Capitolo 5

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NICHOLAS

Sono amareggiato.
Mi aspettavo di riuscire a risolvere l'intera situazione oggi stesso o al massimo entro domattina ma per come si sta evolvendo la situazione sarò costretto ad aspettare qualche settimana prima di riuscire a tornare a casa. Non che stare in questo mondo senza demoni mi dispiaccia ma sono nato per essere un cacciatore e devo tornare a compiere la mia missione.
Scendo velocemente le scale dell'istituto, scansando gli studenti ed uscendo finalmente all'aria aperta.
Prendo un profondo respiro. Mi volto in cerca di Karen ma non la trovo.
Era dietro di me ne sono sicuro. Dove diamine è finita?
Rientro preoccupato.
Mi guardo attorno. La vedo di sfuggita.
Sta scendendo le scale dietro un gruppetto di ragazzi che non le permettono di passare.
Attendo.
«Stavi correndo» dice lei avvicinandosi «Non sono riuscita a starti dietro» continua prendendo fiato.
Alzo le spalle. «Perdonami» dico sospirando «Non mi sono reso conto di camminare così velocemente» affermo convinto mentre, insieme, ci dirigiamo all'esterno della struttura.
«Mi dispiace» dice mentre ci avviciniamo alla fermata dell'autobus «So che speravi di risolvere la situazione subito e tornare finalmente a casa..» continua guardandomi «..dalla tua famiglia e dalla tua ragazza che saranno sicuramente molto preoccupati per te» ritorna a guardare dinanzi a sé «Non so se anche io sono la causa di questo problema ma..» mi fissa «..mi dispiace per tutto quello che devi affrontare».
Sospiro.
«Non è colpa tua» affermo serio «Sicuramente sei collegata a tutto ciò ma ancora non so il motivo» continuo riflettendo.
Se quello che dice il Dr. Gregory Fournier è vero e che quindi esistono molteplici mondi, per poter viaggiare solo tra due di questi e soprattutto per essermi trovato direttamente nella sua stanza, Karen deve essere per forza collegata a tutto ciò.
Pensavo, è strano doverlo chiamare Dr. Gregory Fournier, sono abituato a chiamarlo Gregory o semplicemente Greg. O meglio, ero abituato, dopo la sua morte è stata dura riprendermi.
«Non c'è nessuno ad aspettarmi dall'altro lato» dico guardandola «Non sono fidanzato» continuo sorridendole leggermente. Anche lei abbozza un mezzo sorriso arrossendo lievemente prima notare il pullman arrivare.
Mi fa segno di seguirla.
«Tu invece stai con qualcuno?» dico sedendomi di fianco a lei sull'autobus ma arrossisce imbarazzata scuotendo la testa in segno di no «Pensavo che quel ragazzo al lavoro..» ma continua a scuotere la testa «Kyle? Io e lui insieme? No mai» dice a tono forse troppo alto facendo voltare verso di noi alcune persone incuriosite.
Arrossisce ancora.
Non avevo mai visto nessuno diventare più rosso di un peperone, ma lei ci riesce.
Sorrido all'idea.
«È che ho visto una certa intesa fra di voi» continuo sussurrandoglielo all'orecchio così da evitare altri sguardi indiscreti.
«No, nessuna intesa» dice tranquilla poi si volta di scatto verso di me «Ti sei messo ad osservare il mio comportamento con Kyle?» domanda. Sembra volermi accusare «Io..io..» riesco solo a dire ma inizia a ridere lievemente e scuotere la testa divertita.
«Puoi stare tranquillo» afferma guardandomi e ritornando seria «Tra me e Kyle non c'è e non ci sarà mai nulla» sospira «Non è il mio tipo».
Sono sollevato e si nota. Sto sorridendo come un ebete. Il pensiero che tra lei e quell'idiota non ci sia niente mi rallegra.
«Tra te e Trina invece?» domanda dopo alcuni minuti di silenzio «Quando mi hai parlato di lei sembravi molto coinvolto» continua guardando dinanzi a sé.
Sorrido.
«È mia sorella» dico velocemente «Non di sangue ma siamo cresciuti insieme e la considero la mia piccola sorellina» continuo «E poi a lei piacciono le ragazze» aggiungo infine. La vedo respirare sollevata. Fino a quel momento era testa, la mascella rigida e non si era voltata neanche una volta per guardarmi, mentre ora sembra più rilassata.
Rimaniamo in silenzio per tutto il resto del tragitto.
Ogni tanto la osservo per studiarne il comportamento ma il suo viso è quasi inespressivo. La vedo solo molto pensierosa.
«È questa la nostra fermata?» chiedo osservando il bar all'angolo che avevo notato questa mattina quando siamo partiti per l'università.
Si risveglia di scatto dalla trans in cui era caduta e si alza velocemente annuendo. Mi afferra la mano trascinandomi all'esterno poco prima che l'autista richiudesse le porte per ripartire.
«Scusa, stavo riflettendo e non ho fatto caso che eravamo già arrivati» dice lei imbarazzata. Sorrido lievemente. Non si è resa conto che sta stringendo ancora la mia mano.
«Tranquilla» dico. Rimaniamo così per alcuni minuti. Uno di fronte all'altro a guardarci. Mi perdo totalmente nei suoi occhi, sono molto particolari, l'iride è di un azzurro scuro tendente al grigio tanto che al buio sembrano castani ed hanno una piccola macchiolina verde sul lato destro.
Mi sento un po' un ebete. Ho sempre pensato che questo tipo di comportamento per un ragazzo fosse troppo emotivo, non considerato da vero uomo e non avrei mai pensato di diventare quel tipo di persona. Capace di osservare anche questi piccoli dettagli come le piccole fossette che le si creano ai lati del viso quando sorride o il neo rosso sulla parte superiore del sopracciglio destro.
Ho già detto che è bellissima?
«Forse è meglio entrare in casa, si sta facendo tardi» dico riprendendo un po' di contegno ed osservando il cielo scurirsi. Anche se non è il mio mondo preferirei andare al chiuso per poter proteggere Karen al meglio.
«S..si..» dice annuendo allontanandosi da me. Si ritira la mano incrociando le braccia al petto e sorridendo lievemente si avvia all'interno del palazzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 28, 2020 ⏰

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