sparì nuovamente dalla stanza. 

"Ascoltami, tu mi conosci, sai che ho la mano più ferma di chiunque altro, i miei risultati con le armi lo dimostrano, in più sono l'unica qui a non volerti né morto né cieco" disse velocemente Firenze, "Su questo ho i miei dubbi" rispose Palermo, "Allora perché mi hai stretto la mano prima, se non ti fidi di me?" chiese tranquillamente la ragazza, "Avrei stretto la mano di chiunque, per il dolore..." cercò di dire Palermo, ma nemmeno lui credeva a ciò che aveva appena detto; "Preferisci farti operare da Stoccolma?" chiese di nuovo Firenze; a questo punto l'altro non rispose.

Lacrime di Fuoco  (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora